mercoledì 4 maggio 2022

Sofocle, "Edipo re". 14. 91-98

Adolfo De Carolis, Edipo re
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Traduzione
Creonte
Se desideri ascoltare mentre questi sono presenti,
sono pronto a parlare, ma anche a venire dentro
 
Edipo
Parla a tutti. Di questi infatti io porto
il dolore più che per la mia vita.
 
Creonte
Potrei dire quali parole ho udito dal dio.
Ci comanda chiaramente Febo signore
di cacciare la contaminazione dalla regione poiché è stata nutrita
in questa terra, e di non nutrirla finché divenga incurabile".
 
91-92 La seconda proposta, quella di tenere il segreto nel “palazzo” è un indizio del carattere autoritario di Creonte il quale forse preferirebbe tenere celati al popolo gli arcana imperii : infatti in questo dramma egli è servile con Edipo tiranno, e dispotico con il medesimo dopo che questo è caduto. Nell'Antigone (v. 672) Creonte dice che non c'è male più grande dell'anarchia:"ajnarciva" de; mei'zon oujk e[stin kakovn". La peiqarciva invece salva le vite. Dunque bisogna sempre obbedire-peivqesqai- a chiunque comandi.
 
93 ej" panta": Edipo invece presenta aspetti antiautoritari: non devono esserci segreti nè muri tra la piazza e il palazzo. Tale vena però lo porta a combattere contro sacerdoti e oracoli, cioè su posizioni che Sofocle condanna.
 
94 to; pevnqo~-  Edipo è un crocicchio di pene, un nodo di dolore che gli darà una straordinaria facoltà di comprendere. Egli ribadisce continuamente di essere straordinariamente capace di soffrire e di capire attraverso la sofferenza. Questa, una volta compresa, ci porta alla razionalità.
Nell’Edipo a Colono egli dirà: :" ejpei; tav e[rga mou-peponqovt j ejsti; ma'llon  h] dedrakovta" (Edipo a Colono, vv. 266-267), poiché le mie azioni sono state subite piuttosto che fatte
Lo stesso afferma Re Lear, "the lunatic King " di Shakespeare:" I am a man/more sinned against than sinning" (King Lear, III, 2), sono uno contro cui si è peccato più di quanto io abbia peccato.
 
Simile nodo di dolore è Ecuba che  nelle Troiane di Seneca dice al nuntius il quale dice di non sapere se debba raccontare e piangere prima la sciagura di Andromaca o quella della vecchia regina che gli risponde: quoscumque luctus fleveris, flebis meos:/ sua quemque tantum, me omnium clades premit;/mihi cuncta pereunt: quisquis est Hecubae est miser " (vv. 1061-1062), qualunque lutto piangerai, piangerai il mio: ciascuno schiaccia soltanto la propria rovina, me quella di tutti; tutti gli affetti miei sono morti; chiunque è un caro di Ecuba è infelice!  
 
Altrettanto la Duchessa di York, madre di Riccardo, del re Edoardo IV e di Clarence. Quando viene a sapere della morte di Edoardo e Clarence, replica al lamento dei figli di Clarence e della vedova del re dicendo: “Alas, I am the mother of these griefes:-Their woes are parcell’d, mine is general” (Riccardo III, II, 2), ahimé, io sono la madre di questi lutti: i loro dolori sono suddivisi, il mio li comprende tutti. 
"Il pathos", afferma Hegel (Estetica, I vol.,p.306), "è un elemento essenziale della ragione"; e, più avanti(II vol., p. 1555), sostiene che" gli antichi nelle tragedie operavano soprattutto attraverso il lato oggettivo del pathos".
Il dolore del re di Tebe ha un significato storico e civile;  non è pena meramente individuale.
Così ora le sofferenze degli Ucraini e dei Russi riguardano tutta l’Europa, anzi tutta l’umanità.
 
95 levgoim j(i) : l'ottativo di urbanità è formale e irritante per Edipo in attesa ansiosa; Creonte continua a parlare in maniera non diretta.
-tou` qeou` pavra=anastrofe con baritonesi.-
.-a[nax: dopo l'indugio verbale che comincia a innervosire Edipo, Creonte riferisce le parole di Apollo attribuendogli l'epiteto con il quale è stato interpellato egli stesso mentre entrava in scena (v.85). Dunque il vice tiranno si considera anche il vicario del dio invocato a risanare la terra sconciata dal mivasma.
 
 
97-mivasma: parola chiave di questo dramma.
teqrammevnon: participio perfetto medio-passivo di trevfw che ritorna all'infinito attivo nel verso successivo senza risparmio di ripetizioni.
Tale apparente incuria sottolinea l'ansia di chi parla; del resto il verbo scelto e iterato mette in luce il fatto che il mivasma è qualcosa di intrecciato con il destino di Edipo: il mivasma è lui stesso legato anche incestuosamente al mondo delle donne sue consanguinèe e intollerante degli uomini:  ha ammazzato il padre; accuserà il cognato e zio Creonte (Edipo Re,  v.535), poi lo maledirà (Edipo a Colono,  v.865), come farà con i figli  maschi che sono pure suoi fratellastri (Edipo a Colono, v.1375) ; ha sposato la madre, per le figlie-sorellastre prova compassione(Edipo re, v.1508) e riconoscenza (Edipo a Colono, vv.344 sgg.). Egli è un uomo fissato al mondo matriarcale e alla religione delle dee venerande (cfr. Edipo a Colono , vv.89-90).
Creonte invece vuole rappresentare il patriarcato, la cultura della logica, del rigore e della peiqarciva (cfr.Antigone, v 677) contro l'ajnarciva che sarebbe un male derivante dal predominio delle donne (Antigone, v.678). E' necessaria una sintesi tra le due culture e il superamento di entrambe le unilateralità.
 Per questa idea, cfr. l'Estetica  di Hegel (p. 1612) e Il linguaggio dimenticato di E. Fromm (pp.188-220).
98 ajnhvkeston non guaribile (ajkevomai=guarisco). Cfr. viceversa panacea

Bologna 4 maggio 2022 ore 16, 33
giovanni ghiselli

p. s.
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