Edipo a Colono di Sofocle e Medea di Euripide. Per la conferenza on line di sabato 6 marzo ore 11.
Aggiunta a quanto ho già pubblicato.
La bellezza della terra di Colono viene celebrata da suo figlio Sofocle nel primo Stasimo dell’Edipo a Colono
Sei giunto, straniero, a questa regione dai bei cavalli 668
alla migliore dimora della terra,
la splendida Colono
dove il melodioso usignolo
ripete il suo lamento assiduo
in fondo alle vallate verdi
tra l’edera colore del vino,
e il fogliame impenetrabile del dio
pieno di frutti, riparato dal sole
e dal vento di tutte
di tutte le tempeste, dove sempre il baccheggiante
Dioniso entra
accompagnando le dee nutrici. 680
Fiorisce alla rugiada celeste 681
Il fiore dai bei grappoli sempre giorno dopo giorno,
il narciso, antica ghirlanda
delle due grandi dee, e il
croco che brilla come oro; né si inaridiscono
le fonti insonni
del Cefiso dalle correnti
errabonde, ma sempre giorno dopo giorno
fanno procedere il fiume ricco di fecondità
con acque pure
sulla terra dall’ampio seno, né le danze corali
delle Muse lo disdegnano, né a sua volta
Afrodite dalle redini d’oro. 693
E vi è una pianta quale 694
non sento dire sia mai germogliata
nella terra d’Asia,
e neppure nella grande isola dorica
di Pelope, albero indomito che da sé ricresce,
terrore delle lance nemiche,
che in questa terra al massimo prospera.
Fronda d’olivo che riluce e nutre i nostri figli.
che nessun giovane né chi convive
con la vecchiaia distruggerà facendolo a pezzi con le mani:
poiché lo sorvegliano guardandolo sempre
l’occhio di Zeus custode
e Atena dall’occhio lucente. 705
E un’altra lode, la più forte 707
ho da dire per questa città mia madre,
dono di un grande dio,
vanto supremo del paese,
la bellezza dei cavalli, dei puledri, del mare.
O figlio di Crono, tu di fatto l’hai messa
In questa posizione gloriosa, Poseidone signore,
quando hai inventato per queste contrade per prime
il morso che dà la regola dei cavalli.
E la nave ben fornita di remi
Adatti alla mano
Corre sfiorando l’acqua
Seguendo il ritmo dei cento passi delle Nereidi 719
Euipide nel terzo stasimo della Medea (vv. 824-865) santifica la sua città.
Prima Strofe (vv. 824-832)
Gli Eretteidi dal tempo antico sono felici
e figli di dèi beati, nati da una terra
sacra e non devastata, nutriti
della più nobile sapienza, sempre muovendosi
con delicatezza attraverso un'aria splendidissima, dove dicono
che una volta le nove Muse, le pure Pieridi,
abbiano generato la bionda Armonia.
Prima antistrofe (vv. 833-845)
E raccontano che Cipride, attingendo
alle correnti del Cefiso dalle belle onde,
spiri sulla regione brezze moderate
di venti dal piacevole soffio: e che sempre cingendosi
le chiome di una profumata ghirlanda di fiori di rosa
mandi alla Sapienza come compagni gli Amori,
che collaborano a ogni forma di virtù.
Seconda Strofe (846-855)
Come dunque la città dei sacri
fiumi o la terra che aiuta gli amici
accoglierà te assassina dei figli,
te non pia, in mezzo agli altri?
Rifletti sul colpo dei figli,
rifletti su quale strage ti addossi.
No, per le ginocchia in ogni modo ti
preghiamo, assolutamente
non ammazzare i figli.
Seconda antistrofe (vv. 856-865)
Da dove prenderai l'ardire
+o dell’animo o per la mano+ e il cuore
attuando la terribile audacia
+a danno dei figli tuoi?+
Come gettando lo sguardo
sui figli, ti assumerai un destino
di strage senza piangere? Non potrai,
quando i bambini cadranno supplici,
bagnare la mano omicida
con animo fermo.
Bologna 4 marzo 2021 ore 11 e 6 minuti
giovanni ghiselli
p. s
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