NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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mercoledì 31 agosto 2022

Putin non è il destino.

Dopo l’incauta resa di Gorbaciov e l’annichilimento di quanto rimaneva causato dall’ubriacone del Cremino, la Nato si è via via abbarbicata e avviticchiata sempre di più alle costole dello sfinito orso russo.
A un certo momento Putin e i suoi hanno deciso di reagire.
Sicché l’attuale stato tragico delle cose non deriva esclusivamente dalla malvagità di un uomo che, per quanto grande e mostruosa come dicono, non sarebbe bastata da sola. C’è stata come sempre quella serie concatenata di cause che costituisce il destino
Seneca nel De beneficiis afferma che Giove può essere chiamato anche fatum "cum fatum nihil aliud sit quam series implexa causarum" (IV, 7), dal momento che il Fato non è altro che la serie concatenata delle cause.
Del resto Putin non è Giove, non è il destino
 
Pesaro 31 agosto 2022 ore 20. 26
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La Storia non è giunta al termine

La Storia non è terminata

Il ritorno dell’impero russo che l’Occidente vorrebbe abbattere

”Il centro è dappertutto. Ricurvo è il sentiero dell’eternità[1].
Die Mitte ist überall. Krumm ist der Pfad der Ewigkeit."
 “Così parlò Zarathustra”, ‘Il convalescente’, 2, 59-69
F.W.Nietzsche, “Also sprach Zarathustra”,’Der Genesende’ ,2, 59-69.
L’eterno ritorno di Nietzsche[2]  ci riporta nell'ambito dell' ajnakuvklwsi" di Polibio (VI, 9, 10), dell'orbis  di Tacito [3] , del "cerchio" di Machiavelli[4]. Leopardi lo chiama "circuito" mutuandolo dal circuitus  di Cicerone[5]..
 
Agostino “mette in guardia i cristiani contro la concezione circolare dei Greci: per lui la recta via era insieme un’immagine del tempo e un’immagine della salvezza: ‘nostram simplicem pietatem, ut cum illis in circuitu ambulemus, de recta via conantur avertere’[6].
E’ nel De civitate Dei  (XII, 18, 2) che il vescovo di Ippona condanna gli empi (impii) che cercano di traviare la nostra fede semplice per farci errare con loro nel circolo.
 
Si era detto che la storia era finita perché il cosiddetto liberismo aveva sconfitto il comunismo e avrebbe eliminato ogni altra forma di opposizione con la sua potenza propagandistica e la diffusione del benessere sul pianeta.
Ci credono ancora quanti fruiscono di tale benessere.  Ma il loro numero si sta riducendo e la maggioranza è già data dal Quinto Stato che è quello degli schiavi. La lotta non è terminata.
 
Pesaro 31 agosto 2022 ore 18, 53
Ora vado a correre


giovanni ghiselli



1) Zarathustra, del 1883, Il convalescente, 2.
[2]Crepuscolo degli idoli , Quel che debbo agli antichi, 4.
[3]Annales , III, 55. :"Nisi forte rebus cunctis inest quidam velut orbis, ut quem ad modum temporum vices ita morum vertantur "(Annales , III, 55), forse in tutte le cose c'è una specie di ciclo, in modo che, come le stagioni, così si volgano le vicende alterne dei costumi.
[4]Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio , I, 2.
[5] De republica  (del 51 a. C.) , I, 45.
[6] A. Momigliano, La storiografia greca, p. 72

Requiem aeternam a Mikhail

E’ morto Gorbaciov. Mi dispiace perché non era un uomo cattivo, anzi probabilmente era un tipo buono. Tuttavia, mentre voleva fare del bene,
 ha contribuito a fare del male per mancanza di lucidità politica. La potenza dell’impero sovietico controbilanciava quella degli Stati Uniti che è diventata prepotenza. La guerra scatenata da Putin è una conseguenza di tale sbilanciamento.
 
