NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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mercoledì 30 giugno 2021

Shakespeare, "Riccardo III". Rilettura. XXIV. Si avvicina la resa dei conti

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La bilancia del destino
 
Arrivano notizie non buone per Riccardo
Entra per primo sir Richard Ratcliff che annuncia l’arriva di una gagliarda flotta sulla costa occidentale. Sulle spiagge si affollano molti che dovrebbero stare dalla parte del re ma sono amici dubbi e non ben risoluti a respingere il nemico. L’ammiraglio della flotta è Richmond e Buckingham è già pronto ad accoglierlo.
Entra anche sir William Catesby e Riccardo  gli ordina di correre dal duca di Norfolk. A Ratcliff di andare a Salisbury.
Catesby non si affretta e Riccardo lo insulta: “dull unmindfull villain”, ottuso furfante smemorato (445) poi gli domanda perché non corra da Norfolk
Catesby risponde che aspettava l’ordine del re da riferire al duca di Norfolk.
Riccardo si rimangia l’offesa appena lanciata “O, true, good Catesby!” e gli dice di portargli l’ordine di raccogliere forze il più possibile numerose e potenti, poi di andare a Salisbury.
Si vede che Riccardo sta perdendo l’equilibrio perché sente calare il piatto della bilancia dove sta il suo destino. Il nostro equilibrio dipende spesso da come ci sentiamo collocati nella bilancia fatale ovvero da come procediamo sul filo del rasoio del destino.
Entra poi Stanley conte di Derby, fortemente sospettato da Riccardo.
Dice che non ha notizie buone ma nemmeno tanto cattive che non possano essere riferite. In queste parole si sente il timore del cortigiano che avverte il pericolo della propria caduta in disgrazia.
Riccardo infatti lo biasima subito: Hoyday, a riddle! Neither good nor bad! (459), ma guarda un indovinello, né buone né cattive. Quindi gli chiede di parlare in modo diretto. Certo è che non è facile essere diretti con un tiranno che non ha mai parlato in modo veritiero né retto perché non è un rex rectus, ma appunto un tiranno.
Se si pone mente al latino rex si deve pensare alla parentela di questa parola con il verbo greco ojrevgw, "tendo, stendo". "La radice deriva dall'indoeuropeo *reg- che ha dato come esito in greco ojreg- (con protesi di oj- ) in latino reg-"[1] da cui rego, dirigo, regio, regione e rectus, diritto.  Quindi "in rex bisogna vedere non tanto il sovrano quanto colui che traccia la linea, la via da seguire, che incarna nello stesso tempo ciò che è retto"[2]. Anche i ragazzi sanno che il rex deve agire recte: infatti, quando giocano, dicono:  sarai re se farai bene:  "at pueri ludentes  'Rex eris ' aiunt/ 'si recte facies" [3].  Insomma il rex deve dirigere sulla retta via. Il re allora non può essere contorto. Nemmeno la virtù può esserlo: “et haec recta est, flexuram non recipit ” (Seneca, Ep. 71, 20), anche questa è diritta, non ammette piegatura.
Altrettanto la verità che è pure “non latenza”
Nell’Antigone il messo in procinto di raccontare la catastrofe di Antigone e di Emone, avverte la regina Euridice che non la blandirà con menzogne: “ojrqo;n aJlhvqei j  ajeiv” (v. 1195), la verità è sempre una cosa dritta.
 
Stanley deve dare la  pur brutta notizia: Richmond is on the seas (462).
Riccardo lancia una maledizione: There let him sink, and be the seas on him (463) che ci affondi e il mare gli stia sopra.
Il naufragio è già pronto per Riccardo e a dire la verità intera il naufragio riguarda tutti prima o poi.
 
Nel Satyricon il vecchio poeta Eumolpo dice:"si bene calculum ponas, ubique naufragium est " (115, 17), se fai bene i conti, il naufragio è dappertutto. Marìa Zambrano afferma che l'uomo, da quando ha memoria e storia, ha sempre avuto nel fondo dell'animo il sentimento del naufragio e ricorda che il suo maestro Ortega y Gasset nei suoi corsi su "La razòn vital" descriveva "la condizione di "naufragio" come la più umana della vita umana"[4]. 
 
