Imparare dai ragazzi è una cosa buona: ho sempre detto che insegnando imparo molto non solo dagli autori studiati per gli allievi, ma anche ascoltando gli allievi.
Questa doverosa e produttiva attenzione però non deve diventare puerocrazia, asservimento degli adulti ai ragazzi, né, tanto meno, disprezzo con emarginazione degli anziani e dei vecchi.
Temo che ci sia una tendenza in questo senso e di questo verso.
Il voto ai sedicenni ne fa parte. Il concedere tutto ai bambini e agli adolescenti: dalle loro richieste del cibo che li rende obesi e vulnerabili, ossia sovraesposti a divere malattiee somatiche e mentali, al non esigere da loro alcun impegno, alcuna disciplina e rinuncia, rendendoli così sempre più fragili e soggetti alle lusinghe e ai ricatti di ogni malaeducazione, significa indebolirli; il compito di una buona educazione invece è quello rafforzare i ragazzi nella mente e nel corpo.
Non c’è buona educazione che escluda disciplina, impegno e fatica.
Il capo della Benemerita sa di sicuro che per meritare sono necessari dei meriti appunto, meriti reali, concreti, e questi sono sempre associati al nostro adoperarci con tutte le forze in favore della vita: la nostra e quella degli altri
Bologna 29 marzo 2021 ore 19, 48
giovanni ghiselli
p. s
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