venerdì 6 maggio 2022

La storia di Päivi. 24


 

La penultima lettera con tristi annunzi di future pene

Un’appendice odierna: la prima tappa del giro ciclistico d’italia 2022 con ricordi lieti

 

Il 18 settembre Päivi mi aveva spedito una nuova lettera, la penultima di tutta la storia, un’epistola che potei leggere soltanto quando fui tornato in Italia. Diceva con grande tristezza e una certa freddezza che si sarebbe fatta ricoverare presto per altre analisi nell’ospedale di Oulu, la cittadina prossima al circolo polare dove la giovane pregnante aveva la residenza anagrafica, l’assistenza medica e la famiglia. Nella casa dei genitori tuttavia non avrebbe potuto nemmeno posare i bagagli, perché loro non sapevano niente della sua situazione, e, quindi, si sarebbe appoggiata al sostegno dell’amico Jussi.

Inoltre aveva scritto che si sentiva divisa in due persone: una cui erano capitati tutti gli eventi dell’estate passata, mentre l’altra li guardava da fuori, come un’estranea,

“Io agisco e reagisco come due donne diverse. C’è qualche cosa di schizofrenico in me”.

Aveva bisogno di aiuto, ma i medici non potevano darglielo; anzi da loro temeva domande moralistiche che l’avrebbero resa aggressiva. Eppure era con tali persone che doveva trattare.

Io le mancavo e ancora mi amava, aggiungeva; però non chiedeva più la mia presenza.

Anche se non lo diceva esplicitamente, aveva già deciso di eliminarmi dalla sua vita. C’è come una marea nelle vicende amorose. Flussi e riflussi con donne diverse. Amore che vieni, amore che vai cantava Fabrizio De Andrè. Lo scorrere e il fluttuare della vita.

Come un uccello le penne o un serpente la pelle, Päivi stava mutando la mente di amante benevola e fedele verso di me: un poco alla volta si spogliava dell’amore che le avevo ispirato a Debrecen con il soccorso di Eros fanciullo e di sua madre, Afrodite Urania o Celeste che dire si voglia.

 

Non vidi questa lettera prima di essere tornato da Yväskylä a Pesaro, altrimenti forse non sarei partito. Ma si vede che dovevo aggiungere un poco di tempo al destino oramai già scosceso del nostro amore mensile. Questa trasferta mi aiutò ad accettare quel fato come vedrete. Niente avviene per caso.

Alle 14 del 20 settembre dunque salìi sull’aereo. 

Mentre volavo, con l’aeroplano e con l’immaginazione, pensavo ancora che Päivi, figlio o non figlio, fosse la femmina umana ideale, perfetta per me, il simbolo che avrebbe completato lo spezzone di essere umano che ero io. In qualche modo comunque l’ha fatto. Se Päivi non c’è più, sopravvive l’ottima parte di me costruita con l’aiuto di lei. Una parte che cerco di rendere utile a chi mi ascolta e mi legge.

 

Appendice

Oggi 6 maggio 2022, il giro d’Italia è iniziato  con una tappa che va Budapest a Visegrád , il luogo della terra magiara che ho ricordato nei capitoli 18, 19 e 20 di questa soria.

La tappa odierna si è conclusa sul colle  che avrei voluto percorrere in bicicletta il 25 agosto del 1974 come ho già scritto.  La bici  mi mancava assai quella sera piena di voli, eppure è stata una delle più belle della mia vita mortale: la donna che amavo era seduta vicino a me e  ancora mi amava, poi c’erano ancora gli amici storici ,ora defunti,  tutti tranne il caro Danilo, e, per giunta per colmo di grazia, venne a salutarmi con simpatia ricambiata Josiane la ragazza francese compagna di un giro di danza la sera del  4 agosto del 1971. Una giro breve, eppure pieno di significato.

 Per me che misi alla prova la serietà dell’amore per Helena, l’intelligenza di questa donna e la mia moralità, e snom insignificante nepure per Josiane che tre anni e tre settimane più tardi dopo venne a portarmi una rosa con un biglietto scritto a matita: “magister tibi”. Quella matita da montagna incantata non ci ha messo in contatto mai più e mi dispiace.

Faceva il terzo anno  della facoltà di lettere classiche, a  Strasburgo. La ricordo ancora con simpatia e nostalgia. Penso che le avrei dovuto dare più tempo e più spazio.  Ma il destino non lo prevedeva. Del resto se ci fosse stato qualcosa di profondo tra noi, ci saremmo ritrovati. La ragazza di quell’altro paese meno lontano della Finlandia, se non è  già morta, mi ha dimenticato, altrimenti mi avrebbe cercato e trovato. Tra i 1246407 lettori di questo blog  10545 sono francesi.

Temo per lei che abbia scelto una vita normale, usuale. Non da artista né da studiosa.  

Ho visto l’arrivo di tappa in televisione e ho riconosciuto il ristorante Silvanus  dove cenammo Päivi io quella sera di agosto (cfr. capitolo 20).

 Ho ringraziato Dio che mi ha donato quella sera di felicità, di sentimenti cari e soavi che porto ancora dentro di me e mi aiutano a vivere, a lavorare bene e con lena, a pedalare egregiamente  su per le salite.

Bologna 6 maggio 2022 ore 17, 31

gianni

Nessun commento:

Posta un commento

Il caso Vannacci e la doverosa difesa della parresia.

  Sono in disaccordo su tutto quanto dice,   scrive e forse pensa il generale Vannacci, eppure sostengo la sua libertà di parola, come...