W. Blake, Capaneo |
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Argomenti
La morte di Capaneo nella Tebaide,
nelle tragedie greche (Sette a Tebe di Eschilo, Antigone di
Sofocle, Supplici e Fenicie di Euripide) e nell’Inferno di
Dante.
Una stravaganza di Euripide
nelle Supplici: un Capaneo buono ha formato con la moglie Evadne
una coppia speciale. La donna si getta sul rogo del marito
Ora è giunto il momento di cantare
Capaneo “l’un de’ sette regi - ch’assiser Tebe”[1].
Si è annoiato delle stragi che si
svolgono in terra e vuole salire sulle mura di Tebe. La rocca della città beota
anzi non gli sembra abbastanza alta: et quid tam egregium prosternere
moenia molli - structa lyra? (Tebaide, X, vv. 876 - 877), che cosa c’è
di tanto speciale nell’abbattere le mura costruite al suono della tenera lira?
I due fratelli Anfìone e Zeto simboleggiavano
questo la vita attiva, quello la contemplativa. Figli di Zeus e di Antiope,
costruirono le mura di Tebe. Zeto trasportava le pietre, Anfìone le traeva con
i suoni della sua lira.
Nell'Antiope di Euripide, i due fratelli Anfione e Zeto sostengono
rispettivamente il vivere contemplativo e quello attivo. Lo ricorda Callicle
nel Gorgia di Platone, assimilando Socrate ad Anfione e riferendo a
lui la critica mossa da Zeto al fratello :"tu trascuri o Socrate, le
faccende di cui dovresti avere cura, e la natura così nobile dell'anima
nascondi dietro atteggiamenti puerili"(485e). Queste parole di Euripide
vengono citate a memoria e adattate a Socrate; nella tragedia, Zeto cercava di
risvegliare Anfione, l' amico delle Muse, da un'esistenza di sognatore ozioso
ad una vita di azione. Puerilità è, secondo Callicle dedicarsi, in età adulta,
alla filosofia:"per un ragazzo non è una vergogna studiare la filosofia;
ma quando uno divenuto più anziano continua a filosofare, la cosa diventa
ridicola, o Socrate, e io di fronte ai filosofanti mi sento come davanti a
gente che balbetta e bambineggia"( Gorgia, 485a, b).
Capaneo provoca Bacco ed
Ercole chiamandoli segnes alumni infandae telluris (900)
figli fiacchi di una terra nefanda. Ubi? domanda, dove sono?
Ma si vergogna di provocare gli dei
minori e insulta Giove. Perché non difende il sepolcro di Semele? Perché non fulmina
lui che lo provoca come fece con la fanciulla impaurita?
Si riferisce alla madre di Bacco che
rimase fulminata dalla visione intera di Zeus che pure l’aveva ingravidata di
Dioniso appunto.
Questi sono i primi 9 versi
delle Baccanti di Euripide nella mia traduzione
Entra in scena Dioniso
Sono giunto, figlio di Zeus, a
questa terra dei Tebani,
Dioniso, che un giorno la figlia di
Cadmo mette al mondo,
Semele, fatta partorire dal fuoco
folgorante;
e avendo preso in cambio, da dio, forma
mortale
sono qui alla fonte di Dirce e
all’acqua dell’Ismeno. 5
E vedo la tomba della madre, la
fulminata,
qui vicino alla reggia, e le rovine
della casa
fumanti per la fiamma ancora viva
del fuoco di Zeus,
imperitura violenza di Era contro la
madre mia.
Capaneo dunque vorrebbe usare il
fulmine di Giove per accendere la sua torcia, ma il dio lo colpisce e tutte le
sue membra diventano incandescenti iamque omnia lucent - membra
viri ( 929 - 930). Si ritirano i due eserciti non sapendo dove cadrà
il corpo ardente. Capaneo vorrebbe l’onore di un altro fulmine ma le membra non
lo reggono.
