lunedì 9 maggio 2022

Sofocle, "Edipo re". 26. Parodo, terza strofe vv.190-202

Adolfo De Carolis, Edipo re
PER VISUALIZZARE IL GRECO SCARICA IL FONT 
HELLENIKA QUI E GREEK QUI
 
Sommario
Segue la deprecazione di Ares, lo smodato, che ispira pestilenziale frenesia di guerra. Possa egli ritirarsi in tutte le direzioni, sparisca con i demagoghi suoi seguaci, e il suo fuoco dannoso e deleterio venga annientato da quello luminoso, purificatore, salvifico di Zeus.
 
Traduzione
E Ares, lo smodato, che
 ora senza bronzo di scudi
mi brucia tra le grida aggredendo
(prego) che volga la schiena in una corsa retrograda, precipitosa
lontano dal confine della patria,sia verso il grande
talamo di Anfitrite
sia verso il tracio flutto
inospitale agli ormeggi:
infatti alla fine se qualche cosa la notte lascia fuggire,
 su questa si avventa il giorno.
Costui o tu che distribuisci
la potenza dei lampi infuocati
Zeus padre, annientalo sotto il tuo fulmine
 
Commento
190 malerovn: etimologizzabile con mavla significa quello che supera la misura giusta; infatti la genesi delle guerre aggressive e rapaci è l'incapacità di tenersi dentro i termini umani.
L'aggettivo, concordato in accusativo con [Area, è soggetto dell'infinito nwtivsai (vv.193) retto da un eu[comai, prego, sottinteso.
Nell'Elettra (v.96) Sofocle  attribuisce ad Ares la qualifica di "foivnio"", sanguinario.
Ares spinge alla guerra le persone predisposte alla prepotenza e alla rapina. Li adesca con speranze di vantaggi in termini di potere e di ricchezza.
Diversi decenni più tardi (356 a. C.) Isocrate nell'orazione Per la pace (34) scriverà:"Vedo infatti che coloro i quali preferiscono l'ingiustizia e reputano massimo bene prendere qualcuna delle cose altrui, si trovano nelle stesse condizioni degli animali adescati- o{moia pavsconta~ toi`~ deleazomevnoi~ tw`n zwvwn (34); e in un primo tempo godono di quanto hanno preso, ma presto si trovano in mezzo ai mali più gravi."
191-ajspivdwn: l'assenza dell'arma usata principalmente per la difesa è un'allusione alla guerra degli Ateniesi, non difensiva ma combattuta per la pleonexiva, per avere di più.
-192 peribovato": morto Pericle, la guerra del Peloponneso condotta dai demagoghi non è più cavalleresca, come l'aveva voluta il re non coronato di Atene, bensì sleale e becera.
Gli eroi omerici si scambiavano doni e cortesie(cfr. Iliade ,VI,119-236) dove si vede la"gran bontà dei cavalieri antiqui".
 
Per la volgarità dei demagoghi cfr. i Cavalieri  di Aristofane del 424
In questa commedia Servo I (che allude allo stratego Demostene) spiega al Salsicciaio Agoracrito come si governa:  devi pasticciare e insaccare insieme gli affari pubblici (tavratte kai; covrdeu j oJmou' ta; pravgmata, 214), e conquistare il popolo addolcendolo con manicaretti di parole.  Gli altri requisiti del demagogo li hai: fwnh; miarav, voce ripugnante, sei malnato e piazzaiolo gevgona" kakw'" , ajgorai'o" ei\ (218). Mi vengono in mente alcuni personaggi televisivi pagati dal governo tipo Parenzo e Telese che tuonano con voce ripugnante a favore della guerra a oltranza. Ucraini e Russi muoiono mentre loro si ingozzano.
192 -nwtivsai:è infinito aoristo di nwtivzw=volgo la schiena (nw'ton) e dipende da un verbo di pregare sottinteso.
-193 palivssuton dravmhma è accusativo dell'oggetto interno di nwtivsai e vale "in una corsa dai salti all'indietro" (pavlin e seuvomai=balzo.)
Potrebbe esserci un'allusione alla fine del Cleone di Tucidide il quale, ignorante e codardo (V,7), muore colpito mentre fugge (V,10) dall'assedio di Anfipoli e cade appunto (Edipo re 193-194)
pavtra"- a[pouron  (da ajpov e ou|ro", forma ionica di o{ro"=confine)-  194-195mevgan qavlamon jAmfitrivta~ Anfitrite in Esiodo (Teogonia,v.930) è la Nereide sposa dell'Ennosigeo Poseidone, e il mare grande in generale è l'oceano Atlantico; dunque l'espressione dovrebbe significare i mari occidentali dove naufragò il sogno talassocratico salpato per la Sicilia.
-196 o{rmwn=genitivo di allontanamento retto da ajpovxenon: che respinge gli ospiti.
197 Qrh/vkion: questo è l'altro fronte della guerra, ossia la zona delle operazioni belliche dove Cleone morì  nel 422 combattendo contro lo spartano Brasida, il secondo pestello della Grecia.
Nella Pace di Aristofane del 421 Il pestello (aJletrivbano" , v. 269) degli Ateniesi, il cuoiaio (oJ bursopwvlh" , v. 270) che sconvolgeva l'Ellade è morto. Così pure Brasida, il pestello dei Lacedemoni. Sicché è possibile porre termine alla guerra-
198 ajfh/' è cong. aor. di ajfivhmi=lascio andare.-
199 ejp  j(...) e{rcetai=tmesi; il verbo è costruito con l'accusativo.
- a\mar dorico per  h|mar: il giorno, dopo la notte, come già i mari dei versi precedenti, indicano i punti cardinali e le direzioni dell'espansionismo ateniese, tentato dall'armata e dalle battaglie, del resto in gran parte perdute. Quelli che non sono morti a occidente, in Sicilia, sono caduti a oriente, in Asia minore, oppure a nord, nella Calcidica, e, qualche lustro prima(nel 454) anche a sud, in Egitto. E' un giro panoramico sull'orizzonte cruento delle guerre ateniesi.
200tovn=Ares -ta'n=tw'n, è aggiunta resa necessaria dal metro.-
201 ajstrapa'n=ajstrapw'n specificazione di krath.
202 keraunw'/:il fulmine di Zeus che distribuisce potenza luminosa e dà ordine (cfr.Eraclito, 117 Diano: "ta; de; pavnta oijakivzei keraunov"", il fulmine governa tutto) è invocato perché annienti il fuoco fumoso e distruttore di Ares.-fqivson: imperativo aoristo di fqivw.

Giovanni ghiselli   9 maggio  2022 ore 17, 19
 
p. s.
Statistiche del blog
Sempre1247381
Oggi212
Ieri326
Questo mese3017
Il mese scorso10759 

Nessun commento:

Posta un commento

Il caso Vannacci e la doverosa difesa della parresia.

  Sono in disaccordo su tutto quanto dice,   scrive e forse pensa il generale Vannacci, eppure sostengo la sua libertà di parola, come...