lunedì 21 giugno 2021

Shakespeare, "Riccardo III". XL. Corso estivo alla Primo Levi di Bologna

Corso di giugno luglio nell’Università Primo Levi di Bologna- telefono 051-249868.
Il corso inizierà martedì 29 giugno e proseguirà fino a martedì 20 luglio. Ogni inconto sarà di due ore: dalle 18 alle 20.
 
Sto rileggendo il percorso cui apporto delle aggiunte.
La svalutazione e sottomissione della donna appartiene a diverse religioni e culture, non solo a quella islamica
 
 
Shakespeare Riccardo III del 1592
  
Riccardo III (1452 – 1485) fu l'ultimo sovrano d'Inghilterra appartenente alla casa di York, un ramo dei Plantageneti,  e regnò dal 1483  al 1485.
 
In molti casi indico la parentela etimologica delle parole inglesi con quelle latine e certe volte la parentela più indiretta con parole greche.
L’inglese è “lingua d’origine germanica  profondamente latinizzata[1]
 
Parte prima. La deformità somatica e mentale di Riccardo. La paura della donna. Metus mulieris genitivo soggettivo: la donna incute paura ai deformi brutti e matti.
 
Riccardo si presenta come deform’d-deformis (de= away; forma= shape) , unfinish’d-finis-finire-  (I, 1, 20) deforme, incompiuto …and so lamely and unfashionable that dogs bark at me, as I halt- Cf. Latin claudus, lame- by them (I, 1, 22-23) e così claudicante e goffo che I cani mi abbaiano quando arranco vicino a loro
Cfr. La zoppia di Edipo piede gonfio-oijdevw e oijdavw-pouv"- e la tirannide come monarchia claudicante.
 
 Riccardo duca di Gloucester dice al fratello Giorgio duca di Clarence: Why, this it is when men are rul’ed-regula-regere- by women (I, 1, 62), ecco che cosa succede quando gli uomini sono governati dalle donne.
We are not safe, Clarence, we are not safe  (I, 1, 70),  non siamo sicuri, Clarence, non siamo sicuri.
Vuole fargli credere che il re loro fratello, Edoardo IV , lo perseguita in quanto messo su dalla moglie, la regina Elisabetta. Mentre è Riccardo stesso che maneggia il male con metodo.
Riccardo utilizza la diffidenza e la paura atavica nei confronti della donna.
 
La paura della donna
Catone il Vecchio  si opponeva al lusso e alla libertas  femminile da lui intesa già come licentia [2]. 
E' la paura della donna a suggerire al Catone di Tito Livio alcune parole  sulla  necessaria sottomissione della femina  al fine di tenere sotto controllo una natura altrimenti riottosa .
Così si esprime il censore quando parla, nel 195 a. C., contro l'abrogazione della lex Oppia  che, dal 215, imponeva un limite al lusso delle matrone[3] le quali erano scese in piazza proprio per manifestare a favore dell'annullamento di questa legge suntuaria:" Maiores nostri nullam, ne privatam quidem rem agere feminas sine tutore auctore voluerunt, in manu esse parentium, fratrum, virorum...date frenos impotenti naturae et indomito animali et sperate ipsas modum licentiae facturas...omnium rerum libertatem, immo licentiam , si vere dicere volumus, desiderant… Extemplo simul pares[4] esse coeperint, superiores erunt "[5],  (XXXIV, 2, 11-14; 3, 2) i nostri antenati non vollero che le donne trattassero alcun affare, nemmeno privato senza un tutore, e che stessero sotto il controllo dei padri, dei fratelli, dei mariti...allentate il freno a una natura così intemperante, a una creatura riottosa e sperate pure che si daranno da sole un limite alla licenza...desiderano la libertà, anzi, se, vogliamo chiamarla  con il giusto nome, la licenza in tutti i campi…. appena cominceranno a esserci pari, saranno superiori.
 
Sentiamo anche il lunatico Re Lear (1605) di Shakespeare:" Guardate quella signora che sorride in modo affettato, la cui faccia fa presagire neve dove il corpo si biforca whose face between her forks  -furca- presages  presagium- snow, che affètta virtù that minces virtue  (lat. minutia e virtus) e scuote il capo and does shake the head  a sentir nominare il piacere to hear-ajkouvw- of pleasure’s-placēre- name- latino nomen, greco o[noma- ;
la puzzola e il cavallo nutrito d'erba fresca non vanno là (alla lussuria) con un appetito più sfrenato with a more riotous appetite- appetitus- latino appĕtere.
Sotto la vita esse sono centauri, sebbene donne nella parte superiore (down from the waist they are centaurs, though women all above); solo fino alla cintola esse sono eredi degli dèi but to the girdle do the gods inherit (lat. heres);  sotto è tutta del demonio beneath is all the fiend’s : lì c'è l'inferno, lì ci sono le tenebre there’s hell, -allied to cell small room, latino cella, stanzuccia-  there’s dark, lì c'è il pozzo solforoso the sulphourous pit-latino puteus che brucia, che scotta, c'è il fetore (stench), c'è la consunzione" (King Lear, IV, 6).
 
Questa svalutazione e svilimento del corpo femminile, necessario a chi voglia liberarsi dall'irrazionale soggezione alla libidine erotica, si trova nel Secretum  del Petrarca quando  Agostino che vuole liberare l'animo di Francesco dai due errori più pericolosi, l'amore per la gloria e l'amore per Laura, mette in guardia il poeta dai pericoli connessi alla bellezza delle donne, effimera e ingannevole se non addirittura inesistente:"Pauci enim sunt qui, ex quo semel virus illud illecebrose voluptatis imbiberint, feminei corporis feditatem de qua loquor, sat viriliter, ne dicam satis constanter, examinent " (III, 68), sono pochi quelli che, da quando una volta sola abbiano assorbito quel noto veleno del piacere seducente, possono considerare abbastanza energicamente, per non dire con sufficiente costanza, la laidezza del corpo femminile.
Come si vede la svalutazione e sottomissione della donna appartiene a diverse religioni e culture, non solo a quella islamica.
 
Crudele ironia shakespiriana quando Riccardo dice tra sé a proposito del fratello Clarence mandato nella torre perché venga ucciso da due sicari: “I do love thee so that I will shortly send thy soul to Heaven (I, 1, 118-119), ti voglio bene al punto che presto manderò in cielo la tua anima.
La brama del potere spinge a odiare e uccidere persino i fratelli. Si può pensare a Eteocle e Polinice, a Romolo e Remo.
giovanni ghiselli
 


[1] Tullio De Mauro, Storia linguistica dell’Italia repubblicana dal 1946 ai nostri giorni, Laterza, 2014, p. 39
[2] Livio, XXXIV, 2, 11-14.
[3] Vietava tra l'altro di indossare vesti multicolori o di girare per Roma su un cocchio a doppio traino di cavalli.
[4] Evidentemente la parità fa paura ai maschi. Lo aveva già detto Marziale (40 ca-104 d.C.) nella clausula di un suo epigramma:" Inferior matrona suo sit, Prisce, marito:/non aliter fiunt femina virque pares " (VIII, 12, 3-4), la moglie, Prisco, stia sotto il marito: non altrimenti l'uomo e la donna diventano pari.
[5]Tito Livio, Storie , XXXIV, 3, 2.

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