Capaneo nelle tragedie e in Dante
Capaneo nei 7
a Tebe di eschilo, nelle Supplici di Euripide,
nell’Antigone di Sofocle e nell’Inferno di Dante.
Nel dramma di Eschilo la sua insegna
è un uomo nudo che con una fiaccola in mano. Il suo grido scritto sullo
scudo prhvsw povlin, incendierò la città.
Euripide, in controtendenza,
nelle Fenicie fa di Eteocle un tiranno che brucia per brama di
potere e nelle Supplici fa di Capaneo un eroe, di Evadne la
moglie di lui, un’eroina.
Il Messaggero nei 7 a Tebe di Eschilo (467) dice
che Capaneo si trova alla porta Elettra. E’ un gigante molto più grande di
Tideo e la sua millanteria (oJ kovmpoς, 425) non pensa
da uomo, lancia minacce tremende contro le torri e dice che distruggerà la
città che il dio voglia o non voglia - qeou' te ga;r qevlontoς ejkpersein povlin - kai; mh;
qevlontovς fhsin” 427 - 428. Insomma è il bestemmiatore che lancia sfide agli dèi.
Aggiunge che neppure la forza contrapposta di Zeus piombando a terra
frenerà il suo slancio. Ha come insegna un uomo nudo che porta il fuoco e[cei de; sh'ma
gumnon a[ndra purfovron (432) e con lettere d’oro grida prhvsw povlin (434).
Capaneo, com'è noto, si trova anche nella Commedia di Dante che
peraltro dipende da Stazio il quale definisce l'assalitore "superum
contemptor et aequi - impatiens " (Tebaide , III, 602
- 603) spregiatore degli dei celesti e insofferente del diritto.
Nell' Inferno dantesco leggiamo:"chi è quel grande che non par che curi/lo incendio
e giace dispettoso e torto,/sì che la pioggia non par che 'l maturi?"(
XIV, 46 - 48). Sembrano parole di ammirazione ma lo spregiatore subito
dopo viene duramente apostrofato da Virgilio con queste parole:"O Capaneo,
in ciò che non s'ammorza/la tua superbia, se' tu più punito:/nullo martìro,
fuor che la tua rabbia/sarebbe al tuo furor dolor compito" (XIV, 63 - 66).
Nelle Fenicie di Euripide (411?) Capaneo grida che neppure
il sacro fuoco di Zeus (to; semno;n pu'r
Diovς) gli avrebbe impedito di distruggere (eJlei'n) Tebe fino alla sommità della rocca.
Questo è il più empio e la sua punizione è atroce: Zeus lo colpisce con il
fulmine e il cadavere precipita a terra incenerito (eijς gh'n d j e[mpuroς pivptei nekrovς, 1186).
Nelle Supplici di Euripide (del 422) il coro delle madri argive
dei caduti a Tebe deplora le proprie nozze: oh se l’antico padre Crono mi
avesse lasciata senza nozze fino ad oggi ! - tiv ga;r m’
e[dei paivdwn; che bisogno avevo infatti di figli? Credevo che
avrei sofferto un dolore straordinario se fossi rimasta senza vincoli
matrimoniali, ma vedo il male con tutta chiarezza ora che sono privata dei
figli (786 - 793).
Seguono lamentazioni sui morti da parte delle Supplici e di Adrasto il capo
della spedizione argiva contro Tebe finita male
Lasciata la casa di Edipo canta il coro nell’ultimo verso, è venuta da noi
l’Erinni che è causa di molto pianto - aJ poluvstono" jErinuv" 835 - 836)
Teseo, il re democratico di Atene, chiede al capo dei Sette, Adrasto, come
andò la battaglia perduta da loro
Adrasto è felice di poter celebrare chi gli è caro
Euripide è più stravagante del solito quando il comandante argivo,
capovolgendo l'immagine tradizionale di Capaneo, lo descrive, dopo che è morto,
come un uomo frugale, affabile, moderato, nemmeno per la ricchezza divenuto
altero"Kapaneu;" o{ ejstivn: w| bivo" me;n h\n
poluv" - h{kista dj o[lbw/ gau'ro" h\n", questo è Capaneo che ha grande ricchezza, ma
non è per niente orgoglioso della sua prosperità (Supplici, vv.861 - 862).
