Riflessione aggiunta alla rilettura per far più bello il mio corso
Riccardo e prima di lui Tiberio con i loro suspensa semper et obscura verba fanno venire in mente alcuni capi politici della prima repubblica italiana i quali erano dotati, se non di altro, della possibilità di scegliere le parole che preferivano e convenivano.
L’ignoranza di questi politicanti attuali consente loro solo di ripetere slogan imparati a memoria.
Potete indicare alcuni dei nostri politici, se volete
Hastings dice che non darà il suo voto to bar-lat latin barra- my master’s heirs -heres (III, 2, 53-54 ) per escludere gli eredi del re Edoardo IV; non vorrà farlo a costo di morire to the death. Questa fedeltà infatti gli costerà la vita.
In effetti Riccardo ha già detto a Buckingham che bisognerà tagliargli la testa- chop off his head- (III, 1, 193) se non si arrende ai loro complotti.
Cfr. le decapitazioni suggerite dai tiranni agli apiranti tiranni in Erodoto e Tito Livio.
Riccardo chiama tongueless-old latin dingua- blocks (III, 7, 42) pezzi di legno senza lingua i cittadini che non lo hanno acclamato.
Pindaro qualifica Aiace come a[glwssoς-
Nella Nemea VIII il poeta tebano ricorda il torto subito da Aiace a[glwsso~ (v. 24), privo di eloquenza: sicché l’invidia poté mordere il suo valore e prevalse l’odioso discorso ingannevole di Odisseo.
Tuttavia alla fine Aiace ebbe giustizia: “a’ generosi/giusta di glorie dispensiera è morte;/né senno astuto, né favor di regi/all’Itaco le spoglie ardue serbava,/ché alla poppa raminga le ritolse/l’onda incitata dagl’inferni Dei” (Foscolo, Sepolcri, 220 ss.)
Buckingham che è complice dei delitti di Riccardo è pure il regista della recita del principe il quale, come Tiberio negli Annales finge di recalcitrare davanti alla proposta di prendere il potere.
Il duca complice dunque gli suggerisce di tenere in mano un libro di preghiere –get a prayer book in your hand (III, 7, 46) e di farsi affiancare da due uomini di chiesa-and stand between two churchmen- (48).
Il potere criminale cerca spesso l’avallo della religione che non poche volte si presta. Si pensi al sacrificio di Ifigenia in Eschilo (Agamennone), Euripide (Ifigenia in Aulide) e Lucrezio (De rerum natura) .
Il consigliere Buckingham dunque continua con il suo catechismo a Riccardo: “Play the maid’s part: still answer nay, and take it” (III, 7, 50) recitate la parte della verginella: rispondete sempre no, e prendete ciò che rifiutate.
Esce Riccardo ed entra il sindaco di Londra, the Lord Mayor, con dei cittadini. Buckingham dice che sta facendo anticamera ma teme che il duca non voglia dare udienza.
Si affaccia Catesby un altro sostenitore di Riccardo e attore della commedia diretta da Buckingham che gli domanda: “what says your lord to my request?” (57) qual è la risposta del signore alla mia istanza?
Catesby risponde che Riccardo non riceve perché si trova all’interno con due padri reverendissimi piamente immerso in meditazioni e non vuole essere distolto from his holy exercise, dai suoi devoti esercizi (63).
Buckingham gli chiede di insistere perch lui stesso, il sindaco e degli assessori sono venuti a conferire in matter of great moment-no less importing than our general good (66-67) su materia di grande momento, non meno importante che il nostro bene comune. Catesby esce.
Quindi Buckingham parla al sindaco e agli altri presenti, dicendo : “questo principe non è un Edoardo (intendi suo fratello il re Edoardo IV morto da poco), non è un lascivo che si sollazza con le cortigiane, ma medita con due profondi teologi, non dorme to engross-L. grossus thick- his idle body (75) per ingrossare il suo corpo ozioso, ma prega per arricchire la sua vigile anima.
Torna Catesby ribadendo la ritrosia di Riccardo. Allora Buckingham rimanda Catesby dal principe perché lo preghi di nuovo, quindi dice ai presenti che comprende la tenacia del sant’uomo che non si lascia staccare delle preghiere e dalla fervida contemplazione.
Subito dopo Riccardo si affaccia sulla galleria tra due Vescovi
Vedremo che si farà pregare a lungo prima di “lasciarsi costringere ad accettare a world of cares (III, 7, 222) un mondo di affanni.
Una scena del genere si trova negli Annales di Tacito. Alla morte di Augusto (14 d. C.) i senatori asserviti rivolgono suppliche a Tiberio versae inde ad Tiberium preces (I, 11), ed egli varie disserebat de magnitudine imperii, sua modestia, della grandezza dell’impero e della propria insufficienza; solam divi Augusti mentem tantae molis capacem, solo la mente di Augusto era capace di reggere una mole tanto grande.
Ma Tacito commenta plus in oratione tali dignitatis quam fidei erat, in tali discorsi c’era più ostentazione che verità e pure quando non voleva simulare suspensa semper et obscura verba, Tiberio usava sempre parole vaghe e oscure , poi quando voleva simulare in incertum et ambiguum magis implicabantur, si avviluppavano sempre di più nell’indefinito e nell’equivoco. Ricorda i politici della prima repubblica italiana i quali erano dotati, se non di altro, della possibilità di scegliere i verba che preferivano. L’ignoranza di questi attuali consente loro solo di ripetere slogan imparati a memoria.
giovanni ghiselli
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