Stanley aggiunge che Richmond punta sull’Inghilterra to claim the crown (468) per rivendicarne la corona.
 In effetti Enrico Richmond Tudor diverrà Enrico VII e sposerà Elisabetta la figlia di Edoardo IV ambita da Riccardo sconfitto nel 1485.
Riccardo fa notare che il trono non è vacante e che il re è lui: Riccardo III è l’erede del grande York. Dunque che cosa fa Richmond nel mare?
Stanley risponde che se non è per quanto ha detto (to claim the crown)  non sa congetturare I cannot guess (474).
Questa risposta accresce la diffidenza di Riccardo verso Stanley che viene investito da domande relative alle sue truppe. In effetti sono lontane, nel nord, mentre la minaccia viene dal sud. Stanley chiede di avere permesso di radunarle per combattere con il re, ma Riccardo ribadisce la sua sfiducia: thou wouldst be gone, to join-L. iungere Gk. zeugnuvnai-  with Richmond-but I’ll not trust thee (490-491), tu vorresti andare per unirti a Richmond, però io di te non mi fido.
 Nei rappoti di potere come in quelli amorosi  prima o poi entrano il sospetto e la diffidenza. Il potere e l’amore, come la ricchezza, la salute, la bellezza, per alcuni anche la cultura  contribuiscono all’identità e questa deve essere difesa con ogni mezzo e a qualunque costo.
Stanley cerca di assicurare la propria lealtà- I never was, nor never will be, false L. falsus (483), non sono mai stato né sarò mai sleale.
Una scusa enfatica, esagerata: mi fa pensare al “grazie davvero” delle persone fallaci.
Riccardo lo capisce e lo lascia andare ma gli ordina di lasciargli il figlio in ostaggio minacciandone la testa in caso di tradimento del padre.
Quando scoppiano conflitti tra coniugi, l’ostaggio sacrificabile è il figlio
Entrano tre messi che riferiscono al sovrano di altre defezioni. 
Riccardo reagisce gridando: “out on you, owls!- L. ulula allocco. Nothing but songs of death? (IV, 4, 507),  via gufi! Nient’altro che canti di morte?
Quindi colpisce il terzo messo e gli fa. Prendi questo, finché non porterai notizie migliori.
Il III messo allora gli dà una buona notizia: Buckingham’s army is dispers’d and scatter’d  G K. skedavnnumi-(511) , l ‘esercito di Buckingham è disperso e sparpagliato ed egli stesso si aggira da solo e nessuno sa dove
Riccardo si scusa e gli dà del denari to cure the blow of thine (514) perché lo curi dalla percossa. Il messo aggiunge che è stato proclamato un bando che promette una mercede a chi arresta il traditore
Entra un quarto messo con un’ altra notizia buona: che nemmeno Richmond si è fidato di Buckingham e ha levato le vele per tornare in Bretagna
Riccardo confortato esorta a narciare: march on, march on, per andare a schiacciare these rebels L. rebellis renewing war=.  re-again ; bellum war, here at home, questi nostri ribelli nostrani
Rientra Catesby con due notizie una buona: Buckingham is taken, è stato preso, e una cattiva: che Richmond è sbarcato a Milford with a mighty power, con un esercito potente
Riccardo ordina ls marcia verso Salisbury dove dovrà essere tradotto Buckingham (535-538).

Finisce qui la IV scena del IV atto

Bologna 4 giugno 2021 ore 11, 38
giovanni ghiselli
 


[1] G. Ugolini, Lexis, p. 346.
[2] E. Benveniste, Il vocabolario delle istituzioni indoeuropee , p. 295.
[3] Orazio, Epistulae  I, 1, 59-60.
[4] L'uomo e il divino , p.65 n. 9.

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