Dopo la corsa mi fermai per
riflettere. Mi posi la domanda: quale spinta mi aveva fatto correre bene? Il
pensiero che un amore sciagurato fosse finito, oppure il sentimento che
Ifigenia nonostante i ritardi fosse ancora la mia compagna e la mia Musa ispiratrice
? Come sempre con la corsa avevo smaltito l’indigestione di angoscia oltre
avere bruciato parecchie calorie.
Sentivo di nuovo il profumo
esalato da quella giovane donna e il suono della sua voce calda che spesso mi
aveva incoraggiato verso le cose egregie. Vedevo il dito della sua mano destra
che mi indicava le mete da raggiungere insieme. C’erano state alcune difficoltà,
date prima dal marito cerbero ancora presente nella sua vita, poi dai genitori
apprensivi, eppure dovevo a lei il meglio della mia vita nei mesi precedenti.
Mi ero disteso sul prato
interno alla pista e pensavo. Osservavo il cielo e accarezzavo l’erba ancora
umida immaginando che ciascun filo fosse un capello di lei, rorido di gocce
celesti e luminoso di sole, oppure un ciglio bagnato di lacrime calde di amore
per me.
“Domani arriva sicuramente la
lettera sua”, vaticinavo con incauto ottimismo. Quei 19 minuti e 38 secondi
impiegati per correre i 5000 metri non era un gran risultato, infatti l’avrei
migliorato di molto, ma significavano che non avevo perso la voglia di fare
sempre meglio in questa mia vita mortale. Tale volontà sicura e al di sopra di
tutto la dovevo a lei e ad alcune altre incontrate dalle due Elene in avanti.
Ma l’amore di Ifigenia, mi domandavo ancora, era un Eros Uranio nato da
Afrodite Celeste o piuttosto un Cupido pandemio figlio di una Venere volgare?
Comunque mi spingeva a
procedere sulla mia via, con metodo. E mi sentivo bene. Sia mentalmente, sia
fisicamente. Si doveva vedere siccome, mentre tornavo in collegio, la ragazza
Canadese con la quale avevo ballato la prima sera mi salutò sonoramente con un
fischio e un complimento indirizzato al mio aspetto.
Oggettivamente non ero né sono
mai stato una bellezza assoluta, quindi l’apprezzamento significava che il mio
corpo faceva vedere tutto il benessere interno.
Benedissi tutte le mie amanti
di qualsiasi divinità fossero state figlie e nipoti.
giovanni ghiselli
Nessun commento:
Posta un commento