Oggi è di moda essere cattivi

Nel Giulio Cesare di Shakespeare, dopo la battaglia di Filippi  Bruto dice a Clito che gli ha riferito della cattura o dell’uccisione di Statilio avvicinatosi al campo nemico per contare i morti: “slaying is the word; - it is deed in fashion” - latino factio “diritto di fare”, “modo di fare” e “partito” ” ( V, 5, 6-7), uccidere è la parola; è un’azione che va di moda.
Quindi Bruto si uccide aiutato da Stratone, e Antonio ne fa l’elogio funebre: era il più nobile di tutti quelli, tutti cospiratori tranne lui: “This was the noblest Roman of them all - all the conspirators - lat conspīro - save - lat salvus - only he”  (Giulio Cesare, V, 5, 68-69)
Uccidere e uccidersi è ancora, o di nuovo, di moda. Le persone buone passano per stupide. A me alcuni dicono che sono troppo buono, come dire un idiota.
Io invece lo prendo per un complimento come quando chi mi sopravvaluta dice che sono un genio, o ieri mattina, quando l’impiegata del poliambulatorio addetta a prenotare la vaccinazione lì per lì non voleva darmi retta dicendo che non entravo ancora nella fascia di età. Ho dovuto mostrarle la carta di identità con la data di nascita. Questi dunque sono grandi complimenti.
 Il più gradito a me è quando credono di insultarmi dicendo che sono “ tanto buono troppo buono”. Una volta una che coteggiai con successo mi disse che mi aveva esaudito perché lei che aveva sempre avuto paura di tutti, di me non ne aveva avuta. Era una persona intelligente e aveva preso la mia delicatezza nel verso giusto. Studiava glottologia e ha fatto la carriera degna dei suoi meriti. Del resto allora essere cattivi allora (nel 1972)  non era di moda.
 
Bologna 24 marzo 2021 ore 18, 30 

giovanni ghiselli

p. s.
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