giovedì 24 settembre 2020

Stazio, "Tebaide". Appendice

L. Signorelli, Stazio

Argomenti

Stazio nel Purgatorio di Dante. Il rapporto di Achille con la madre nell’Achilleide di Stazio.

 

Posso ricordare quanto dice Stazio a Virgilio nella V cornice del Purgatorio di Dante: “ Ed elli a lui: “Tu prima m’inviasti/verso Parnaso a ber nelle sue grotte,/e prima appresso Dio m’alluminasti./Facesti come quei che va di notte,/che porta il lume dietro e sé non giova, ma dopo lui fa le persone dotte, /quando dicesti: ‘Secol si rinnova;/torna giustizia e primo tempo umano,/e progenie scende da ciel nova’[1]/Per te poeta fui, per te cristiano” (XXII, 67 - 72).

 

Nel Purgatorio di Dante, Stazio si trova nella V cornice tra gli avari e i prodighi. Si presenta dicendo “Stazio la gente ancor di là mi noma:/cantai di Tebe, e poi del grande Achille; ma caddi in via con la seconda soma” (XXI, 91 - 93). Poi dice dell’ Eneide “ la qual mamma - fummi e fummi nutrice poetando” (97 - 98)

Dante gli svela che il suo accompagnatore “è quel Virgilio dal qual tu togliesti - forte a cantar de li uomini e d’ i dèi”. Stazio si china ad abbracciar li piedi ma Virgilio gli dice: “Frate, non far, ché tu se’ ombra e ombra vedi”

“ Ed i surgendo: “Or puoi la quantitate/comprender dell’amor ch’a te mi scalda,/quand’io dismento nostra vanitate,/trattando l’ombre come cosa salda”[2].

 

 A proposito della guerra dei 7 contro Tebe, ricordo che Esiodo aveva scritto che la razza degli eroi si estinse prima nella generazione dei 7 contro Tebe che combatterono per le greggi di Edipo nella terra di Cadmo (Opere, 162), poi i loro figli nella guerra di Troia. E’ la fine dell’età micenea

 

Nell’Achilleide Tetide, in ansia per la sorte di Achille, rinfaccia a Nettuno di avere aperto la disgraziata distesa marina a usi criminali: “Eunt tutis terrarum crimina velis,/ex quo iura freti maiestatemque repostam/rupit Iasonia puppis Pagasaea rapina” (vv. 63 - 65), veleggiano sicuri i delitti delle terre, da quando la poppa di Pagase ha violato con la rapina di Giasone i diritti del mare e la sua remota maestà.

 

Il delitto successivo (aliud scelus, v. 66) che inquieta Tetide è il ratto di Elena da parte di Paride: porterà infatti Achille alla morte che la madre tenta di scongiurare, invano. 

 

Nell’Achilleide il giovanissimo Pelide deve ribellarsi alla madre, che ne aveva fatto un travestito perché non andasse alla guerra di Troia: “Paruimus, genetrix, quamquam haud toleranda iuberes,/paruimus nimium: bella ad Troiana ratesque/Argolicas quaesitus eo” (II, 17 - 19), ho obbedito, madre, sebbene tu ordinassi cose non tollerabili, ti ho obbedito troppo: vado alla guerra di Troia sulle navi dei Greci che mi hanno cercato. 

Achille ha ricevuto un’educazione durissima da Chirone e vuole metterla in pratica nella guerra di Troia.

Si ricordi[3] quanto afferma Esiodo dei bambini ritardati, potenzialmente violenti, che vivevano fino a cento anni con la madre.

 

Sentiamo Fromm: "Rimanendo legato alla natura, alla madre o al padre, l'uomo riesce quindi a sentirsi a suo agio nel mondo, ma, per la sua sicurezza, paga un prezzo altissimo, quello della sottomissione e della dipendenza, nonché il blocco del pieno sviluppo della sua ragione e della sua capacità di amare. Egli resta un fanciullo mentre vorrebbe diventare un adulto"[4].

"La capacità d'amare dipende dalla propria capacità di emergere dal narcisismo e dall'attaccamento incestuoso per la propria madre e il proprio clan; dipende dalla propria capacità di crescere, di sviluppare un orientamento produttivo nei rapporti col mondo e se stessi"[5].

Cfr. l’elogio di Domiziano nell’Achilleide di Stazio. L’eroe celebrato nel poema, il Pelide, sarebbe stato un preludio dell’ultimo dei Flavi: magnusque tibi praeludit Achilles (I, 19).

 

giovanni ghiselli

 

p.s.

se ci saranno richieste, qui nel blog o durante il corso che inizierò il 13 ottobre alla Primo Levi, presenterò anche l’Achilleide con l’educazione di Achille da parte di Chirone



[1] Cfr. Bucolica IV, 5 - 7: “magnus ab integro saeclorum nascitur ordo./Iam redit et Virgo, redeunt Saturnia regna;/iam nova progenies caelo demittitur alto

[2] Purgatorio XXI, 133 - 136.

[3] Cap. 58.

[4]E. Fromm, La rivoluzione della speranza , p. 80.

[5]E. Fromm, L'arte d'amare , p. 153.

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