Canova: la bellezza e la virtù Disegni e sculture dalle collezioni di Torino e Bassano del Grappa |
La conferenza si terrà online in data 27 marzo 2021, ore 11.00–12.30.
A chi vuole seguirla on line posso inviare il link per posta elettronica
g.ghiselli@tin.it
Bellezza e virtù. Il tempo della bellezza è fugace
Lo stesso consiglio dà Ovidio nei Medicamina faciei (1 d. C.) : l'aspetto piace se anche il carattere è attraente (ingenio facies conciliante placet, v. 44), sicché il poeta raccomanda la tutela morum (v. 43), la cura del comportamento:"Certus amor morum est, formam populabitur aetas,/ et placitus rugis vultus aratus erit " (45-46), sicuro è l'amore del costume, la bellezza verrà devastata dall'età, e il volto piacente sarà solcato da rughe.
Nella Fedra di Seneca il secondo coro ricorda a Ippolito la precarietà della bellezza, un bene grande ma effimero:"Anceps forma bonum mortalibus,/exigui donum breve temporis,/ut velox celeri pede labĕris!/Non sic prata novo vere decentia/aestatis calidae despoliat vapor(…) ut fulgor, teneris qui radiat genis,/momento rapitur, nullaque non dies/formosi spolium corporis abstulit./Res est forma fugax: qui sapiens bono/confīdat fragili? Dum licet, utĕre./Tempus te tacitum subrǔet, horaque/semper praeteritā deterior subit" (vv. 761-765 e 770-776), la bellezza è un bene bifronte per i mortali, breve dono di un tempo corto, come scivoli via con piede veloce! Non così l'afa della torrida estate spoglia i prati dai bei colori all'inizio della primavera (…) come il fulgore che splende nelle tenere guance viene rapito in un attimo, e non c'è giorno che non abbia portato via qualche cosa a un bel corpo. La bellezza è roba fugace: quale saggio potrebbe fidarsi di un bene fragile? Finché è possibile fanne uso. Il tempo ti demolirà in silenzio, e subentra sempre un'ora più brutta di quella passata.
Lord Henry
elogia la bellezza del giovanr Dorian Gray :" Avete un viso meraviglioso,
Gray. Non abbiatevene a male. E’ così. E la bellezza è una specie di genio-in
verità più grande del genio, perché non ha bisogno di spiegazione. E' una delle
cose grandi del mondo, come la luce solare, o la primavera, o il riflesso
nell'acqua cupa di quella conchiglia d'argento che chiamiamo luna. Non è una
cosa che si possa discutere. Ha un divino diritto alla regalità. Quelli che la
possiedono sono prìncipi"[2].
Segue però la deplorazione della caducità di ogni bellezza" Sì, gli dèi furono benigni con voi, Gray. Ma gli dèi, dopo breve tempo rivogliono i loro doni. Avete soltanto pochi anni per vivere veramente. Quando la vostra gioventù se ne sarà andata, avrete perduto anche la vostra bellezza, e vi renderete conto d'un tratto che non ci sono più vittorie per voi (...) Perché la vostra gioventù durerà un tempo così breve-così breve! Gli umili fiori di prato avvizziscono, ma rifioriranno ancora. Quest'altro giugno l'acacia sarà d'oro, come è ora (...) Ma noi non torniamo mai alla nostra giovinezza. L'onda di gioia che pulsa in noi a vent'anni, si fa tarda. Le membra non ci ubbidiscono più, i sensi si consumano. Diventiamo ripugnanti fantocci, perseguitati dal ricordo delle passioni di cui abbiamo avuto timore e delle squisite tentazioni alle quali non avemmo il coraggio di cedere. Gioventù! Gioventù! Non c'è nulla al mondo che valga la giovinezza!" ( p. 32).
giovanni ghiselli
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[1] Con i favrmaka (v.205) e il fivltron (v. 207) Andromaca allude ai filtri e alle droghe delle maghe del mito e della letteratura: Circe, Calipso, Medea.
[2] Il ritratto di Dorian Gray (del 1891) , in O. Wilde, Opere , p. 31.
Segue però la deplorazione della caducità di ogni bellezza" Sì, gli dèi furono benigni con voi, Gray. Ma gli dèi, dopo breve tempo rivogliono i loro doni. Avete soltanto pochi anni per vivere veramente. Quando la vostra gioventù se ne sarà andata, avrete perduto anche la vostra bellezza, e vi renderete conto d'un tratto che non ci sono più vittorie per voi (...) Perché la vostra gioventù durerà un tempo così breve-così breve! Gli umili fiori di prato avvizziscono, ma rifioriranno ancora. Quest'altro giugno l'acacia sarà d'oro, come è ora (...) Ma noi non torniamo mai alla nostra giovinezza. L'onda di gioia che pulsa in noi a vent'anni, si fa tarda. Le membra non ci ubbidiscono più, i sensi si consumano. Diventiamo ripugnanti fantocci, perseguitati dal ricordo delle passioni di cui abbiamo avuto timore e delle squisite tentazioni alle quali non avemmo il coraggio di cedere. Gioventù! Gioventù! Non c'è nulla al mondo che valga la giovinezza!" ( p. 32).
giovanni ghiselli
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[1] Con i favrmaka (v.205) e il fivltron (v. 207) Andromaca allude ai filtri e alle droghe delle maghe del mito e della letteratura: Circe, Calipso, Medea.
[2] Il ritratto di Dorian Gray (del 1891) , in O. Wilde, Opere , p. 31.
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