martedì 8 giugno 2021

Shakespeare, "Riccardo III". XXVIIl. Contrappasso nella fine di Buckingham

Corso che inizierà il 29 giugno.

 

Il quinto atto si apre con Buckingham led to execution condotto all’esecuzione. Riccardo non vuole ascoltarlo e il condannato a morte si rivolge alle tante vittime  fatte morire dall’usurpatore con il suo contributo immaginando che le loro anime corrucciate discontented souls (V, 1, 7) osservino dal cielo la scena presente e for revenge mock my destruction (9) per vendetta irridano alla sua rovina.

La morte di questo duca è il primo contrappasso dei delitti, il secondo sarà la rovina e la morte di Riccardo.

 

Contrappasso è  subire il male inflitto agli altri. “Così s’osserva in me lo contrappasso” (XXVIII, 142) dice Bertram del Bornio nell’Inferno di Dante tiene in mano i capelli dai quali pende la propria testa staccata dal busto come punizione del fatto che mise Enrico III d’Inghilterra contro il padre Enrico II: “Io feci il padre e il figlio in sé ribelli” (XXVIII, 136) .

Una storia non tanto diversa da quelle raccontate da Shakespeare a proposito della scala del potere che porta all’abisso. Come poeta fu un trovatore del XII secolo, cantore di guerre e di stragi

.

Buckingham chiede se quello sia il giorno dei morti All-Souls day, is it not? (10)

Avuta risposta affermativa dallo sceriffo, il condannato dice il giorno dei Morti è il  my body’s doomsday il giorno del giudizio del mio corpo.

Insomma il dies irae per lui

 

Mi vengono in mente alcuni versi attribuiti a Tommaso da Celano (XIII secolo)

Judex ergo cum sedebit,
Quidquid latet apparebit,
Nil inultum remanebit.

 

A Buckingham invece tornano in mente le proprie malefatte considerate cause del male che sta cadendo addosso a lui

Dice che questo del proprio supplizio è il giorno augurato a se stesso quando giurò a  Edoardo IV che non avrebbe mai tradito i suoi congiunti.

Ora i suoi torti –wrongs (18)- gli tornano addosso.

Allora non parlai sul serio ma quel supremo Onniveggente-that high All-seer di cui mi feci beffe, ha ritorto l’auspicio sul mio capo

and given in earnest what I begg’d in jest” (22) mi ha dato sul serio quello che ho chiesto per burla.

 

In molti testi antichi l’essere celeste che vede tutto è il Sole che quindi non può essere ingannato

Nell' Iliade  Agamennone pregando Elio,  gli attribuisce la facoltà di vedere e ascoltare tutto:"  jHevliov" q  j , o{" pant j ejfora'/" kai; pavnt j ejpakouvei"" (III, 277)  ; una formula che torna un poco variata nell’ Odissea  (XI, 109) :"  jHelivou, o{" pavnt j ejfora'/ kai; pavnt j ejpakouvei"

Si tratta della profezia di Tiresia che Odisseo ha evocato dal mondo dei morti.


Nel Prometeo incatenato  di Eschilo  il titano invoca, tra gli altri, "to;n panovpthn kuvklon hJlivou"(v. 91), il disco del sole che tutto vede.

 
L'espressione si ritrova pure in Romeo e Giulietta di  Shakespeare:"the all-seeing sun ne'er saw her match, since first the world begun " , il sole che tutto vede non ha mai visto una sua pari da quando il mondo è cominciato, giura Romeo  (I, 2).

 

E’ impossibile dunque nascondere le malefatte al Sole che vede tutto : questo dio non si lascia ingannare e non inganna: “Virgilio, nella Georgica  Ia afferma la sincerità del sole nel dare segni:"Solem quis dicere falsum/audeat? " (463-464), il sole chi oserebbe chiamarlo falso?

 

Buckingham ricorda anche la maledizione di Margherita- Margaret’s curse- la quale was a prophetess (27) gli aveva vaticinato lo spezzamento del cuore dal dolore.

 

Finalmente il complice di Riccardo ha capito quanto sia vera l’ammonizione di Esiodo  il primo profeta della Giustizia:

:“Appronta mali a se stesso , un uomo che li prepara per un altro

Oi| g j a uJtw`/ kaka; teuvcei ajnh;r a[llw/ kaka; teuvcwn

e il progetto cattivo è pessimo per chi lo ha progettato”

 hj de; kakh; boulh; tw`/ bouleusanti kakivsth)

Opere e giorni, 265-266).

Se i potenti leggessero di più palerebbero e si compoterebbero meglio.

 

Buckingham ha capito ma troppo tardi: sollecita lui stesso le guardie di menarlo to the block of shame, al ceppo della vergogna e finisce dicendo: “ wrong hath but wrong, and blame the due of blame (Riccardo IIII, V, 1, 28-29), il danno riceve solo danno e la vergogna il dovuto alla vergogna.


giovanni ghiselli

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