Adolfo De Carolis, Edipo re |
Traduzione
Edipo
Infatti non sarà per i cari alquanto remoti,
ma io di me stesso disperderò questa lordura.
Infatti chiunque sia stato l'uccisore di quello, presto
potrebbe volere punire anche me con una mano del genere.
Dunque io recando aiuto a quello, giovo a me stesso.
Su, al più presto fanciulli, voi alzatevi
dai gradini sollevando questi supplici rami,
e un altro raduni qua il popolo di Cadmo
poiché tutto intendo fare io; infatti
o appariremo fortunati con il dio o caduti
Commento
137 ajpwtevrw è avverbio comparativo di ajpov; l'articolo lo mette in posizione attributiva ; con fivlwn sostantivato viene a significare i genitori che lo hanno allontanato: Edipo non agirà per loro ma per disperdere la propria lordura; è questo il senso che l'ironia tragica porta all'orecchio dello spettatore rovesciando il significato che intende dare alle parole chi le pronuncia. E’ l’ironia sofoclea
138-auJtou'=ejmautou' in dipendenza da muvso", la lordura.
ajposkedw': futuro di ajposkedavnnumi, disperdo- Di fatto skedastov~, disperso, e volutamente, dai genitori, è stato Edipo stesso
139 ejkei'non è Laio, indicato in modo non formale, non regale, anzi con una punta di ostilità
140 ka[m j= crasi ed elisione di kai; ejme;. Edipo teme di essere punito siccome non è sicuro di essere privo di lordura.
139 e 140-a[n: l'iterazione di questa particella vuole mettere in rilievo la possibilità reale dell'azione espressa dal verbo.
ceiri;: questo vocabolo già apparso due volte in un contesto che evoca un atto di violenza (v.107, v.123), suggerisce all’attore il gesto da accompagnare alla parole drammatica, una parola che suggerisce spesso le espressioni del corpo.
141ejmauto;n: Edipo per aiutare se stesso dovrà conoscere la sua vera identità che ora è sepolta sotto un cumulo di notizie sbagliate, o, in termini moderni, ha subito uno sprofondamento nell'inconscio per effetto della rimozione. In questo verso si può addirittura intravvedere una identificazione di Edipo con Laio, il re assassinato di fatto da lui.
142wJ": rafforza il superlativo, come fa il latino quam
-bavqrwn:genitivo di allontanamento in dipendenza da i{stasqe, imperativo medio di i{sthmi con il senso di ajnivsthmi.
I giovani sono invitati ad alzarsi in fretta per dimostrare di giacere senza forze sulla scalinata dell'altare: devono manifestare vitalità sollevando se stessi e pure i rami (143 klavdou").
In questi versi si può trovare un significato anche vitalistico sessuale: Freud ( L'interpretazione dei sogni, p.328) sostiene che"la scala, e quel che è analogo alla scala, rappresenta un sicuro simbolo del coito"; allora i rami potrebbero essere simboli fallici. Questo probabilmente qui non c’entra ma Freud va conosciuto
ajqroizevtw 144 l’adunata del popolo intero è la richiesta del consenso di tutti i cittadini da parte del capo.
145-wj" (...) ejmou' dravsonto"=genitivo assoluto con valore causale. Edipo manifesta l'intenzione di fare bene; ma in Sofocle, più di una volta, dra'n è fare male: in questo dramma, al verso 246, to;n dedrakovt j è l'autore del delitto, il criminale contro cui il re in persona scaglia la maledizione (kateuvcomai);;;;;;;; in un’altra cara tragedia di Sofocle Filottete lamenta: oi|a e[rg j oJ pai'" mj e[drasen ouJx jAcillevw": (vFilottete, v.940), quali cattive azioni mi fece, proprio il figlio di Achille!
Per quale ragione dra'n ha questo significato negativo? Perché è un fare all'interno del dra'ma dove si passa da una situazione di buona ad una di cattiva fortuna: cfr. Aristotele, Poetica, 1452b dei' faivnesqai a[ndra" metabavllonta" ejx eujtuciva" eij" dustucivan.
Come ho già scritto commentando il verso 65, Edipo poco prima di morire dirà di avere subito il male piuttosto che fatto: “ejpei; tav g j e[rga me-peponqovt j i[sqi ma'llon h{ dedrakovta” (Edipo a Colono, 266-267).
146 suvn tw`/ qew`/ : è pretenziosa l’assimilazione al dio da parte di Edipo che non riconosce l’importanza dei segni che il dio manda: uno dei centri ideologici del dramma è costituito dai versi 396-398:"arrivato io ejgw; molwvn,/ Edipo, che non sapevo nulla, la feci cessare e[pausav nin/ azzecandoci con l'intelligenza e senza avere imparato nulla dagli uccelli gnwvmh/ kurhvsa" oujd j ajp j oijwnw'n maqwvn -"
Bologna 6 maggio 2022 ore 19, 51
giovanni ghiselli
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