domenica 27 settembre 2020

Lucano LVII. Pharsalia IX (1027- 1108). Le lacrime finte di Cesare, poi le sue parole che svelano uno degli arcana imperii

Bussani, libretto del
Giulio Cesare in Egitto
Argomenti

L’uccisione di Pompeo viene presentata dagli Egiziani come un delitto compiuto per favorire Cesare oltretutto risparmiandogli di essere lui ad ammazzare il nemico vinto. Dunque il vincitore dovrebbe ritenere meritevoli i giustizieri dello sconfitto. L’ipocrisia del potere: le lacrime finte di Cesare. Le iussae lacrimae degli ipocriti denunciate da Seneca e da Marziale. L’arcanum imperii dell’impossibilità di condividere il potere: Cesare personaggio di questo poema e Tacito

 

Nec vile putaris hoc meritum non considerare questo merito di poco valore, continua il satelles, anche se facili nobis quod caede peractum est (1027) per il fatto che noi l’abbiamo compiuto con una facile uccisione.

Pompeo hospes avītus erat era ospite di antica data e depulso sceptra parenti - reddiderat (1028 - 1029) e aveva restituito lo scettro a Tolomeo XII Aulete il padre di Tolomeo XIII. L’Aulete e Filadelfo (aveva sposato la sorella Cleopatra VI) era stato cacciato nel 57 da una rivolta degli Alessandrini. Si scelus est, plus te nobis debere fateris - quod scelus hoc non ipse facis (1031 - 1032), se è un delitto ammetti che ci devi di più poiché non sei stato tu a commetterlo. Il servilismo del cliente arriva a fregiarsi del merito di avere commesso un delitto per favorire il patrono.

Cfr. certi delitti compiuti dalla mafia per togliere di mezzo un personaggio scomodo per il potente. Penso all’uccisione di Mino Pecorelli che venne ammazzato nel marzo del 1979 da un sicario. Il pentito Buscetta fece il nome di Giulio Andeotti tra i mandanti cui stava a cuore la morte di questo giornalista. Naturalmente non si è mai saputa la verità.

Sic fatus opertum - detexit tenuitque caput (1032 - 1033).

 L’effigies era iam languida morte, rammollita dalla morte (1033). Cesare guardò il dono per essere sicuro che la testa fosse quella del genero; quando ne fu certo tutumque putavit - iam bonus esse socer , e considerò che fosse ormai cosa sicura essere un suoceroi buono, lacrimas non sponte cadentis - effudit gemitusque expressit pectore laeto, sparse lacrime che cadevano non spontanèe e spremette gemiti dal petto lieto.

Non poteva nascondere la gioia se non con le lacrime. Così per giunta annulla il debito verso quel re d’Egitto.

Pensate alle tante manifestazioni pubbliche di falso cordoglio

Dolori tantum des quantum natura poscit, non quantum consuetudo. Plerique enim lacrimas fundunt ut ostendant, et totiens siccos oculos habent quotiens spectator defuit (Seneca,De tranquillitate animi, 15, 6).

Cfr. quesi due distici di Marziale I, 33: “Amissum non flet cum sola est Gellia patrem/si quis adest iussae prosiliunt lacrimae/Non luget quisquis laudari, Gellia quaerit/ille dolet vere qui sine teste dolet”, non soffre chiunque voglia essere lodato, è davvero addolorato chi lo è senza testimoni.

 

Cesare … “Qui duro membra senatus - calcarat vultu, qui sicco lumine campos - viderat Emathiosuni tibi, Magne, negare - non audet gemitus (1043 - 1046)

E’ un atto di ipocrisia: Cesare pensa che quelle lacrime giovino alle sue armi presso i popoli che amavano Pompeo - credis apud populos Pompei nomen amantis - hoc castris prodesse tuis - (1050 - 1051).

Oppure piangi per il fatto che non lo hai ucciso tu.

Comunque il pianto “a vera longe pietate recessit” (1056).

Quindi Cesare agginge alle lacrime ficcate negli inganni lacrimae confictae dolis, parole altrettanto false: biasima il delitto e rifiuta il dono che gli ha tolto unica belli - praemia civilis, victis donare salutem (1066 - 1067)

 Poi però dice parole sentite: “Non tuleram Magnum mecum Romana regentem: - te, Ptolomaee feram?” (1075 - 1076).

Ho fatto una guerra civile dove miscuimus gentes, una guerra mondiale insomma, che sarebbe vana “… si qua est hoc orbe potestas - altera quam Caesar, si tellus ulla duorum est” (1076 - 1078).

 

E’ uno dei segreti del potere (arcana imperii), e del Palazzo, (arcana domus) svelato da Tacito all'inizio degli Annales, quando Tiberio sta assumendo il potere:"eam condicionem esse imperandi ut non aliter ratio constet quam si uni reddatur " (I, 6), questa è la condizione dell'impero che i conti tornano bene se si rendono a uno solo.

Una regola espressa anche dalla vox populi in seguito all'uccisione di Britannico da parte di Nerone (55 d. C.):" facinus cui plerique etiam hominum ignoscebant, antiquas fratrum discordias et insociabile regnum aestimantes" (Annales, XIII, 17), un delitto per il quale la maggior parte della gente aveva addirittura indulgenza, tenendo conto dei contrasti cercal tra i fratelli e del fatto che il potere non si può dividere

 

So bene che se avessi perso a Farsalo avreste decapitato me continua Cesare. Comunque perdona il Tolomeo per la giovane età. Poi ordina di rendere al genero gli onori funebri. Qello che resta di Pompeo sentiat adventum soceri vocesque querentis - audit umbra pias (1094 - 1095) si accorga dell’arrivo del suocero, ascolti le parole pie di chi lo piange, un giorno di letizia è stato sottratto al popolo romano.

Laeta dies rapta est populis, concordia mundo - nostra perit, è andata perduta per il mondo la nostra riconciliazione 1097 - 1098).

 La colpa è di Pompeo che ha preferito essere debitore della vita al suo cliente egiziano piuttosto che al generoso vincitore.

Ma la folla non prestò credito ai suoi lamenti. Parte del pubblico nasconde la letizia con l’aspetto, altri osano hilares nefas spectare cruentum - Guardare con animo ilare il crimine sanguinoso, o bona libertas, cum Caesar lugeat (1108).

 

 Fine IX canto

 Bologna 27 settembre 2020, ore 20, 12,

 

p. s.

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