C’è chi lo considera un traditore.
Sul tradimento di Gorbaciov, vero o presunto, intervenne, in maniera interessante e degna di essere riferita, Canfora, stabilendo un'analogia:"Agli Ateniesi, stanchi per il conflitto con Sparta, Pericle insegnava, parlando all'assemblea, una grande verità geopolitica:"Non si può fuoriuscire dall'impero". E con la crudezza concettuale da cui non era alieno soggiungeva che "l'impero è tirannide", che "può sembrare ingiusto difenderlo, ma certo è altamente rischioso lasciarlo perdere" (Tucidide, II, 63). Alla fine l'impero, durato poco più di settant'anni, fu perso grazie anche a quegli strateghi (uno si chiamava Adimanto) che nella battaglia decisiva di Egospotami, "tradirono-come allora si disse-le navi" (Senofonte, Elleniche  , II, 1, 32; Lisia, XIV, 38). Per una curiosa combinazione storica anche l'impero sovietico è durato circa settant'anni. L'accostamento di Stalin a Pericle darà qualche disagio (quantunque sulla grandezza dello statista georgiano insistano ormai studiosi non bigotti, quali Michael Heller e Sergio Romano) : è forse più agevole, pur nella spericolatezza propria delle analogie, riconoscere a Gorbaciov il ruolo mediocre e vituperato di Adimanto"[1].
 
Su “la Repubblica” di oggi leggo: “Il deputato di Russia Unita Andrej Medvedev: “Sue le radici di quanto sta accadendo oggi in Ucraina” (pagina 13).
Credo che non abbia tutti i torti.


Pesaro 31 agosto 2022 ore 17, 28
giovanni ghiselli
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p. s
le letture giornaliere di un post nel blog non sono mai state così poche in quasi dieci anni. Temo un guasto nel conteggio. Tanto più che facebook ha ricevuto decine di visite in queste ore.
 


[1]Pensare la rivoluzione russa , p. 54.

Evangelisti e Dysangelisti.

Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant” (Tacito Agricola, 30).
 
Mentre la bellezza della vita e delle creature vive continua a commuovere le persone buone, i dusavggeloi dei potentati mondiali continuano a programmare la guerra, il freddo, la fame e nello stesso tempo predicano sfacciatamente la loro pace da cimitero

Pesaro 31 agosto 2022 ore 11, 43

giovanni ghiselli

 

 

Le Nereidi nel mare di Pesaro in una notte di fine estate


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Ieri sera poco rima delle 20  - era già quasi buio - correvo  sulla spiaggia tornando a Pesaro da “sotto monte”.
A un tratto ho sentito canti di fanciulle venire dal mare. Ho girato la testa verso  destra e ho visto nell’acqua possima agli scogli una decina di ragazze che guizzavano come delfini mentre levavano voci di sogno. Il costume letterario che non mi levo nemmeno quando corro mi ha fatto passare dai delfini alle Nereidi. Mi sono chiesto “quali?” e mi sono venute subito in mente quelle dei primi versi di una cara tragedia di Euripide.
Mi sono fermato osservando la scena per quanto se ne poteva scorgere nell’ombra che calava e ho gridato i tre trimetri di apertura delle Troiane attribuiti a Poseidone che recita il prologo

     ¼kw lipën A„ga‹on ¡lmurÕn b£qoj
     pÒntou Poseidîn  œnqa Nhrh/vdwn coroˆ
     k£lliston ‡cnoj ™xel…ssousin podÒj.”

  (Sono giunto qui, io Poseidone, lasciata la salsa
 profondità Egea del mare dove danze di Nereidi
muovono in cerchio la bellissima orma del piede).
 
Quindi ho benedetto quelle meravigliose creature e ho ripreso sa correre prima che la palpebra della notte mi togliesse la vista di possibili ostacoli al mio rientro tutto intero.
 
E mentre correvo non mi sono saziato di lacrime
 
Bellissima era la morte della giornata e dell’estate. Ancora più bella la vita delle creature

 
Pesaro 31 agosto 2022 ore 11 
giovanni ghiselli

martedì 30 agosto 2022

Parerga e Paralipomena

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La persona buona, intelligente, colta, matura respira e ispira potenza.
Non si stanca mai perché non fa nulla che per lei non significhi potenziamento. Alle provocazioni risponde senza scomporsi né confondersi come succede all’incompetente insicuro, bensì con chiarezza di spirito  e compostezza.Questa è la persona che mi piace.
 
