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sabato 19 settembre 2020

Stazio, "Tebaide" X: la furia e la morte di Capaneo

W. Blake, Capaneo

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Argomenti

La morte di Capaneo nella Tebaide, nelle tragedie greche (Sette a Tebe di Eschilo, Antigone di Sofocle, Supplici e Fenicie di Euripide) e nell’Inferno di Dante.

Una stravaganza di Euripide nelle Supplici: un Capaneo buono ha formato con la moglie Evadne una coppia speciale. La donna si getta sul rogo del marito 

 

Ora è giunto il momento di cantare Capaneo “l’un de’ sette regi - ch’assiser Tebe”[1].

Si è annoiato delle stragi che si svolgono in terra e vuole salire sulle mura di Tebe. La rocca della città beota anzi non gli sembra abbastanza alta: et quid tam egregium prosternere moenia molli - structa lyra? (Tebaide, X, vv. 876 - 877), che cosa c’è di tanto speciale nell’abbattere le mura costruite al suono della tenera lira?

 

I due fratelli Anfìone e Zeto simboleggiavano questo la vita attiva, quello la contemplativa. Figli di Zeus e di Antiope, costruirono le mura di Tebe. Zeto trasportava le pietre, Anfìone le traeva con i suoni della sua lira.

 

Nell'Antiope di Euripide, i due fratelli Anfione e Zeto sostengono rispettivamente il vivere contemplativo e quello attivo. Lo ricorda Callicle nel Gorgia di Platone, assimilando Socrate ad Anfione e riferendo a lui la critica mossa da Zeto al fratello :"tu trascuri o Socrate, le faccende di cui dovresti avere cura, e la natura così nobile dell'anima nascondi dietro atteggiamenti puerili"(485e). Queste parole di Euripide vengono citate a memoria e adattate a Socrate; nella tragedia, Zeto cercava di risvegliare Anfione, l' amico delle Muse, da un'esistenza di sognatore ozioso ad una vita di azione. Puerilità è, secondo Callicle dedicarsi, in età adulta, alla filosofia:"per un ragazzo non è una vergogna studiare la filosofia; ma quando uno divenuto più anziano continua a filosofare, la cosa diventa ridicola, o Socrate, e io di fronte ai filosofanti mi sento come davanti a gente che balbetta e bambineggia"( Gorgia, 485a, b).

 

 Capaneo provoca Bacco ed Ercole chiamandoli segnes alumni infandae telluris (900) figli fiacchi di una terra nefanda. Ubi? domanda, dove sono?

Ma si vergogna di provocare gli dei minori e insulta Giove. Perché non difende il sepolcro di Semele? Perché non fulmina lui che lo provoca come fece con la fanciulla impaurita?

Si riferisce alla madre di Bacco che rimase fulminata dalla visione intera di Zeus che pure l’aveva ingravidata di Dioniso appunto.

 

Questi sono i primi 9 versi delle Baccanti di Euripide nella mia traduzione

 

Entra in scena Dioniso

Sono giunto, figlio di Zeus, a questa terra dei Tebani,

Dioniso, che un giorno la figlia di Cadmo mette al mondo,

Semele, fatta partorire dal fuoco folgorante;

e avendo preso in cambio, da dio, forma mortale

sono qui alla fonte di Dirce e all’acqua dell’Ismeno. 5

E vedo la tomba della madre, la fulminata,

qui vicino alla reggia, e le rovine della casa

fumanti per la fiamma ancora viva del fuoco di Zeus,

imperitura violenza di Era contro la madre mia.

 

Capaneo dunque vorrebbe usare il fulmine di Giove per accendere la sua torcia, ma il dio lo colpisce e tutte le sue membra diventano incandescenti iamque omnia lucent - membra viri ( 929 - 930). Si ritirano i due eserciti non sapendo dove cadrà il corpo ardente. Capaneo vorrebbe l’onore di un altro fulmine ma le membra non lo reggono.

