sabato 26 settembre 2020

Lucano LV. Pharsalia IX (973-999)

Foscolo

Argomenti

Cesare a Troia. Osserva i sassi resi illustri dagli eroi.  Ma, commenta Lucano, il lustro massimo verrà dalla poesia che sottrae all’oblio e quindi alla morte i grandi personaggi. Anche le gesta di Giulio Cesare saranno lette con la Pharsalia.

 

Nullum est sine nomine saxum (973). Vediamo dunque i nomi  dei sassi resi famosi dai personaggi che hanno avuto contatti con loro

Cesare guarda gli scogli dove fu legata Esione - Hesiones scopulos -  (970), figlia di Laomedonte e sorella di Priamo. Venne liberata da Eracle, come Andromeda da Perseo. Poi i talami di Anchise nascosti nel bosco - silvaque latentis - Anchisae thalamos (970 - 971), quo iudex sederit antro (Paride), l’antro dove sedette giudice unde puer rapto caelo (Ganimede) il luogo da dove il fanciullo venne rapito nel cielo e la vetta dove pianse la Naiade Enone  poi lasciata per Elena. Una delle tante femmine abbandonate.

Cesare non potè riconoscere la tomba di Ettore ma mentre camminava in alto gramine un Frigio gli chiese di non calpestarla.  Poi lo inviò all’altare Erceo sul quale morì Priamo. Erceo è un epiteto di Giove protettore della casa..

O sacer et magnus vatum labor! Omnia fato

eripis et populis donas mortalibus aevum” 

(IX 980 - 981) tu strappi alla morte  doni l’eternità a popoli destinati a morire.


Anche Cesare vivrà in eterno grazie alla Pharsalia

Venturi me teque legent; Pharsalia nostra

Vivet, et a nullo tenebris damnabimur aevo” (985 - 986), da nessuna età saremo condannati alle tenebre.

 

E me  che i tempi ed il desio d’onore

fan per diversa gente ir fuggitivo,

me ad evocar gli eroi chiamin le Muse

del mortale pensiero animatrici

siedon custodi de’ sepolcri, e quando

il tempo con sue fredde ale vi spazza

fin le rovine, le Pimplèe fan lieti

di lor canto i deserti, e l’armonia

vince di mille secoli il silenzio 

(Foscolo, I Sepolcri 226 - 234)

 

Cesare quindi elevò un altare di zolle di terra

votaque turicremos non irrita fudit in ignes (989)  e sui fuochi che bruciavano l’incenso versò voti non vani.

Cesare pregando ricorda le proprie origini divine e troiane nominandosi il discendente più illustr della gente Giulia - gentis Iuliae clarissimus (995) e invoca i Lari di Enea  che pure si trovano a Lavinio

Chiede: “date felices in cetera cursus” (997), percorsi di successo in quanto resta da fare. Promette la resurrezione di Troia, una Pergamo romana: Romana Pergama surgent (999). Quindi si imbarca e si dirige verso l’Egitto.

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