Trasporto di soldati morti, I guerra mondiale
Argomenti
Antigone e Argia, gareggiano
nobilmente nell’amore per Polinice fratello della prima e marito della seconda.
Creonte le manda a morte entrambe. Morire nella bellezza nell’Antigone,
nell’Aiace di Sofocle e nell’Ecuba di Euripide. Le
altre donne argive che hanno perduto il loro uomini vanno ad Atene per
supplicare Teseo affinché le aiuti a recuperare i cadaveri. Evadne gli ricorda
che i caduti in guerra erano uomini creati per le medesime stelle degli
Ateniesi. Teseo si convince e muove guerra a Creonte. Lo seguirebbe Ippolita se
non la trattenesse la certa speranza della nascita del figlio suo e di Teseo. Creonte viene sconfitto e ucciso. Fine del poema
Teseo parla all’esercito e dice che
dalla loro parte sta la Natura dux (645) dall’altra Pene,
Furie, Erinni. Lo scudo di Teseo dove sono raffigurate le sue imprese
(Minotauro etc.) incute terrore
Saevus at interea ferro post terga revinctas
Antigonem viduamque Creon Adrastida
leto - admovet (677 -
679)
Ma intanto il feroce Creonte manda a
morte Antigone e Argia la figlia di Adrasto vedova
… Ambae hilares et mortis amore superbae
ensibus intentant iugulos regemque
cruentum
destituunt (679 - 681), entrambe liete e
orgogliose di amare la morte, tendono le gole e deludono il re sanguinario.
E’ la morte eroica dei giovani che
lasciano la vita con stile e trovano e lasciano bellezza nella morte.
L’Antigone di Sofocle dice a Ismene che cerca di dissuaderla dall’opporsi al titanno: ma lascia che io e la pazzia che
spira da me/soffriamo questa prova tremenda: io non soffrirò/nulla di così
grave da non morire nobilmente"peivsomai ga;r ouj - tosou`ton
oujden w{ste mh; ouj kalw`~ qanei`n ( Antigone, vv. 95 - 97).
Soltanto nella bellezza si può tollerare il dolore di vivere, afferma Polissena
quando antepone una morte dignitosa a una vita senza onore: "to; ga;r zh'n
mh; kalw'~ mevga~ povno~, (Ecuba , v. 378), vivere senza
bellezza è un grande tormento".
L’esercito ateniese arriva ad Argo e
solleva una polvere che oscura le cime dei monti
I Tebani fuggono e Teseo non
infierisce: la sua destra disdegna un sangue facile (nec facilem dignatur
dextra cruorem, 737). Creonte è odiato da tutti, molti tra i suoi si
ritirano e lui audax morte futura (760) grida a Teseo che non
ha a che fare con ragazze armate di scudi “non cum peltifeis - ait - haec
tibi pugna puellis - 761.
Ricorda i caduti argivi Tideo,
Ippomedonte e Capaneo.
Teseo lo colpisce e avvisando i
morti argivi, grida “venit ecce Creon!” (773)
Teseo dunque uccide Creonte ma non
gli nega il sepolcro. Tebani e Ateniesi fanno la pace, quindi arrivano di corsa
le donne argive come Baccanti. Infine i riti funebri con Evadne che sale sul
rogo di Capaneo, e Atalanta che invoca il figlio Partenopeo.
Stazio conclude scrivendo che ci ha
messo 12 anni di cure e di veglie per comporre il poema - o mihi bissenos
multum vigilata per annos - Thebai - (811 - 812) e ormai la mia nave dopo
tanto mare ha meritato il porto “et mea iam longo meruit ratis aequore
portum” (809).
Cfr. Dante: “per coglier miglior
acque alza le vele/omai la navicella del mio ingegno” (Purgatorio, I, 2) e
ne ha soddisfazione poiché l’imperatore (Domiziano) si degna di leggere laTebaide
e la gioventù italica ne studia e impara a memoria i versi - “iam te
magnanimus dignatur noscere Caesar - itala iam studio discit memoratque
iuventus” (814 - 815). Congeda l’opera chiedendole di non competere con l’Eneide ma
di seguirne le orme con eterna venerazione. I detrattori verranno annientati. I
detrattori moriranno mentre tu riceverai onori anche quando non ci sarò più.
giovanni ghiselli
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