Nietzsche 97
Crepuscolo degli idoli Scorribande di un inattuale 35
Critica della morale della décadence
“Una morale “altruistica”, una morale in cui l’egoismo languisca-, resta in ogni caso un brutto segno”.
Devo distinguere l’egoismo meschino dell’arraffone dall’amor proprio, dalla filautiva.
Aristotele considera la filautiva "quale emanazione d'un amor di sé elettissimo". L'espressione si trova nell'Etica Nicomachea che séguita con questo brano: "Invero vivere breve tempo in somma gioia sarà preferito, da chi sia animato da tale amor di sé, ad una lunga esistenza in pigra quiete. Egli vivrà piuttosto un anno solo per uno scopo elevato, che non condurre una lunga vita per nulla. Compirà piuttosto un'unica magnifica e grande azione, che non molte insignificanti"[1].
Jaeger, l'autore di Paideia fa questo commento: "In queste parole è espressa la fondamentale concezione della vita dei Greci, nella quale ci sentiamo loro affini d'indole e di razza: l'eroismo"[2].
Torniamo a Nietzsche: “Ciò vale per il singolo, ciò vale soprattutto per i popoli. Viene a mancare il meglio, quando comincia a mancare l’egoismo. Scegliere istintivamente ciò che è dannoso per noi, essere allettati da motivi “disinteressati” fornisce quasi la formula della décadence. “Non cercare il proprio vantaggio” è semplicemente la foglia di fico per uno stato di fatto ben diverso, ossia fisiologico: “non so più trovare il mio vantaggio”.
Ribatto sempre a chi si pregia di essere disinteressato al proprio vantaggio, di avere sempre cercato il vantaggio mio perché ridondasse sul mio prossimo e magari anche sul lontano. Se viceversa ricevo svantaggi dalla vita sono questi a ricadere su chi mi capita a tiro. Per amare gli altri, per essere benefico è necessario l’amor proprio.
Torno a Nietzsche: “Invece di dire ingenuamente “io non valgo più nulla”, la menzogna della morale sulla bocca del décadent dice: “Nulla ha valore-la vita non vale nulla”.
Correggo “la menzogna della morale” con il costume della menzogna, la difesa della menzogna. Moltissimi giovani e tanti adulti non possono reggere la verità. La follia è quasi sempre una fuga dalla realtà per incapacità di sopportarla
Nietzsche commenta il nichilismo menzognero che toglie ogni valore alla vita.
“Un tale giudizio resta infine un grave pericolo, ha un difetto contagioso, -su tutto il fradicio terreno della società esso non tarda a lussureggiare in una tropicale vegetazione di concetti, ora come religione (cristianesimo), ora come filosofia (schopenhauerismo). Talvolta questa vegetazione di tossicodendri, cresciuta dalla putrefazione, avvelena con i suoi miasmi la vita, lungamente per millenni”.
L’albero tossico più diffuso è il tossicodendro della pubblcità secondo me. Un altro è il cellulare
Bologna 31 gennaio 2023 ore 17, 41 giovanni ghiselli
p. s
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