martedì 30 marzo 2021

Il gusto del futuro

La nobile gara benefica per la salute. Dedico la vittoria a Fulvio.

 

Il gusto del futuro evocato da Mario Draghi può essere sentito soltanto da chi, probabilmente come lui, ha gustato il passato. Chi ha sempre perso si aspetta di perdere ancora e sbaglia di nuovo.

 

Secondo Marziale, una volta trascorsa la giovinezza, la persona buona, priva di  rimorsi, può godere del frutto del suo passato e accrescere lo spazio della propria esistenza: “ampliat aetatis spatium sibi vir bonus: hoc est/vivere bis, vita posse priore frui” (X 23, 7-8).

 

C’è un nesso tra l’uomo buono e l’ampiezza della parte bella della vita, tra bellezza e bontà.

 

Come sa chi mi legge, quando scrivo rievoco i fatti della mia vita che considero significativi non soltanto per me.

Può vivere con gusto il presente, rigustare il passato e pregustare il futuro la persona la cui  vita ogni giorni  significa molto per sé per chi le vuole bene o anche le vuole male.

Disgustosa è l’insignificanza delle ore perdute, della chiacchiera vuota, degli incontri che non producono niente.  

Nel mio caso, cui faccio partecipare voi che mi leggete perché credo che il mio sia il medesimo caso di molti umani, i fatti più significativi sono stati gli affetti, gli amori, gli studi, la scuola, l’educazione, le corse in bicicletta.

Si impara ad agire bene dai buoni successi conseguiti.

quid agi oporteat bonis successibus  instruendi” dice Giuliano Augusto nelle Storie di Ammiano Marcellino   21, 5, 6).

Anche dagli insuccessi invero si impara. A non ripeterli.

 

Faccio un esempio piccolo piccolo. Ieri l’altro ho scalato i due chilometri di San Luca con la bicicletta in 13 minuti e 35 secondi. Mi sembrava un buon tempo per l’inizio della stagione e ho sfidato l’amico carissimo, ex allievo e competitore ciclistico Alessandro.

Ieri mi ha scritto di averci messo 12 minuti e 57 secondi.

Ho avuto un momento di sconforto perché nei nostri viaggi ciclistici in Grecia l’ho sempre lasciato indietro nelle salite.

Confesso che in discesa il più bravo invece è sempre stato Alessandro.

Mi sono detto: “hai retto e vinto il gran premio della montagna fino a 76 anni, ora puoi ritirarti”.

Ma poi ho pensato all’altro grande amico Fulvio che dopo essersi ritirato non si è più ripreso.

Allora mi sono detto che la nobile gara benefica per la salute non doveva finire, non ancora.

Oggi ho corretto gli errori: ho alleggerito il vestimento, ho lasciato a casa lo zaino, ho controllato meglio la bici, poi pedalando su per i pezzi meno erti dell’ascesa, dico trecento metri prima del curvone e trecento prima dell’arrivo al cancello del santuario, ho indurito il rapporto.

In conclusione ci ho messo 12 minuti e 24 secondi.

Immagino che questa nobile gara benefica per la salute fisica e mentale seguiterà. Spero per anni.

La chiameremo TROFEO FULVIO MOLINARI. Vinca il più bravo.

Un abbraccio celeste a Fulvio.

 

gianni  

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