Siamo circondati da dissipatori che continuno a parlare tanto di economia, troppo. Intanto si sprecano i beni più preziosi: lo spirito, la cultura, la bellezza.
Leopardi in Il pensiero dominante  condanna l’ossessione dell’utile da parte della sua età. "superba,/ che di vote speranze si nutrica,/vaga di ciance, e di virtù nemica;/stolta, che l'util chiede,/e inutile la vita/quindi più sempre divenir non vede"(vv. 59-64).

Ancora più duramente si esprime nei confronti del lucro  il poeta di Recanati nella Palinodia al Marchese Gino Capponi:
"anzi coverte/fien di stragi l'Europa e l'altra riva/dell'atlantico mar... sempre che spinga/contrarie in campo le fraterne schiere/di pepe o di cannella o d'altro aroma/fatale cagione, o di melate canne,/o cagion qual si sia ch'ad auro torni"(vv. 61-67).  Questo è il Leopardi che preferisco: quello politico.
L’ultimo raggio di eroismo in questo tempo di decadimento è la cura indefessa dello cultura mentale e corporea e quella della paideia, dell’educazione propria e del prossimo.
“Il debole danneggia se stesso. E’ questo il tipo della decadenza”[1]. Il governo debole danneggia il popolo che lo subisce perché riceve ordini dai governi di altri popoli. Del resto le Menadi scatenate da tali governi hanno sbranato Aldo Moro e costretto alla fuga Bettino Craxi che avevano disobbedito.
Chi  sa di essere profondo, si sforza d’essere chiaro; chi vorrebbe sembrar profondo alla moltitudine, si sforza d’essere oscuro. La moltitudine infatti prende per profondo tutto quello di cui non può vedere il fondo[2]”.
Chi non è chiaro dunque non può essere nemmeno profondo e non ha bisogno di essere chiarito. L’artista si spiega da sé: non è mestier  una  filologia deretana –Afterphilologie-  Il passo di un ottimo autore si deve spiegare con altri passi dello stesso testo e con altri testi del medesimo autore, poi con testi di altri autori indicando analogie e differenze nel modo di trattare un argomento. Insomma si deve inquadrare l’ autore di grande formato nella migliore letteratura europea.
Si inizia seguendo il metodo raccomandato dal filologo Aristarco di Samotracia[3]   per il quale bisogna spiegare Omero con Omero : “  {Omhron ejx   JJOmhvrou safhnivzein"[4]; poi vanno  considerati i commenti  degli auctores accrescitori agli autori precedenti. Si possono utilizzare, per fare solo due esempi, Quintiliano[5] e Leopardi [6]come critici.
 
Pesaro 30 agosto ore 17, 10
giovanni ghiselli “lo villanello a cui la roba manca”
lo scalzo poverello che nella nudità a Dio si fece amico.
Un po’ di cabaret non deve mancare mai come intervallo nei discorsi seri di un educatore. Seri sì; "Danda est tamen omnibus aliqua remissio"[7].

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[1] Nietzsche, Frammenti posumi, primavera 1888, 14 (102).
[2]Nietzsche,  La gaia scienza, III, 173
[3] 217 ca-145 a. C.
[4]  Schol. B a Z 201.
[5] 35 ca-95 ca d. C.
[6] 1798-1837.[7] Quintiliano, Inst., I, 3, 8.

I veri grandi e i grossolani che vantano denaro, potere, sapere e ricchezze


 “Le cose grandi devono rimanere prerogativa degli uomini grandi, gli abissi prerogativa dei profondi, le delicatezze e i brividi, prerogativa dei raffinati; in una parola: tutto ciò che è raro compete agli esseri rari”[1].
“Gli uomini che pensano profondamente appaiono a se stessi commedianti nei rapporti con gli altri, perché allora, per essere capiti, devono sempre simulare una superficie”[2].
In altre parole: se la profondità è spaventosa per il prossimo, presentiamoci con un fisico ben conservato e facciamo vedere che il nostro sapere è poca cosa e non ci impedisce di danzare in catene. Alle cose difficili che facciamo dobbiamo dare l’apparenza della facilità, della sprezzatura, della noncuranza
Pesaro 30 agosto 2022 ore 11, 52 giannetto, il poverello di Pesaro, il bisognoso di tutto.
p. s
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[1] Di là dal bene e dal male, lo spirito libero, 43

[2] Umano, troppo umano II, Opinioni e sentenze diverse, 232

I “moderati”.

