Una parte nodale della tragedia Edipo re di Sofocle che viene rappresentata in questo mese nel teatro greco di Siracusa è il secondo stasimo. Ne trascrivo qui la traduzione della prima metà, per significare che non è possibile parteggiare per uno degli eserciti attualmente in guerra dal momento che le guerre vengono fatte per ragioni di potere, di potere tirannico oltretutto che è sempre claudicante: come quello dell’Edipo di Sofocle e quello del Riccardo di Shakespeare.
Non bisogna dimenticare che Edipo aveva avuto le caviglie forate e quindi doveva essere zoppo, con i piedi gonfi (oijdevw e pouv").
Si può pensare anche a Riccardo che, entrando in scena nel dramma di Shakespeare, si presenta come deform’d , unfinish’d- (I, 1, 20) deforme, incompiuto, and so lamely and unfashionable that dogs bark at me, as I halt- (I, 1, 20-23) e così claudicante e goffo che i cani mi abbaiano quando arranco vicino a loro. Abbiamo visto più di una volta gli uomini di potere inciampare, talora anche cadere.
Prima strofe. 863-872.
Sommario
Il coro invoca per sé la purezza delle parole e delle opere che devono essere concordi e regolate non da leggi umane, transeunti siccome soggette a mode e a regimi, bensì da norme divine: scaturite dagli dei e dalla natura, tali che i mortali non possano mutarle né trascurarle.
"Oh, mi accompagni sempre la sorte di portare
la sacra purezza delle parole
e delle opere tutte, davanti alle quali sono stabilite leggi
sublimi, procreate
attraverso l'etere celeste di cui Olimpo è padre da solo né le
generava natura mortale di uomini
né mai dimenticanza
potrà addormentarle:
grande c'è un dio in loro e non invecchia"872
Prima antistrofe.vv.873-882.
Sommario
E' un anatema dell' u{bri" madre del tiranno, la prepotenza che, gonfia di vani orpelli, sale sui fastigi del potere ma poi, non avendo una base salda nel consenso dei cittadini, precipita nell’ abisso scosceso della necessità da dove il piede vacillante della sua tracotanza non può risollevarne il corpo malato.
Il coro chiede al dio di mantenere viva la nobile gara democratica e ginnica, benefica per la città.
"La prepotenza fa crescere il tiranno, la prepotenza
se è riempita invano di molti orpelli
che non sono opportuni e non convengono
salita su fastigi altissimi
precipita nella necessità scoscesa
dove non si avvale di valido piede.
La gara benefica per la città,
prego dio di non
interromperla mai;
dio non cesserò mai di averlo patrono".
Io dunque non parteggio per Biden-Zelenskj, né per Putin , ma per le vittime di questa guerra, ucraini, russi, e tutti i poveri del mondo che diventeranno sempre più poveri. Auspico che le competizioni del mondo siano solo le “gare benefiche per le città” quelle politiche appunto e quelle davvero sportive dalle quali ora la prepotenza esclude tanti giovani olimpici e pure paraolimpici. Con sua vergogna.
Bologna 27 maggio ore 12, 05
giovanni ghiselli
p. s
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