Il calcio non mi piace,
soprattutto da quando i calciatori si comportano da gladiatori menando colpi a
più non posso. Tanti ragazzi esagitati li imitano sulla spiaggia di Pesaro disturbandomi mentre corro in questi ultimi crepuscoli estivi infastiditi dalle loro grida con botte.
Ma quando li ho schivati, e nella spiaggia sotto il monte torna la solitudine, allora "tutto è santo, tutto è santo, tutto è santo" e in ogni muscolo "mi freme una vita inimitabile" mentre procedo "ombra labile" nell'ultima luce del crepuscolo.
In particolare non mi piace la Juventus che ha
accumulato troppe vittorie con tanta malizia.
Fra “le tre disposizioni che
il cielo non vuole”[1]
la malizia è quella che più biasimo accatta.
Ai più piace questa squadra
aiutata a vincere troppo spesso da arbitri assai maliziosi.
Ai più infatti piace chi
vince, fosse pure Mussolini, salvo poi maltrattarne il cadavere quando ha perso ed è già stato ammazzato.
Io, al contrario, tifo per chi
perde: Ettore piuttosto che Achille, fin da bambino.
Un vincente che mi piaceva
era Coppi, ma perché aveva l’aria inquieta, infelice, irregolare. Come ero anche io allora, da bambino.
I regolari preferivano Bartali.
I regolari preferivano Bartali.
In conclusione, ogni volta
che la Juventus
perde una partita sono contento. Mi piace invece il Napoli.
In questa maniera
tiferò. Sommessamente dopo questo proclama.
Saluti
Pesaro 5 settembre 2020, ore
9, 50
gianni ghiselli
p.s.
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Nota
[1]
Dante Inferno, XI, 81
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