I cosiddetti moderati - Lupi - Toti - Brugnaro - sono invero gli estremisti sostenitori dello status quo, lo stato di ingiustizia, inefficienza, ignoranza, prepotenza vigente in Italia. Poco fa sulla Sette c’era Brugnaro appunto che difendeva con foga questa rovina di ogni cosa buona nel nostro paese, e quando Simona Maggiorelli,  la direttrice della rivista Left, diceva garbatamente quanto pensava, l’intollerrante “moderato” ora la interrompeva ora la derideva sghignazzando e atteggiando la faccia allo schifo assoluto nei confronti di questa donna educata. Lupi dal canto suo parla spesso con non aggressività risentita contro chi non la pensa come loro, sedicenti moderati. Toti a dire il vero usa toni meno rabbiosi ma la sostanza è sempre questa: non deve cambiare nulla di questo schifo. Costoro sono di fatto i piùo meno arrabbiati cani da guardia della dismisura dei privilegi.
.
Pesaro 30 agosto 2022 ore 11, 04
giovanni ghiselli

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I Greci maestri anche di snellezza

La mia corsa negli anni 80.
Non ho mai smesso
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L’estetica di Callimaco da applicare al nostro corpo
 
Dobbiamo applicare ai nostri corpi l'estetica di Callimaco  il quale racconta:
 E infatti quando per la prima volta misi la tavoletta sulle mie ginocchia, mi disse Apollo Licio:
"bisogna, poeta, la vittima nutrire il più possibile grassa (to; me;n quvo~ o{tti pavciston), ma la Musa, o caro, deve essere fine (th;n Mou'san leptalevhn, la Musa sottile ( Mou'san… leptalevhn, Aitia , fr. 1 Pfeiffer,  v. 24)
 
Nelle Rane di Aristofane il personaggio  Euripide   si  vanta di avere prima di tutto reso snella l'enfatica poesia di Eschilo ( i[scnana me;n prwvtiston aujthvn )   e di averle tolto gravezza con parolette e rigiri (kai; to; bavro" ajfei'lon-ejpullivoi" kai; peripavtoi", Rane,  vv. 941-942).
Noi dobbiamo pesarci ogni giorno avendo in mente il numero di chili che comporta il massimo della potenza, quindi del benessere fisico e mentale. Appena superiamo di un solo chilogrammo questo peso ideale dobbiamo inorridire: è un passo sulla strada dell’indebolimento, dei morbi, della scorpacciata dei vermi nella tomba. Quindi non toccare cibo per diverse ore e correre, correre, correre ancora (i rigiri - perivpatoi - di Euripide) , finché non avremo ripristinato snellezza totale e potenza piena.
Morremo lo stesso, per carità ma dignitosamente, anzi nella bellezza. Soprattutto se morremo correndo o scalando salite impervie con la bici, mentre in ogni muscolo freme ancora, per l’ultima volta, una vita inimitabile. Allora spariremo, quale ombra labile, nell’ultimo lume del crepuscolo.

Pesaro 30 agosto 2022 ore 9, 59
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L’assenza di educazione musicale nel liceo classico di un tempo

Guido Gozzano
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Nel liceo classico dei miei tempi solo la lettura metrica del distico elegiaco - esametro e pentametro - e del trimetro giambico poteva avere un nesso con la musica. Ora del resto anche la lettura metrica si fa sempre meno, tanto meno quella della poesia lirica monodica e corale.
La cultura greca in effetti era prevalentemente logocentrica.
La musica, per i Greci, amantissimi del parlare e del discutere, è comunque il “companatico di arti sulle quali si può veramente discutere e parlare (...) I pitagorici, quei Greci per molti versi eccezionali, furono, come si dice, anche grandi musicisti: gli stessi che inventarono il silenzio di cinque anni, ma non la dialettica”[1].
“I Greci (o perlomeno gli Ateniesi) ascoltavano volentieri chi sapeva parlare: anzi avevano per questo una tendenza bramosa che più di ogni altra cosa li distingueva dai non Greci (…) e così anche dalla passione scenica pretendevano che sapesse ben parlare (…) è per noi un incanto, quando l’eroe tragico trova ancora parole, ragioni, atteggiamenti eloquenti e insomma una chiara intellettualità, mentre la vita si approssima agli abissi e l’uomo reale perde per lo più la testa e sicuramente le belle parole”[2]. La capacità di parlare in maniera persuasiva era necessaria per avere successo nella polis, il successo politico.
 
