NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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giovedì 11 marzo 2021

Tempo e Bellezza. IV

Canova: la bellezza e la virtù
Disegni e sculture dalle collezioni di Torino e Bassano del Grappa
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HELLENIKA QUI E GREEK QUI

Tempo e Bellezza. Quarta parte
Tempo educato dai Tempi, Bellezza che forma il Tempo”.

La conferenza si terrà online in data 27 marzo 2021, ore 11.00–12.30.
 
A chi vuole seguirla on line posso inviare il link per posta elettronica
g.ghiselli@tin.it

 
Bellezza e virtù. Il tempo della bellezza è fugace

"Non certo per i miei farmaci[1] ti odia lo sposo/ ma per il fatto che non sei adatta a vivere con lui./E' un filtro  amoroso anche questo: non la bellezza, o donna,/ ma le virtù danno gioia ai nostri compagni di letto." (ouj to; kavllo", w\ guvnai-ajll j ajretai; tevrpousi tou;" xuneunevta" Euripide, Andromaca,  vv. 205-208 ).
Lo stesso consiglio dà Ovidio nei Medicamina faciei (1 d. C.) : l'aspetto piace se anche il carattere è attraente (ingenio facies conciliante placet, v. 44), sicché il poeta raccomanda la tutela morum (v. 43), la cura del comportamento:"Certus amor morum est, formam populabitur aetas,/ et placitus rugis vultus aratus erit " (45-46), sicuro è l'amore del costume, la bellezza verrà devastata dall'età, e il volto piacente sarà solcato da rughe.
Nella Fedra di Seneca il secondo coro ricorda a Ippolito la precarietà della bellezza, un bene grande ma effimero:"Anceps forma bonum mortalibus,/exigui donum breve temporis,/ut velox celeri pede labĕris!/Non sic prata novo vere decentia/aestatis calidae despoliat vapor(…) ut fulgor, teneris qui radiat genis,/momento rapitur, nullaque non dies/formosi spolium corporis abstulit./Res est forma fugax: qui sapiens bono/confīdat fragili? Dum licet, utĕre./Tempus te tacitum subrǔet, horaque/semper praeteritā deterior subit" (vv. 761-765 e 770-776), la bellezza è un bene bifronte per i mortali, breve dono di un tempo corto, come scivoli via con piede veloce! Non così l'afa della torrida estate spoglia i prati dai bei colori all'inizio della primavera (…) come il fulgore che splende nelle tenere guance viene rapito in un attimo, e non c'è giorno che non abbia portato via qualche cosa a un bel corpo. La bellezza è roba fugace: quale saggio potrebbe fidarsi di un bene fragile? Finché è possibile fanne uso. Il tempo ti demolirà in silenzio, e subentra sempre un'ora più brutta di quella passata.

Lord Henry elogia la bellezza del giovanr Dorian Gray :" Avete un viso meraviglioso, Gray. Non abbiatevene a male. E’ così. E la bellezza è una specie di genio-in verità più grande del genio, perché non ha bisogno di spiegazione. E' una delle cose grandi del mondo, come la luce solare, o la primavera, o il riflesso nell'acqua cupa di quella conchiglia d'argento che chiamiamo luna. Non è una cosa che si possa discutere. Ha un divino diritto alla regalità. Quelli che la possiedono sono prìncipi"[2].
Segue però la deplorazione  della caducità di ogni bellezza" Sì, gli dèi furono benigni con voi, Gray. Ma gli dèi, dopo breve tempo rivogliono i loro doni. Avete soltanto pochi anni per vivere veramente. Quando la vostra gioventù se ne sarà andata, avrete perduto anche la vostra bellezza, e vi renderete conto d'un tratto che non ci sono più vittorie per voi (...) Perché la vostra gioventù durerà un tempo così breve-così breve! Gli umili fiori di prato avvizziscono, ma rifioriranno ancora. Quest'altro giugno l'acacia sarà d'oro, come è ora (...) Ma noi non torniamo mai alla nostra giovinezza. L'onda di gioia che pulsa in noi a vent'anni, si fa tarda. Le membra non ci ubbidiscono più, i sensi si consumano. Diventiamo ripugnanti fantocci, perseguitati dal ricordo delle passioni di cui abbiamo avuto timore e delle squisite tentazioni alle quali non avemmo il coraggio di cedere. Gioventù! Gioventù! Non c'è nulla al mondo che valga la giovinezza!" ( p. 32).
 
giovanni ghiselli
 
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[1] Con i favrmaka (v.205) e il   fivltron (v. 207) Andromaca allude ai filtri e alle droghe delle maghe del mito e della letteratura: Circe, Calipso, Medea. 
[2] Il ritratto di Dorian Gray (del 1891) , in O. Wilde, Opere , p. 31.

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