 

Capaneo nelle tragedie e in Dante

Capaneo nei 7 a Tebe di eschilo, nelle Supplici di Euripide, nell’Antigone di Sofocle e nell’Inferno di Dante.

 

Nel dramma di Eschilo la sua insegna è un uomo nudo che con una fiaccola in mano. Il suo grido scritto sullo scudo prhvsw povlin, incendierò la città.

Euripide, in controtendenza, nelle Fenicie fa di Eteocle un tiranno che brucia per brama di potere e nelle Supplici fa di Capaneo un eroe, di Evadne la moglie di lui, un’eroina.

Il Messaggero nei 7 a Tebe di Eschilo (467) dice che Capaneo si trova alla porta Elettra. E’ un gigante molto più grande di Tideo e la sua millanteria (oJ kovmpoς, 425) non pensa da uomo, lancia minacce tremende contro le torri e dice che distruggerà la città che il dio voglia o non voglia - qeou' te ga;r qevlontoς ejkpersein povlin - kai; mh; qevlontovς fhsin” 427 - 428. Insomma è il bestemmiatore che lancia sfide agli dèi.

Aggiunge che neppure la forza contrapposta di Zeus piombando a terra frenerà il suo slancio. Ha come insegna un uomo nudo che porta il fuoco e[cei de; sh'ma gumnon a[ndra purfovron (432) e con lettere d’oro grida prhvsw povlin (434).

 

Capaneo, com'è noto, si trova anche nella Commedia di Dante che peraltro dipende da Stazio il quale definisce l'assalitore "superum contemptor et aequi - impatiens " (Tebaide , III, 602 - 603) spregiatore degli dei celesti e insofferente del diritto.

Nell' Inferno dantesco leggiamo:"chi è quel grande che non par che curi/lo incendio e giace dispettoso e torto,/sì che la pioggia non par che 'l maturi?"( XIV, 46 - 48). Sembrano parole di ammirazione ma lo spregiatore subito dopo viene duramente apostrofato da Virgilio con queste parole:"O Capaneo, in ciò che non s'ammorza/la tua superbia, se' tu più punito:/nullo martìro, fuor che la tua rabbia/sarebbe al tuo furor dolor compito" (XIV, 63 - 66).

 

Nelle Fenicie di Euripide (411?) Capaneo grida che neppure il sacro fuoco di Zeus (to; semno;n pu'r Diovς) gli avrebbe impedito di distruggere (eJlei'n) Tebe fino alla sommità della rocca. Questo è il più empio e la sua punizione è atroce: Zeus lo colpisce con il fulmine e il cadavere precipita a terra incenerito (eijς gh'n d j e[mpuroς pivptei nekrovς, 1186).

 

Nelle Supplici di Euripide (del 422) il coro delle madri argive dei caduti a Tebe deplora le proprie nozze: oh se l’antico padre Crono mi avesse lasciata senza nozze fino ad oggi ! - tiv ga;r m’ e[dei paivdwn; che bisogno avevo infatti di figli? Credevo che avrei sofferto un dolore straordinario se fossi rimasta senza vincoli matrimoniali, ma vedo il male con tutta chiarezza ora che sono privata dei figli (786 - 793).

Seguono lamentazioni sui morti da parte delle Supplici e di Adrasto il capo della spedizione argiva contro Tebe finita male

Lasciata la casa di Edipo canta il coro nell’ultimo verso, è venuta da noi l’Erinni che è causa di molto pianto - aJ poluvstono" jErinuv" 835 - 836)

Teseo, il re democratico di Atene, chiede al capo dei Sette, Adrasto, come andò la battaglia perduta da loro

Adrasto è felice di poter celebrare chi gli è caro

Euripide è più stravagante del solito quando il comandante argivo, capovolgendo l'immagine tradizionale di Capaneo, lo descrive, dopo che è morto, come un uomo frugale, affabile, moderato, nemmeno per la ricchezza divenuto altero"Kapaneu;" o{ ejstivn: w| bivo" me;n h\n poluv" - h{kista dj o[lbw/ gau'ro" h\n", questo è Capaneo che ha grande ricchezza, ma non è per niente orgoglioso della sua prosperità (Supplici, vv.861 - 862).

