mercoledì 4 maggio 2022

Sofocle, "Edipo re". 15. 99-104

Adolfo De Carolis, Edipo re
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Traduzione
Edipo
Con quale purificazione? Qual è il carattere della disgrazia?
 
Creonte
dobbiamo cacciare in esilio, oppure la strage con una seconda strage
cancellarla, poiché questo è il sangue che tempesta la città
 
Edipo
Insomma di quale uomo indica questa sorte?-
 
Creonte
C'era una volta per noi, o sire, Laio quale re
di questa terra, prima che tu rimettessi in piedi questa città
  
99 kaqarmw'/: nonostante la presunzione intellettuale, l'impurità volontaria o no (cfr. I tragici greci di G. Perrotta, p.29) [1], e l'involuzione tirannica, il carattere di Edipo ha un fondo buono, ossia favorevole alla vita: non vuole ammazzare ma purificare (kaqaivrein). E' vero che in essa c'è anche un’inconscia componente autodifensiva, eppure la stoffa del figlio di Laio non è abbastanza dura per consentirgli di fare il tiranno fino in fondo.
 La degenerazione dispotica lo porta a volere la morte di Creonte, ma, in questa fase, alla pena capitale è anteposta la purificazione che del resto è il senso e lo scopo stesso della tragedia. C'è un dattilo in terza sede.
vv. 100-101 ajndrhlatou'nta" h] () luvonta": i due participi in accusativo sono retti da a[nwgen (comanda) del v.96. Creonte presenta due soluzioni possibili: una moderata e umana, mandare in esilio, l'altra autoritaria e antiumana, cioè aggravare la strage con una seconda strage. Questa è lex talionis : chi ha commesso fovno", deve subire ajntivfono" divkh, come sostiene la protagonista eponima dell’ Elettra di Sofocle (v.248), altrimenti il morto assassinato giacerà infelice (keivsetai tavla", v.245), mentre fra tutti i mortali verrebbero meno pudore e pietà (aijdwv"..eujsevbeia,vv.249-250).
Edipo, nel risvegliarsi della sua coscienza, non vuole applicare la legge del taglione ad alcuno dei suoi sudditi chiunque si rivelerà colpevole, sarà allontanato illeso-ajblabhv~- dalla terra (Edipo re  v.229). Il tiranno di Tebe vuole trasfigurarsi in autorità razionale che agisce per il bene dei sudditi e chiede a se stesso più che a loro. Egli erra e pecca nei confronti degli dei e di Tiresia, ma verso i sudditi è buono, generoso, leale come deve essere un uomo.
Poco fa (4 maggio 2022) nella 7 condotta dalla Merlino un tal Cazzola, uno di quelli dalla  pancia affondate dentro tristi brache, come dice bene Pisolini, ha auspicato il rinnovarsi dello scempio di piazzale Loreto per Putin.
In nome della “democrazia liberale” dell’Occidente.
v. 102.  poivou ajndrov~: Edipo è un umanista: alla domanda della Sfinge ha risposto"l'uomo"; per lui la soluzione dell'enigma e l'oggetto dell'idagine è l'essere umano.
Nietzsche in Aurora  annovera Sofocle tra gli autori che sono "pensatori di uomini", e sostiene che per questa ragione nella poesia di questo drammaturgo "giunge alla sua estrema, splendida fioritura quella cultura della più spregiudicata conoscenza del mondo (... )che merita di essere battezzata col nome dei suoi maestri, i sofisti." (Libro terzo, 168 Un modello)
Non condivido l'accostamento di Sofocle ai sofisti se non genericamente per la"  ajnqrwpivnh sofiva", la sapienza relativa all'uomo, del resto rivendicata anche da Socrate nella Apologia (20d) scritta da Platone.
104- 105-hJgemwvn. Il carattere autoritario di Creonte insiste sul potere: in questi due versi è ripetuta l'idea del comandare. Inoltre nello schema formale epico c'è il ricordo di una situazione antica (h\n povq j) con una nota di rimpianto per Laio, la cui supremazia era uno stato, sottolineato dall'imperfetto, tempo di continuità, (h\n hJgemwvn), mentre quella di Edipo è un atto, reale ma dal tempo limitato ( privn con l'infinito ajpeuquvnein), e già via di fallimento. Il verbo all’infinito indica un rimettere in piedi una città che è già stata malata e ora sta ricadendo nel male.

Bologna 4 maggio 2022 ore 18, 11
giovanni ghiselli

p. s
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[1] “Un delitto, anche involontario, era soprattutto una contaminazione: basta leggere l’Edipo re sofocleo per non dimenticare questa concezione fondamentale del mondo morale greci. Soltanto nell’ Edipo a Colono, la tragedia dell’estrema vecchiezza di Sofocle, l’eroe affermerà solennemente di essere innocente per avere peccato involontariamente; ma anche nell’Edipo a Colono, la vecchia concezione greca non è superata: Edipo si considera ancora un impuro. Per Eschilo, come per Sofocle del primo Edipo, l’involontarietà non cancella, forse neppure attenua la colpa” 

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