Evadne, la moglie di Capaneo si
trova su una rupe che sovrasta il rogo del marito
La vedova dice: “ tuvca dev moi -
xunavptei podo;" ajllagav"” - il destino si accorda con i miei passi. Mi getterò da questa rupe nel fuoco per la gloria - eujkleiva"
cavrin (1015). Nella vampa
ardente mescolerò il mio corpo con quello del mio sposo ponendo vicina la carne
alla carne - crw'ta crwti; pevla" qemevna (1021).
Arriva Ifi il padre di Evadne e di
Eteoclo. Chiede della figlia che è sparita da casa.
Risponde Evadne stessa che si trova
sopra la pira di Capaneo: “come un uccello sul rogo del mio sposo alzerò un
volo infelice” (1046).
La donna dice che si è vestita per
la gloria. Si è fatta bella per un gesto inaudito. Arrivo kallivniko" (1059). Sono vittoriosa su
tutte le donne guardate dal sole. Grazie alla mia virtù. Morendo giacerò con il
mio sposo.
Al padre sembra che la figlia
pronunci un ai[nigma saqrovn (1064) un enigma malsano
Il vecchio Ifi vorrebbe
impedirglielo ma non può farlo.
Quindi deplora il fatto che non si
possa essere nevoi - d;i;" kaiv gevronte" 1084 - 1085, due volte giovani in
maniera di poter rimediare agli errori
Da giovane volevo dei figli ma ora
ho capito quale ostaggio ho dato in mano al destino. A casa troverò stanze
vuote e la mia vita desolata: per un padre vecchio non c’è niente di più
bello di una figlia - patri; d j oujde;n h{dion - gevronti
qugatrov" 1101 - 1102) I
maschi hanno le anime più grandi ma meno dolci pe gli atti affettuosi.
Portatemi a casa dove morirò al buoi consumando il mio corpo nei digiuni - ajsitivai" 1105 -
Infine L’Antigone (442)
di Sofocle dove il coro dei vecchi Tebani nella Parodo canta celebrando la
vittoria della città assediata che ha respinto gli assalitori:
“Zeus infatti detesta le
millanterie/di grossa lingua, e avendoli visti/.venire avanti con grande
flusso/nella tracotanza armata dello strepito dell'oro,/con il fuoco scagliato,
ributta/chi sulle cime degli spalti/già si lanciava a gridare l'alalà della
vittoria,/e cadde fulminato sulla terra che lo percosse a sua volta/ il
portatore di fuoco che prima con delirante assalto/baccheggiando soffiava/con
la violenza di venti
odiosissimi./Ma andava in maniera
diversa,/e diversi lutti su diverse persone distribuiva/ il grande
Ares/percuotendo con tutta la forza da destra” (127 - 140)
All’inizio dell’XI libro della Tebaide di
Stazio, Capaneo giace immenso sulla terra, bruciandola. Il suolo tutto interno
emana lo zolfo. Capaneo è enorme come Tizio che cercò di violentare Latona. I
Tebani riprendono coraggio e incalzano gli Argivi terrorizzati. Quae
volvis, Gradive, vices! (40), come fai girare le sorti, Marte! Come
vanno e vengono le nubi ceu redeunt nubes (42) , come le onde
con bianco gorgo ora lasciano scoperte le spiagge assorbenti (bibulas harenas),
ora le ricoprono. Il trombettiere che suona la ritirata è colpito da una
freccia che gli pianta la mano sinistra nell’orecchio dove la teneva mentre
suonava e tuba sola carmen perēgit la tromba completò il suono
da sola.
giovanni ghiselli
[1] Dante, Inferno, XIV,
68 - 69)
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