Nietzsche dà grande rilievo alla musica nel dionisiaco della tragedia greca
Nietzsche sarebbe, secondo H. Hesse, il tipico intellettuale tedesco.
 "L'intellettuale tedesco è sempre stato un frondista contro la parola e contro la ragione e ha fatto l'occhiolino alla musica"[3].
 
Nietzsche: “Sotto l'incantesimo del Dionisiaco non solo si stringe il legame fra uomo e uomo, ma anche la natura estraniata, ostile o soggiogata, celebra di nuovo la sua festa di riconciliazione col suo figlio perduto, l'uomo. La terra offre spontaneamente i suoi doni, e gli animali feroci delle terre rocciose e desertiche si avvicinano pacificamente. Il carro di Dioniso è tutto coperto di fiori e ghirlande: sotto il suo giogo si avanzano la pantera e la tigre.
Si trasformi l'inno alla gioia di Beethoven in un quadro e non si rimanga indietro con l'immaginazione, quando i milioni si prosternano rabbrividendo nella polvere: così ci si potrà avvicinare al dionisiaco. Ora lo schiavo è uomo libero, ora s'infrangono tutte le rigide, ostili delimitazioni che la necessità, l'arbitrio o la moda sfacciata hanno stabilite fra gli uomini. Ora, nel vangelo dell'armonia universale, ognuno di sente non solo riunito, riconciliato, fuso col suo prossimo, ma addirittura uno con esso, come se il velo di Maia fosse stato strappato e sventolasse ormai in brandelli davanti alla misteriosa unità originaria"[4].

 Vediamo il testo
Le parole scritte da Beethoven sono mostrate in corsivo. Le altre sono di Schiller

(DE)
« O Freunde, nicht diese Töne!
Sondern laßt uns angenehmere
anstimmen und freudenvollere.
Freude! Freude!
Freude, schöner Götterfunken
Tochter aus Elysium,
Wir betreten feuertrunken,
Himmlische, dein Heiligtum!
Deine Zauber binden wieder
Was die Mode streng geteilt;
Alle Menschen werden Brüder,[1]
Wo dein sanfter Flügel weilt.
Wir betreten feuertrunken,
Himmlische, dein Heiligtum!
Deine Zauber binden wieder
Was die Mode streng geteilt;
Alle Menschen werden Brüder,[1]
Wo dein sanfter Flügel weilt.
Wem der große Wurf gelungen,
Eines Freundes Freund zu sein;
Wer ein holdes Weib errungen,
Mische seinen Jubel ein!
Ja, wer auch nur eine Seele
Sein nennt auf dem Erdenrund!
Und wer's nie gekonnt, der stehle
Weinend sich aus diesem Bund!
Freude trinken alle Wesen
An den Brüsten der Natur;
Alle Guten, alle Bösen
Folgen ihrer Rosenspur.
Küsse gab sie uns und Reben,
Einen Freund, geprüft im Tod;
Wollust ward dem Wurm gegeben,
Und der Cherub steht vor Gott.
Froh, wie seine Sonnen fliegen
Durch des Himmels prächt'gen Plan,
Laufet, Brüder, eure Bahn,
Freudig, wie ein Held zum Siegen.
Seid umschlungen, Millionen!
Diesen Kuß der ganzen Welt!
Brüder, über'm Sternenzelt
Muß ein lieber Vater wohnen.
Ihr stürzt nieder, Millionen?
Ahnest du den Schöpfer, Welt?
Such' ihn über'm Sternenzelt!
Über Sternen muß er wohnen. »
 
