Primo episodio già pubblicato in questo blog fino al verso 333
Riprendo la traduzione con un po’ di commento dal verso 334 per congiungermi al primo Stasimo già pubblicato.
Effettuato il congiungimento, passerò al secondo stasimo. Scusate i problemi di montaggio.
Traduzione versi 334.-341
Edipo
“O pessimo tra i malvagi, infatti tu muoveresti all'ira
anche una natura di pietra, non parlerai una buona volta,
ma ti mostrerai così duro all'infinito?”
Tiresia
“Hai biasimato la mia indole, però la tua, quella che
vive con te, non l'hai vista, però critichi me”
Edipo
"Chi infatti, chi non si adirerebbe, udendo
tali parole con le quali tu ora disonori questa città?"
Tiresia
Difatti esse si avvereranno (h{xei ga;r aujtav anche se io le copro con il silenzio (Edipo re, 341)
Commento
Cfr. l’Agamennone di Eschilo quando Cassandra, di spirito profetico dotata, dice: Se non convinco, che importa? To; mevllon h{xei (1240) il futuro verrà
Edipo
E allora quelle che si compiranno, bisogna pure che tu le dica a me.-
Tiresia
Non posso parlare oltre. Di fronte a questo, se vuoi,
arrabbiati con l'ira che sia la più selvaggia.
Edipo
E non tralascerò nessuna, irato come sono,
delle cose che, appunto, capisco. Sappi infatti che a me sembra
che tu abbia progettato l'azione e vi abbia pure operato, per quanto/
non uccidendo con le mani; ma se tu potessi a vedere
anche quest'opera direi che è tua, e tua soltanto.
Tiresia
Davvero? Io ti ingiungo di attenerti
al bando che hai proclamato e dal giorno
di oggi non devi rivolgere la parola né a questi né a me
poiché sei tu l'empio contaminatore di questa terra 353
Commento
Il personaggio Edipo è denso di significati come le parole di Sofocle
Nella sua vita tribolata attraversa varie identità: il bambino reietto, il principe corinzio dubitoso della propria identità, l'assassino, il salvatore, il re adorato, il contagiatore, il farmakov", infine, a Colono, il santo benefattore: perciò la sua umanità è vastissima e ciascuno di noi può identificarsi con lui. Ecco perché questo dramma è una delle grandi opere prodotte dall'umanità.
vv.354-377.
Sommario
Edipo minaccia il profeta, che da parte sua conta sulla forza della verità, e , nello stesso tempo, lo spinge a parlare. Tiresia allora lo accusa apertamente di essere l'assassino di Laio e, sempre più incalzato, allude anche alla relazione incestuosa dell'avversario il quale continua a mescolare le minacce con le provocazioni. Quindi il tiranno rinfaccia la cecità al vate: questo allora profetizza che Apollo farà precipitare l'assassino incestuoso nella peggiore delle catastrofi.
Edipo
Così spudoratamente hai tirato fuori questa
maledizione? E dove credi che potrai sfuggirle?
Tiresia
L'ho sfuggita: infatti nutro la forza della verità.
Edipo
Ammaestrato da chi? Non certo dall'arte
Tiresia
Da te: tu infatti mi hai spinto contro voglia a dire…
Edipo
Quale parola? Dilla un'altra volta perché comprenda di più
Commento
Ecco di nuovo la sana volontà di apprendere, di esaminare, poiché , come dirà Socrate nell' Apologia (38a) di Platone:"oJ de; ajnexevtasto" bivo" ouj biwto;" ajnqrwvpw/", la vita senza indagine non è degna di esssere vissuta per l'uomo.
Tiresia
Non hai capito prima? Oppure mi provochi a parlare?
Edipo
Non tanto da dire che è cosa conosciuta. Avanti, ripetila.
Tiresia
Dico che sei tu l'assassino dell'uomo di cui cerchi l'assassino.
Edipo
Ma non provando qualche piacere dirai le ingiurie due volte.
Tiresia
Ti devo dire anche qualcos'altro allora perché ti adiri di più?-
Edipo
Quanto vuoi, tanto per me sarà detto invano.
Tiresia
Io dico che tu non ti accorgi di avere relazioni vergognosissime
con i tuoi consanguinei, e che non vedi dove sei nel male
Edipo
Credi davvero che dirai sempre queste parole godendo?
Tiresia
Sì, se c'è davvero una forza della verità
Edipo
Ma c'è, tranne che per te; tu questa non l'hai davvero, siccome
sei cieco di orecchi e di mente e di occhi.
Tiresia
Tu sei un disgraziato a rinfacciarmi questi mali che non uno
di questi non rinfaccerà tra poco a te".
Edipo
Tu sei nutrito da una notte unica, tanto che né me
né un altro, chiunque veda la luce, potresti mai danneggiare 375
Commento
Il re rinfaccia al profeta di non avere esperienza di vita. Sappiamo da Ovidio che il profeta di Tebe non è stato sempre cieco, ma perse la vista per un suo arbitrato sgradito a Giunone.
Giove e sua moglie, dopo una discussione, avevano deciso di domandare a Tiresia chi provasse maggior piacere tra l'uomo e la donna nell'atto sessuale.
Giove disse: “Maior vestra profeto est/quam quae contingit maribus voluptas”.
Giunone non è d’accordo: “illa negat; placuit quae sit sententia docti-quaerere Tiresiae: Venus huic erat utraque nota”
""( Metamorfosi, III, 329- 323).
Tiresia “dicta Iovis firmat; gravius Saturnia iusto- fertur diluisse
Tiresia conferma le parole di Giove e Giunone se la prende più del giusto
Sicché la regina degli dèi tolse la vista a Tiresia.
Ma Giove “pro lumine adempto-scire futura dedit” . Lo ricompensò con la chiaroveggenza relativa al futuro
Eliot in una nota a La Terra desolata (v.218) cita i vv.320-338 del libro del poeta latino e definisce l'intero passo"di grande interesse antropologico".
Tiresia continua
Infatti non è destino- moi`ra- che tu cada per mano mia, poiché
basta Apollo cui sta a cuore fare pagare questi misfatti 377
Commento
".376-moi'ra: è la parte(cfr.mevro") che ciascun uomo recita sul palcoscenico della vita. Deve corrispondere al suo carattere, al suo destino, se vuole recitare egregiamente.
Interessante la definizione, stoica, di fato che si trova nel De Divinatione di Cicerone:"Fieri igitur omnia fato ratio cogit fateri. Fatum autem id appello, quod Graeci eiJmarmevnhn, id est ordinem seriemque causarum, cum causae causa nexa rem ex se gignat "(I, 55), la ragione dunque ci fa riconoscere che tutto avviene per destino. Chiamo Destino l'eimarmène dei Greci, cioè l'ordine e la serie delle cause, poiché una causa connessa a un'altra fa nascere un effetto da sé.
Un ordine che dobbiamo vedere, capire e assecondare, se no ci distrugge
Bologna 31 maggio 2022 ore 18, 39
giovanni ghiselli
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