Deus ex machina in una rappresentazione al teatro greco di Siracusa |
Oreste
di Euripide. "Oreste" di Euripide. XXVIII parte (vv.
1621-1693)
Traduzione
mia
Conclusione
del dramma con Apollo deus
ex machina
Menelao
O
terra dei Danai e abitanti di Argo ricca di cavalli,
avanti,
non verrete in aiuto con piede veloce per combattere?
Poiché
costui vuole infliggere violenza all’intera città
per
restare in vita dopo avere commesso l’empio assassinio della madre.
Apollo
Menelao,
poni fine alla tua arroganza affilata: 1625
sono
qui io, Febo, figlio di Latona che ti chiamo da vicino,
e
anche tu che impugnando la spada sorvegli questa fanciulla,
Oreste,
perché sappia le conclusioni che vengo a portare.
Elena
che tu hai mancato benché fossi desideroso
di
ucciderla, pieno d’ira contro Menelao, 1630
è
questa che vedete nelle plaghe del cielo,
salva
e non morta per mano tua.
Io
l’ho salvata e l’ho sottratta alla spada
tua,
ricevuto l’ordine da Zeus padre.
Infatti
è figlia di Zeus e deve vivere immortale, 1635
e
nelle plaghe dell’etere sarà seduta vicino
a
Castore e Polluce, protettrice dei marinai.
Tu
prendi un’altra sposa da tenere in casa,
poiché
gli dèi con la bellezza di questa
fecero
scontrare Elleni e Frigi, 1640
e
posero in atto le morti, per togliere dalla terra
l’onta
dell’affollamento esorbitante dei mortali.
Così
stanno le cose che riguardano Elena; tu, invece,
Oreste,
devi varcare i confini di questa terra
e
abitare il suolo Parrasio per il giro di un anno. 1645
Sarà
chiamato prendendo il nome dal tuo esilio
da
parte dagli Azani e dagli Arcadi tanto da nominarlo
Oresteo.
Da
lì, andato alla città degli Ateniesi,
rendi
conto del sangue dell’uccisione della madre
alle
tre Eumenidi: gli dèi, giudici del processo, 1650
ti
daranno sul colle di Ares il voto più santo
dove
è destino che tu vinca.
Quella
su cui Oreste, tieni la spada vicino al collo,
Ermione,
è destino che tu la sposi; mentre Neottolemo
che
presume di sposarla, non la sposerà mai. 1655
Infatti
ll suo destino è morire per spada delfica
mentre
reclama giustizia per la morte di Achille.
Poi,
dai il letto della sorella a Pilade cui un tempo
l’hai
promesso: lo aspetta in seguito una vita felice.
Tu,
Menelao, lascia che Oreste abbia potere su Argo 1660
e
vai a regnare sulla terra spartana,
con
la dote di una sposa che sempre finora
ha
continuato a darti travagli infiniti.
I
rapporti di questo qui con la città li sistemerò bene io
che
l’ho costretto ad ammazzare la madre. 1665
Oreste
O
Lossia oracolare, non eri dunque un profeta falso
dei
tuoi vaticini, ma veritiero.
Epppure
in me entrava la paura di avere creduto di udire la tua
voce
mentre sentivo quella di un demone maligno.
Ma
è finita bene, obbedirò alle tue parole. 1670
Ecco,
libero Ermione dalla minaccia di morte,
e
accetto il talamo, quando il padre me lo dia.
Menelao
O
Elena figlia di Zeus, addio: invidio te
che
abiti la dimora felice degli dèi.
Oreste,
a te prometto in moglie mia figlia, 1675
siccome
lo dice Febo: tu nobile da una nobile
sposandola
possa trarne gioia, tu e io che te la do.
Apollo
Andate
dunque ciascuno dove ordiniamo,
e
ponete fine alle contese.
Menelao
Bisogna
obbedire 1679
Oreste
Anche
io sono sono tale: libo e mi accordo con gli eventi, 1680
Menelao,
e con i tuoi vaticini, Lossia.
Apollo
Andate
dunque per ls vostra strada con metodo, onorando Irene
la
più bella tra le dèe, e io
condurrò
Elena nel palazzo di Zeus,
giungendo
fino al cielo degli astri luminosi, 1685
dove
seduta accanto a Era e alla sposa di Eracle
Ebe,
sarà una dea sempre onorata
dagli
uomini con libagioni,
e
con i Tindaridi figli di Zeus
protettrice
dei marinai sull’umido mare 1690
Coro
O
grande, veneranda vittoria, possa tu
Occupare
la mia vita
E
non cessare di incoronarmi
Pesaro,
3 settembre 2020 ore 11, 37 giovanni ghiselli
p.
s.
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