 

Evadne, la moglie di Capaneo si trova su una rupe che sovrasta il rogo del marito

La vedova dice: “ tuvca dev moi - xunavptei podo;" ajllagav" - il destino si accorda con i miei passi. Mi getterò da questa rupe nel fuoco per la gloria - eujkleiva" cavrin (1015). Nella vampa ardente mescolerò il mio corpo con quello del mio sposo ponendo vicina la carne alla carne - crw'ta crwti; pevla" qemevna (1021).

Arriva Ifi il padre di Evadne e di Eteoclo. Chiede della figlia che è sparita da casa.

Risponde Evadne stessa che si trova sopra la pira di Capaneo: “come un uccello sul rogo del mio sposo alzerò un volo infelice” (1046).

 

La donna dice che si è vestita per la gloria. Si è fatta bella per un gesto inaudito. Arrivo kallivniko" (1059). Sono vittoriosa su tutte le donne guardate dal sole. Grazie alla mia virtù. Morendo giacerò con il mio sposo.

Al padre sembra che la figlia pronunci un ai[nigma saqrovn (1064) un enigma malsano

Il vecchio Ifi vorrebbe impedirglielo ma non può farlo.

Quindi deplora il fatto che non si possa essere nevoi - d;i;" kaiv gevronte" 1084 - 1085, due volte giovani in maniera di poter rimediare agli errori

Da giovane volevo dei figli ma ora ho capito quale ostaggio ho dato in mano al destino. A casa troverò stanze vuote e la mia vita desolata: per un padre vecchio non c’è niente di più bello di una figlia - patri; d j oujde;n h{dion - gevronti qugatrov" 1101 - 1102) I maschi hanno le anime più grandi ma meno dolci pe gli atti affettuosi. Portatemi a casa dove morirò al buoi consumando il mio corpo nei digiuni - ajsitivai" 1105 -

 

Infine L’Antigone (442) di Sofocle dove il coro dei vecchi Tebani nella Parodo canta celebrando la vittoria della città assediata che ha respinto gli assalitori:

“Zeus infatti detesta le millanterie/di grossa lingua, e avendoli visti/.venire avanti con grande flusso/nella tracotanza armata dello strepito dell'oro,/con il fuoco scagliato, ributta/chi sulle cime degli spalti/già si lanciava a gridare l'alalà della vittoria,/e cadde fulminato sulla terra che lo percosse a sua volta/ il portatore di fuoco che prima con delirante assalto/baccheggiando soffiava/con la violenza di venti

odiosissimi./Ma andava in maniera diversa,/e diversi lutti su diverse persone distribuiva/ il grande Ares/percuotendo con tutta la forza da destra” (127 - 140)

 

All’inizio dell’XI libro della Tebaide di Stazio, Capaneo giace immenso sulla terra, bruciandola. Il suolo tutto interno emana lo zolfo. Capaneo è enorme come Tizio che cercò di violentare Latona. I Tebani riprendono coraggio e incalzano gli Argivi terrorizzati. Quae volvis, Gradive, vices! (40), come fai girare le sorti, Marte! Come vanno e vengono le nubi ceu redeunt nubes (42) , come le onde con bianco gorgo ora lasciano scoperte le spiagge assorbenti (bibulas harenas), ora le ricoprono. Il trombettiere che suona la ritirata è colpito da una freccia che gli pianta la mano sinistra nell’orecchio dove la teneva mentre suonava e tuba sola carmen perēgit la tromba completò il suono da sola.

 

 

giovanni ghiselli

 

 


[1] Dante, Inferno, XIV, 68 - 69)

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