NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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martedì 31 maggio 2022

Sofocle, Edipo re vv. 334-377.


 Primo episodio  già pubblicato in questo blog fino al verso 333

 

Riprendo la traduzione  con un po’ di commento  dal verso 334 per congiungermi al primo Stasimo già pubblicato.

Effettuato il congiungimento, passerò al secondo stasimo. Scusate i problemi di montaggio.

 

Traduzione versi 334.-341

Edipo

“O pessimo tra i malvagi, infatti tu muoveresti all'ira

anche una natura di pietra, non parlerai una buona volta,

ma ti mostrerai così duro all'infinito?”

Tiresia

“Hai biasimato la mia indole, però la tua, quella che

vive con te, non l'hai vista, però critichi me”

Edipo

"Chi infatti, chi non si adirerebbe,  udendo

tali parole con le quali tu ora disonori questa città?"

Tiresia

Difatti esse si avvereranno (h{xei ga;r aujtav  anche se io le copro con il silenzio (Edipo re, 341)

 

Commento

Cfr. l’Agamennone di Eschilo quando Cassandra, di spirito profetico dotata, dice:  Se non convinco, che importa? To; mevllon h{xei (1240) il futuro verrà

 

Edipo

E allora quelle che si compiranno, bisogna pure che tu le dica a me.-

 

Tiresia

Non posso parlare oltre. Di fronte a questo, se vuoi,

arrabbiati con l'ira che sia la più selvaggia.

 

Edipo

E non tralascerò nessuna, irato come sono,

delle cose che, appunto, capisco. Sappi infatti che a me sembra

che tu abbia progettato l'azione e vi abbia pure  operato, per quanto/

non uccidendo con le mani; ma se tu potessi a vedere

anche quest'opera direi che è tua, e tua soltanto.

 

Tiresia

Davvero? Io ti ingiungo di attenerti

al bando che hai proclamato e dal giorno

di oggi non devi rivolgere la parola né a questi né a me

poiché sei tu l'empio contaminatore di questa terra 353

 

Commento

Il personaggio Edipo è denso di significati come  le parole di Sofocle

 Nella sua vita tribolata attraversa varie identità: il bambino reietto, il principe corinzio dubitoso della propria identità, l'assassino, il salvatore, il re adorato, il contagiatore, il farmakov", infine, a Colono, il santo benefattore: perciò la sua umanità è vastissima e ciascuno di noi può identificarsi con lui. Ecco perché questo dramma è una delle grandi opere prodotte dall'umanità.

 

 

vv.354-377.

Sommario

Edipo minaccia il profeta, che da parte sua conta sulla forza della verità, e , nello stesso tempo, lo spinge a parlare. Tiresia allora lo accusa apertamente di essere l'assassino di Laio e, sempre più incalzato, allude anche alla relazione incestuosa dell'avversario il quale continua a mescolare le minacce con le provocazioni. Quindi  il tiranno rinfaccia la cecità al vate: questo allora profetizza che Apollo farà precipitare l'assassino incestuoso nella peggiore delle catastrofi.

Edipo

Così spudoratamente hai tirato fuori questa

maledizione? E dove credi che potrai sfuggirle?

Tiresia

L'ho sfuggita: infatti nutro la forza della verità.

Edipo

Ammaestrato da chi? Non certo dall'arte

Tiresia

Da te: tu infatti mi hai spinto contro voglia a dire…

Edipo

Quale parola? Dilla un'altra volta perché comprenda di più

 

Commento

Ecco di nuovo la sana volontà di apprendere, di esaminare, poiché , come dirà Socrate nell' Apologia (38a) di Platone:"oJ de; ajnexevtasto" bivo" ouj biwto;" ajnqrwvpw/", la vita senza indagine non è degna di esssere vissuta per l'uomo.  

 

Tiresia

Non hai capito prima? Oppure mi provochi a parlare?

Edipo

Non tanto da dire che è cosa conosciuta. Avanti, ripetila.

Tiresia

Dico che sei tu l'assassino dell'uomo di cui cerchi l'assassino.

Edipo

Ma non provando qualche piacere dirai le ingiurie due volte.

Tiresia

Ti devo dire anche qualcos'altro allora perché ti adiri di più?-

Edipo

Quanto vuoi, tanto per me sarà detto invano.

Tiresia

Io dico che tu non ti accorgi di avere relazioni vergognosissime

con i tuoi consanguinei, e che non vedi dove sei nel male

Edipo

Credi davvero che dirai sempre queste parole godendo?

Tiresia

Sì, se c'è davvero una forza della verità

Edipo

Ma c'è, tranne che per te; tu questa non l'hai davvero, siccome

sei cieco di orecchi e di mente e di occhi.

Tiresia

Tu sei un disgraziato a rinfacciarmi questi mali che non uno

di questi non rinfaccerà tra poco a te".

Edipo

Tu sei nutrito da una  notte unica, tanto che né me

né un altro, chiunque veda la luce, potresti mai danneggiare 375

 

Commento

Il re rinfaccia al profeta di non avere  esperienza di vita. Sappiamo da Ovidio che il profeta di Tebe non è stato sempre cieco, ma perse la vista per un suo arbitrato sgradito a Giunone.

Giove e sua moglie, dopo una discussione, avevano deciso di domandare a Tiresia chi provasse maggior piacere tra l'uomo e la donna nell'atto sessuale.

Giove disse: “Maior vestra profeto est/quam quae contingit maribus voluptas”.

Giunone non è d’accordo: “illa negat; placuit quae sit sententia docti-quaerere Tiresiae: Venus huic erat utraque nota” 

 ""( Metamorfosi, III, 329- 323).

Tiresia “dicta Iovis firmat; gravius Saturnia iusto- fertur diluisse

Tiresia conferma le parole di Giove e Giunone se la prende più del giusto

Sicché la regina degli dèi tolse la vista a Tiresia.

Ma Giove “pro lumine adempto-scire futura dedit” . Lo ricompensò con la chiaroveggenza relativa al futuro

 Eliot in una nota a La Terra desolata (v.218) cita i vv.320-338 del libro del poeta latino e definisce l'intero passo"di grande interesse antropologico".

 

Tiresia continua

Infatti non è destino- moi`ra- che tu cada per mano mia, poiché

basta Apollo cui sta a cuore fare pagare questi misfatti 377

Commento

".376-moi'ra: è la parte(cfr.mevro") che ciascun uomo recita sul palcoscenico della vita. Deve corrispondere al suo carattere, al suo destino, se vuole recitare egregiamente.

 

Interessante la definizione, stoica, di fato che si trova nel  De Divinatione   di Cicerone:"Fieri igitur omnia fato ratio cogit fateri. Fatum autem  id appello, quod Graeci eiJmarmevnhn, id est  ordinem seriemque causarum, cum causae causa nexa rem ex se gignat "(I, 55), la ragione dunque ci fa riconoscere che tutto avviene per destino. Chiamo Destino l'eimarmène dei Greci, cioè l'ordine e la serie delle cause, poiché una causa  connessa a un'altra fa nascere un effetto da sé.

Un  ordine che dobbiamo vedere, capire e assecondare, se no ci distrugge

Bologna 31 maggio 2022 ore 18, 39

 

giovanni ghiselli

 

 

 

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