giovedì 10 giugno 2021

Shakespeare, "Riccardo III". XXX. I due schieramenti si preparano a combattere

Ordine da una parte, confusione dall’altra.
 
Riccardo prepara la battaglia dando indicazioni ai suoi e facendosi coraggio.
Sostiene che la sue forze sono tre volte superiori a quelle del nemico.
Besides, the King’a name is a tower of strenghth” (V, 3, 12), inoltre il nome del re è una torre di forza.
Lo sarebbe se la torre non fosse pericolante e il re non avesse la zoppia che caratterizza molti tiranni, come abbiamo visto nei versi del secondo stasimo dell’ Edipo re  di Sofocle citati sopra (873-879)
Il fatto è che il e malato e debole ammorba e indebolisce anche il suo popolo e la sua terra.
Riccardo invita a osservare la disciplina che non deve mancare come la puntualità-Let’s lack no discipline, make no delay- (17).
Anche Creonte, il tiranno dell’Antigone di Sofocle considera la disciplina, ossia l’obbedienza ai suoi ordini come indispensabile per la salvezza.
Traduco alcune parole che Sofocle gli attribuisce
“Non c'è male più grande dell'anarchia (ajnarciva" de; mei'zon oujk e[stin kakovn)  ./Essa manda in rovina le città, questa ribalta/le famiglie, questa nella battaglia spezza/  le schiere dell'esercito in fuga; invece le molte vite/di quelli che vincono, le salva la disciplina (sw/vzei ta; polla; swvmaq j hJ peiqarciva)" ( vv. 672-675).
Si pensi anche al fatto che Virgilio, per compiacere Augusto, presenta i suoi personaggi ottemperanti- Enea e Aristeo- come vincenti pur se farabutti, mentre quelli che non stanno alle regole (Orfeo e Didone) sono vittime dei mascalzoni che prevalgono.
Riccardo e i suoi escono da una porta, mentre Richmond con il suo seguono entrano da un’altra.
Richmond  ricava un buon presagio dalla scia luminosa del sole al tramonto.
 
Viceversa nel prologo dell’Oedipus di Seneca appare un sole che spunta  incerto da una nuvola sporca
 Leggiamo i primi cinque versi della tragedia:"Iam nocte Titan dubius expulsa redit,/et nube moestum squalida exoritur iubar, /lumenque flamma triste luctifica gerens/prospiciet avida peste solatas domos,/stragemque, quam nox fecit, ostendet dies " (Oedipus, vv. 1-5), già, cacciata la notte, torna un Titano incerto, e il suo splendore spunta cupo da una nuvola sporca, e, portando una luce afflitta con fiamma luttuosa, osserverà le case desolate dall'avida peste, e la strage che la notte ha compiuto la farà vedere il giorno.
Il sole incerto dallo splendore cupo (moestum iubar), la luce afflitta (lumen triste) e la fiamma luttuosa (flamma luctifica) significa il capovolgimento dei ritmi nella terra tebana appestata
 
 
"La luce è la più rallegrante delle cose: è divenuta simbolo di tutto ciò ch'è buono e salutare. In tutte le religioni indica la eterna salvezza, mentre l'oscurità indica dannazione"[1].
 
Infatti all'inizio delle Metamorfosi [2] Ovidio mette in rilievo che durante l'epoca del Caos l'aria mancava di luce e le cose non avevano aspetto stabile:"lucis egens aër: nulli sua forma manebat " (I, v. 17)
 
Richmond dà le prime indicazioni ai suoi luogotenenti sulla disposizione delle schiere
Quindi li convoca nella sua tenda per tenere un consiglio sul da farsi in battaglia e tracciare una mappa dello schieramento.
Da questa parte c’è maggiore ordine e il capo non ha bisogno di invocare la disciplina che è già nel suo animo e la ispira agli altri.
 
Mi vengono  in mente le varie e diverse fasi del mio lavoro di insegnante: ebbi il problema della disciplina solo nei primi anni, un paio, quando non ero abbastanza preparato da interessare completamente gli allievi parlando degli autori che non conoscevo abbastanza, non ne avevo la visione d’insieme, non sapevo collegarli tra loro e non li avevo capiti a fondo.
 
Escono Richmond e i suoi e rientra Riccardo accompagnato da Ratcliffe, Norfolk e Catesby.
Riccardo domanda What is’t o’ clock? (V, III, 58), che ora è?
Un segno di confusione e disordine mentale.
 
giovanni ghiselli
 
 
 
 


[1]A. Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione , p. 274.

[2] Poema epico di quindici libri in esametri. Narra la storia del mondo dall'origine all'età contemporanea attraverso racconti che hanno in comune il tema della metamorfosi.  Fu composto fra l'1 e l'8 d. C.

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