 (IT)
« O amici, non questi suoni!
ma intoniamone altri
più piacevoli, e più gioiosi.
Gioia! Gioia!
Gioia, bella scintilla divina,
figlia di Elisio,
noi entriamo ebbri e frementi,
celeste, nel tuo tempio.
Il tuo fascino riunisce
ciò che la moda separò
ogni uomo s'affratella
dove la tua ala soave freme.
ma intoniamone altri
più piacevoli, e più gioiosi.
Gioia! Gioia!
Gioia, bella scintilla divina,
figlia di Elisio,
noi entriamo ebbri e frementi,
celeste, nel tuo tempio.
Il tuo fascino riunisce
ciò che la moda separò
ogni uomo s'affratella
dove la tua ala soave freme.
L'uomo a cui la sorte benevola,
concesse il dono di un amico,
chi ha ottenuto una donna leggiadra,
unisca il suo giubilo al nostro!
Sì, - chi anche una sola anima
possa dir sua nel mondo!
Chi invece non c'è riuscito,
lasci piangente e furtivo questa compagnia!
Gioia bevono tutti i viventi
dai seni della natura;
vanno i buoni e i malvagi
sul sentiero suo di rose!
Baci ci ha dato e uva, un amico,
provato fino alla morte!
La voluttà fu concessa al verme,
e il cherubino sta davanti a Dio!
Lieti, come i suoi astri volano
attraverso la volta splendida del cielo,
percorrete, fratelli, la vostra strada,
gioiosi, come un eroe verso la vittoria.
Abbracciatevi, moltitudini!
Questo bacio vada al mondo intero!
Fratelli, sopra il cielo stellato
deve abitare un padre affettuoso.
Vi inginocchiate, moltitudini?
Intuisci il tuo creatore, mondo?
Cercalo sopra il cielo stellato!

Sopra le stelle deve abitare! »


 


(Nona sinfonia in Re minore, Op. 125 di Ludwig van Beethoven - IV movimento)



Pesaro 30 agosto 2022 ore 9, 22 giovanni ghiselli

p. s.
La morte dell’estate ormai è tranquilla.
 
“L’alloro… Oh bimbo semplice che fui
dal cuore in mano e dalla fronte alta!
Oggi l’alloro è premio di colui
che tra clangor di buccine s’esalta
che sale cerretano alla ribalta
per far di sé favoleggiare altrui” (Guido Gozzano, La signorina Felicita ovvero la felicità)
...
 


[1] Nietzsche, Umano, troppo umano II, p. 185.
[2] Nietzsche, La gaia scienza, p. 91.
[3] H. Hesse, Il lupo della steppa, p. 181.
[4] F. Nietzsche, La nascita della tragedia, pp. 25-26.

lunedì 29 agosto 2022

Una misura razzista contro il popolo russo


Costituisce soprattutto un danno inflitto agli operatori turistici nostrani

Titolo del quotidiano “la Repubblica” di oggi a pagina 5
“Ue verso il giro di vite
Sui visti turistici russi
più costosi e difficili”
Non vedo perché si debbano restingere i visti turistici ai cittadini russi. Tra l’altro, che il turismo da noi prosperi è una menzogna. Molti esercizi sono già chiusi da diversi giorni tra Pesaro e Fano.
Al festival rossiniano di Pesaro, dove una volta bisognava prenotarsi per tempo, molti posti erano vuoti. I Pesaresi presenti erano pochissimi, gli Italiani comunque una minoranza, e gli stranieri in forte calo nonostante l’eccellenza delle rappresentazioni. Le ho godute anche io che non ho mai avuto una preparazione musicale da alcuna scuola.  
Continua il danneggiamento del governo a scapito prima di tutto del popolo italiano. Che la Meloni costituisca un pericolo per la stabilità di questo sistema è un’altra balla: la signora è stata la ruota di scorta degli ultimi esecutivi e ha contribuito a far cadere Draghi perché vuole diventare la prima donna del prossimo governo sintonizzato già nei popositi con il precedente.  Cambi il premier, il genere del premier, purché non cambi nient’altro. Il cambiamento vero sarebbe che il nuovo governo cominciasse a favorire il popolo invece di seguitare a spennarlo e spellarlo come fanno i fantocci della pupazzata attuale.

Pesaro 29 agosto 2022 ore 17, 09
giovanni ghiselli

p. s
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