Adolfo De Carolis, Edipo re |
Sommario
Viene descritta la pena e la consunzione della città alla cui salvezza non basta arma di pensiero: infatti la vita declina nella terra che non produce frutti e nelle donne che non partoriscono; invece si ammucchiano dappertutto i cadaveri i quali poi diventano uccelli che si levano a volo verso la sponda del dio della sera, nel putrido regno del nulla.
Traduzione
Ahimé, innumerevoli infatti sopporto
le pene e mi sta male tutto
lo stuolo, e non c'è arma della mente
con cui uno si difenderà; infatti non crescono i frutti
della terra famosa, né con i figli
si alzano le donne
dai travagli che fanno gridare;
ma uno sull'altro
potresti vederli, come uccelli dalle larghe ali,
con spinta maggiore del fuoco che infuria, levarsi
verso la sponda del dio della sera.
Commento
168 ajnavriqma:diversamente da Edipo che vuole misurare e commisurare (cfr.vv.73 e 84), il coro non riesce più a contare le sofferenze. Quando le pene sono innumerevoli non si sa più neanche per quale ragione si soffre e viene meno la capacità di reagire.
Cesare Pavese nell'ultima pagina di Il mestiere di vivere , in data 18 agosto 1950, ossia dieci giorni prima di ammazzarsi, scriveva:"Più il dolore è determinato e preciso, più l'istinto della vita si dibatte, e cade l'idea del suicidio".
Nell'Elettra sofoclea (v.236) la protagonista domanda:"kai; tiv mevtron kakovtato" e[fu; quale misura c'è nella sventura?
169-nosei': questo verbo, riferito a una comunità, spesso indica una malattia morale. Cfr. p. e. Antigone 1015 dove Tiresia accusa Creonte di essere lui, dopo Edipo, il contaminatore che rende malata la città: “th`~ sh`~ ejk frenov~ nosei` povli~”
170-stovlo": questo vocabolo al pubblico Ateniese di allora poteva far venire in mente l’equipaggio di una flotta da armare (stevllein) per una spedizione militare .
Tale significato si trova nelle Storie di Erodoto (I,4,3), non senza una nota di biasimo, a proposito della spedizione panellenica contro Troia:"J {Ellhna" de; Lakedaimonivh" ei[neken gunaiko;" stovlon mevgan sunagei'rai", i Greci per una donna spartana, radunarono una grande flotta. Se per l'Edipo re accettiamo la cronologia bassa di G. Perrotta (Sofocle, p.267), questi versi possono contenere un'allusione alla sciagurata spedizione in Sicilia dove andarono distrutte la gioventù e la potenza della povli".
Hölderlin traduce Und krank ist mir das ganze Volk (173). Io preferisco attribuire a stovlo~ un significato militare.
-e[ni=e[nesti.--frontivdo" e[gco": indica la cultura razionalistica e sofistica che, mentre proclama l'uomo misura di tutte le cose, e sommo bene l'utile personale, non potrà mai rendere giuste l'ingiustizia e la violenza, non agli occhi dell'uomo religioso. L'intelligenza spregiudicata di Alcibiade che ha voluto la catastrofica spedizione, non ha fatto progredire la città.
In Tucidide (VI,18, 6) il brillante demagogo parla agli Ateniesi e afferma che tendere insidie e tenere sottomesse altre genti, per loro è una necessità, dal momento che i rapporti reali sono di forza e predominio. La guerra perciò sarebbe inevitabile; " siate convinti che la città se resterà tranquilla si logorerà da sola-, come ogni altra cosa, e ogni scienza invecchierà in lei. Al contrario, continuando a combattere guadagnerà sempre in esperienza e terrà sempre l’abitudine di difendersi non con la parola ma con l’azione ouj lovgw/ ajll j e[rgw/".
171 –ajlevxetai: futuro da un presente ajlevkw poco usato: è più comune il presente ajlevxw e il futuro ajlexhvsw.—
171-172e[kgona kluta'" cqono;": sono i prodotti del suolo, i figli delle femmine e le creazioni dell'arte. La terra è famosa(kluthv) in quanto si fa udire (kluvein);. Ma ora le donne rimangono senza figli, la madre terra non dà frutti, e la poesia di Euripide, secondo Aristofane (cfr. Rane), quindi Nietzsche, perde la pietà tragica sostituendola con trovatine ingegnose e sottili.-
au[xetai: indicativo presente medio da au[xw. La forma attiva e transitiva significa "accresco", ed è collegabile ad Augustus e auctor 172tovkoisin: tovko" è il parto e il frutto del parto: la sterilità è generale, ma più penosamente si manifesta nelle femmine umane che si alzano senza figli dai travagli dolorosi.
-173-174 ijhivwn kamavtwn=è genitivo di separazione retto da ajnevcousi.
-176a{per= w{sper
o[rnin: invece dei bambini che non nascono, abbiamo un mucchio di morti che, trasfigurandosi in uccelli, si levano a volo verso il regno delle tenebre. Così nell'Odissea i proci ammazzati diventano simili a pipistrelli (wJ" nukterivde", XXIV, 6) che squittiscono svolazzando guidati da Ermes psicopompo che li conduce per putridi sentieri (10) verso il luogo dove abitano le ombre, immagini dei morti.
-177 ajmaimakevtou: formato da aj- intensivo e maimavssw=infurio.
Il mese delle tempeste infatti, novembre-dicembre, si chiama Maimakthriwvn. I morti nelle guerre aggressive conservano la connotazione violenta della loro vita. Il fuoco ajmaimavketon in Esiodo (Teogonia ,v.319) è quello spirato dalla Chimera, un mostro tricefalo, tremendo, grande, dai piedi veloci, e possente, che tuttavia viene soggiogato da Pegaso con il valoroso Bellerofonte (v.325).-
178 eJspevrou qeou'= il dio occidentale, della sera, è Ades: gli uomini pieni di colpa, una volta uccisi, non vanno nelle regioni della luce ma verso la riva dell'Acheronte, situata a occidente.
Bologna 8 maggio 2022 ore 18, 25
giovanni ghiselli
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