Ieri sera ho visto “Esterno notte” di Marco Bellocchio, un regista che quando vidi “I pugni in tasca”, avevo ventuno anni, mi aiutò a crescere. Lo considero ancora un capolavoro. Ma credo pure che nel caso di questo regista il successo non lo abbia aiutato a sviluppare il talento mostrato nel 1965, a 26 anni.
A quella bellissima opera giovanile sono seguiti film assai meno belli.
Questo è poco signicativo, inutilmente lungo, noioso. Si salva per la bravura di Fabrizio Gifuni e del truccatore che lo ha reso una copia ben fatta di Aldo Moro. Dello statista assassinato si vedono parti tipiche del carattere, di Cossiga e Paolo VI qualche tratto caratteristico, mentre gli altri –Andreotti, Zaccagnini et ceteri, sono soltanto maschere con una sola espressione, in una ripetizione faticosa e stancante.
Le cause del crimine non vengono chiarite, tutt’al più appena accennate.
Insomma dopo un’ora si aveva già l’impressione di perdere tempo.
Sono rimasto fino alla conclusione sperando in qualche sprazzo di pensiero politico e di bellezza artistica ma sono rimasto inappagato.
La parte interessante è la prima, dove recita l’attore Gifuni che rende qualche cosa dell’umanità di Aldo Moro. Segue una serie di luoghi comuni, di cose già fatte sapere dall’interpretazione ufficiale a partire dal giovane Bruno Vespa di allora, un trentaquattrenne all’epoca del rapimento e dell’assassinio di Moro..
Trovo più significative, chiarificatrici e veritiere poche parole del vescovo di Ivrea Luigi Bettazzi. Disse a un intervistatore televisivo che in Vaticano un alto prelato gli aveva citato le parole di Caifas il pontifex anni illius: “expedit vobis ut unus moriatur homo pro populo, et non tota gens pereat” N. T. Giovanni, 11, 50.
Insomma Aldo Moro venne ammazzato perché il suo disegno politico non potesse realizzarsi. Gli altri parlamentari, a parte qualche tentativo abortito di Fanfani e di Craxi, capirono l’avvertimento e lasciarono ammazzare Moro. Tale versione, la più vera, è appena accennata da questo film inutile.
Io credo che fino a quando non verrà fatta chiarezza su questa strage iniziata in via Fani, come sulle altre stragi subite dall’ Italia per quindici anni, non potrà esserci democrazia e libertà di parola, di pensiero, di vita.
Bologna 29 maggio 2022 ore 10, 12
Giovanni ghiselli
p. s.
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