NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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venerdì 1 ottobre 2021

Aristofane Rane XXXV. Conclusione della commedia: beato chi capisce.

Il Coro canta proclamando beato chi ha l’intelligenza acuta, Eschilo torna ad Atene per il bene di tutti perché è intelligente . Un topos relativo all'intelligenza è quello che condanna la stupidità, connessa spesso all'empietà: si trova espresso chiaramente nell'Agamennone di Eschilo dal protagonista che esita a calpestare il tappeto di porpora:" to; mh; kakw'" fronei'n-qeou' mevgiston dw'ron" (vv. 927-928) il non capire male/ è il dono più grande di dio.; quindi nell'Antigone di Sofocle le cui parole conclusive, del Coro, ovvero dell'autore che da questo "cantuccio" si esprime senza "introdursi nell'azione" , contengono la morale del dramma e presentano la quintessenza del sofocleismo, leggisamo "il comprendere (to; fronei'n ) è di gran lunga il primo requisito/della felicità; è necessario poi non essere empio/ in nessun modo negli atti che riguardano gli dèi (crh; de; tav g j ej" qeou;" mhde;n ajseptei'n) vv. 1347-1349". Lo stesso Creonte, che pure non incarna il pensiero di Sofocle, alla fine lo capisce:"mh; fronei'n pleivsth blavbh" (v. 1051), non comprendere è il danno massimo. Luogo simile nelle Baccanti di Euripide:" Essere equilibrati e venerare gli dèi /è la cosa più bella (To; swfronei'n de; kai; sevbein ta; tw'n qew'n-kavlliston"), e credo che questo sia anche il bene/più saggio per chi sa farne uso (vv.1150-1151). Nelle Troiane, la lucida follia di Cassandra dichiara che chi ha senno deve evitare la guerra: “feuvgein me;n oun crh; povlemon o{sti~ eu\ fronei`” (v. 400) Epicuro nell’Epistola a Meneceo afferma: “to; mevgiston ajgaqo;n frovnhsi"” (132, 5), il massimo bene è la saggezza. "La pietà suprema sarà per i Greci l'intelligenza" . Capire significa anche amare. “La stupidità, per farsi rispettare, inventò l’ingiustizia” . Alla fine delle Rane di Aristofane dunque c'è un makarismov" dell'intelligenza benefica grazie alla quale Eschilo potrà tornare sulla terra:"makavriov" g j ajnh;r e[cwn-xuvnesin hjkribwmevnhn: -pavra de; polloi'sin maqei'n.- o{de ga;r eu\ fronei'n dokhvsa"-pavlin a[peisin oi[kad j au\qi",- ejp j ajgaqw'/ me;n toi'" polivtai" ,-ejp j ajgaqw'/ de; toi'" eJautou'-xuggenevsi te kai; fivloisi,-dia; to; sunetov" ei\nai" (vv.1482-1490), beato l'uomo che ha intelligenza acuta: è possibile riconoscerlo da molti segni. Questo qui che si è rivelato saggio torna di nuovo a casa per il bene dei cittadini, per il bene dei suoi parenti e amici, perché è intelligente. Il Coro poi aggiunge che è bella cosa non stare seduti con Socrate a cianciare (lalei'n) disprezzando la musica e trascurando il meglio dell’arte tragica con sottigliezze di ciarle. Cfr. La nascita della tragedia di Nietzsche. Subito dopo Plutone dà a Eschilo in procinto di tornare ad Atene l'incarico di educare gli stolti che sono tanti:"paivdeuson-tou;" ajnohvtou" : polloi; d j eijsivn" (vv. 1502-1503) e indica il pubblico. Poi gli dà una spada per Cleofonte, un capestro toi'si poristai'ς per i funzionari delle tasse, procuratori di fondi pubblici, la cicuta per un Archenomo sconosciuto. Infine, tra quelli attesi con urgenza, Plutone nomina Adimanto responsabile della disfatta di Notio del 407. Sarà anche il traditore della patria ad Egospotami nel 405 (cfr. Canfora che lo paragona a Gorbaciov ). Eschilo lascia il suo seggio a Sofocle e raccomanda che non vi si segga mai Euripide: panou'rgoς ajnhvr- kai; yeudolovgoς kai; bwmolovcoς, 1520-1521- farabutto, impostore e buffone Plutone ordina al Coro di disporsi in corteo per accompagnare Eschilo Il Corifeo augura ogni bene ad Atene; a Cleofonte invece di andare combattere in Tracia, nei campi della sua patria (1533) Appendice Auerbach in Mimesis (1946) scrive che nella letteratura antica c’è la legge della separazione degli stili, per cui la pittura realistica del quotidiano trova posto solo nel comico, o, tutt’al più nell’idillico. L’uomo che cerca di ribellarsi invano al suo destino è come la lumaca che gettata nel fuoco sfrigola e pare ridere, invece muore. Così Atene muore nell’amara risata di Aristofane. Pesaro 1 ottobre 2021 ore 9, 21 giovanni ghiselli p. s Statistiche del blog Sempre1169289 Oggi34 Ieri200 Questo mese34 Il mese scorso6805

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