NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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sabato 26 settembre 2020

Debrecen 1979. 46. Monogamia, poligamia e poliandria

fringuello
La lettera non arriva. Il disincanto e la desolazione. Monogamia, poligamia e poliandria

 

“La monogamia - replicai - chiede maggiore attenzione, rispetto, riguardo, s e la crescita avviene solo attraverso relazioni impegnative. Con i rapporti superficiali cresce poco l’esperienza, “small experience grows”, per dirla con Petruccio di Shakespeare[1]. La Poligamia è facile, come la poliandria: richiedono troppo poco per essere accrescitive. La monogamia ti dà più in quanto chiede di più. Come uno studio serio rispetto a una lettura distratta”.

Giulia mostrava di sdegnare tale posizione secondo lei arretrata, e, siccome significava anche “io non voglio avere un’avventura con te”, smentiva la sua certezza di poter incantare qualsiasi uomo, sicché questa Circe serba mi chiese di riaccompagnarla in collegio usando un tono carico di antipatia.

Giunti nell’atrio, guardammo se c’era posta: ebbene la mia fedeltà, teorizzata e praticata con devozione ieratica, non ricevette alcuna mercede, mentre il lassismo almeno teorico di quella ragazza fu ricompensato da una lettera. Giulia aveva saputo da Alfredo che io aspettavo da diversi giorni con ansia un espresso dalla mia compagna lontana, sicché mi salutò sbandierando la sua busta bicolore e dicendo: “Ciao gianni, buona fortuna! Ti auguro di ricevere posta da domani ogni giorno e di essere felice con la tua amata per tutta la vita, Felice e contento fino almeno a cento anni!

Dopo sarai infinitamente beato nel paradiso dove andrai di sicuro, fedele, puro e santo come sei stato qui sulla terra!”

Non le risposi. Ero nauseato. Non di lei ma di Ifigenia e di me stesso che avevo creduto di vivere con questa amante l’amore “che è palpito dell’universo intero”, mentre la prova della lontananza di un mese aveva testificato la falsità di lei e rivelato la mia illusione, rendendo ridicolo il rigore promesso e impiegato nel rispettare gli impegni che mi ero sobbarcato tutti da solo.

“Le mie virtù devo offrirle e consacrarle a Dio, chiunque egli sia”, pensavo.

Salii in camera pieno di rancore per la svolazzante fringuella che poco prima avevo celebrato come un’eroina e quale dea degna di venerazione

 

Pesaro 26 settembre 2020, ore 16, 45.

giovanni ghiselli

 

p. s.

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[1] The Taming of the Shrew, I, 2.

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