Perché si fanno le guerre?
Per mancanza di cultura e carenza di identità
Pasolini associa l’assenza di cultura alla droga: “Perché ci si droga? Non lo capisco, ma in qualche modo lo spiego. Ci si droga per mancanza di cultura (…) E’ chiaro che chi si droga lo fa per riempire un vuoto, un’assenza di qualcosa, che dà smarrimento, angoscia. E’ un sostituto della magia. I primitivi sono sempre di fronte a questo vuoto terribile, nel loro interno”[1] .
“La loro rivolta, benché terribile e commovente, è inutile: appunto perché priva di cultura, o fuori dalla cultura” (Pasolini, Il caos, p. 109)
L’uomo privo di bisogni spirituali ha un’identità gregaria ed è terrorizzato dall’idea di perderla. Il borghese fonda la propria identità sul denaro e ha una grande paura che glielo portino via.
L’’identità conferita dalla cultura invece non è espropriabile.
La guerra è un’altra droga micidiale ed è voluta per motivi simili al bisogno della droga.
La carenza di identità delle persone ordinarie le spinge a cercarne una gregaria. Allora l’uomo che sente e soffre la propria inconsistenza personale cerca di assumere una forma e un significato come cittadino di una grande nazione vincente, imperiale, gloriosa. La stessa logica delirante porta la violenza negli stadi, nelle coppie, tra i colleghi nel lavoro.
Chi è sicuro e contento della propria identità umana non sente il bisogno di prevaricare, dominare, violentare.
Anzi si adopera in favore degli altri con la sua ricchezza di umanità.
Sono contento del fatto che non pochi italiani sono contrari al proseguimento di questa guerra e mi congratulo con loro.
Trovo spregevoli invece quanti dai pulpiti televisivi si fanno profeti, cioè portavoce della propaganda bellicistica.
Costoro probabilmente lo fanno per i miseri quattrini.
Bologna 2 maggio 2022 ore 18
giovanni ghiselli
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