ArgomentiBussani, libretto del
Giulio Cesare in Egitto
L’uccisione di Pompeo viene
presentata dagli Egiziani come un delitto compiuto per favorire Cesare
oltretutto risparmiandogli di essere lui ad ammazzare il nemico vinto. Dunque
il vincitore dovrebbe ritenere meritevoli i giustizieri dello sconfitto. L’ipocrisia
del potere: le lacrime finte di Cesare. Le iussae lacrimae degli
ipocriti denunciate da Seneca e da Marziale. L’arcanum imperii dell’impossibilità
di condividere il potere: Cesare personaggio di questo poema e Tacito
Nec vile putaris hoc meritum non considerare questo merito di
poco valore, continua il satelles, anche se facili nobis
quod caede peractum est (1027) per il fatto che noi l’abbiamo compiuto
con una facile uccisione.
Pompeo hospes avītus erat era
ospite di antica data e depulso sceptra parenti - reddiderat (1028
- 1029) e aveva restituito lo scettro a Tolomeo XII Aulete il padre di Tolomeo
XIII. L’Aulete e Filadelfo (aveva sposato la sorella Cleopatra VI) era stato
cacciato nel 57 da una rivolta degli Alessandrini. Si scelus est, plus
te nobis debere fateris - quod scelus hoc non ipse facis (1031 - 1032),
se è un delitto ammetti che ci devi di più poiché non sei stato tu a
commetterlo. Il servilismo del cliente arriva a fregiarsi del merito di avere
commesso un delitto per favorire il patrono.
Cfr. certi delitti compiuti dalla
mafia per togliere di mezzo un personaggio scomodo per il potente. Penso
all’uccisione di Mino Pecorelli che venne ammazzato nel marzo del 1979 da un
sicario. Il pentito Buscetta fece il nome di Giulio Andeotti tra i mandanti cui
stava a cuore la morte di questo giornalista. Naturalmente non si è mai saputa
la verità.
Sic fatus opertum - detexit
tenuitque caput (1032
- 1033).
L’effigies era iam
languida morte, rammollita dalla morte (1033). Cesare guardò il dono per
essere sicuro che la testa fosse quella del genero; quando ne fu certo tutumque
putavit - iam bonus esse socer , e considerò che fosse ormai cosa
sicura essere un suoceroi buono, lacrimas non sponte cadentis - effudit
gemitusque expressit pectore laeto, sparse lacrime che cadevano non
spontanèe e spremette gemiti dal petto lieto.
Non poteva nascondere la gioia se
non con le lacrime. Così per giunta annulla il debito verso quel re d’Egitto.
Pensate alle tante manifestazioni
pubbliche di falso cordoglio
Dolori tantum des quantum natura
poscit, non quantum consuetudo. Plerique enim lacrimas fundunt
ut ostendant, et totiens siccos oculos habent quotiens spectator defuit
(Seneca,De tranquillitate animi, 15, 6).
Cfr. quesi due distici di Marziale
I, 33: “Amissum non flet cum sola est Gellia patrem/si quis adest iussae
prosiliunt lacrimae/Non luget quisquis laudari, Gellia quaerit/ille dolet vere
qui sine teste dolet”, non soffre chiunque voglia essere lodato, è davvero
addolorato chi lo è senza testimoni.
Cesare … “Qui duro membra senatus
- calcarat vultu, qui sicco lumine campos - viderat Emathios, uni
tibi, Magne, negare - non audet gemitus (1043 - 1046)
E’ un atto di ipocrisia: Cesare
pensa che quelle lacrime giovino alle sue armi presso i popoli che amavano
Pompeo - credis apud populos Pompei nomen amantis - hoc castris prodesse
tuis - (1050 - 1051).
Oppure piangi per il fatto che non
lo hai ucciso tu.
Comunque il pianto “a vera longe
pietate recessit” (1056).
Quindi Cesare agginge alle lacrime
ficcate negli inganni lacrimae confictae dolis, parole altrettanto
false: biasima il delitto e rifiuta il dono che gli ha tolto unica
belli - praemia civilis, victis donare salutem (1066 - 1067)
Poi però dice parole sentite:
“Non tuleram Magnum mecum Romana regentem: - te, Ptolomaee feram?” (1075
- 1076).
Ho fatto una guerra civile
dove miscuimus gentes, una guerra mondiale insomma, che sarebbe
vana “… si qua est hoc orbe potestas - altera quam Caesar, si tellus ulla
duorum est” (1076 - 1078).
E’ uno dei segreti del potere (arcana imperii), e del Palazzo,
(arcana domus) svelato da Tacito all'inizio degli Annales,
quando Tiberio sta assumendo il potere:"eam condicionem esse
imperandi ut non aliter ratio constet quam si uni reddatur " (I,
6), questa è la condizione dell'impero che i conti tornano bene se si rendono a
uno solo.
Una regola espressa anche dalla vox populi in seguito
all'uccisione di Britannico da parte di Nerone (55 d. C.):" facinus cui
plerique etiam hominum ignoscebant, antiquas fratrum discordias et insociabile
regnum aestimantes" (Annales, XIII, 17), un delitto per il
quale la maggior parte della gente aveva addirittura indulgenza, tenendo conto
dei contrasti cercal tra i fratelli e del fatto che il potere non si può
dividere
So bene che se avessi perso a
Farsalo avreste decapitato me continua Cesare. Comunque perdona il Tolomeo per
la giovane età. Poi ordina di rendere al genero gli onori funebri. Qello che
resta di Pompeo sentiat adventum soceri vocesque querentis - audit umbra
pias (1094 - 1095) si accorga dell’arrivo del suocero, ascolti le
parole pie di chi lo piange, un giorno di letizia è stato sottratto al popolo
romano.
Laeta dies rapta est populis,
concordia mundo - nostra perit, è andata perduta per il mondo la nostra
riconciliazione 1097 - 1098).
La colpa è di Pompeo che ha
preferito essere debitore della vita al suo cliente egiziano piuttosto che al
generoso vincitore.
Ma la folla non prestò credito ai
suoi lamenti. Parte del pubblico nasconde la letizia con l’aspetto, altri
osano hilares nefas spectare cruentum - Guardare con animo ilare il
crimine sanguinoso, o bona libertas, cum Caesar lugeat (1108).
Fine IX canto
Bologna 27 settembre 2020, ore
20, 12,
p. s.
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