Secondo Engels la famiglia monogamica “si fonda sul dominio dell’uomo, con lo scopo manifesto di generare figli di paternità indiscussa, paternità richiesta in quanto questi figli possano, in qualità di eredi naturali, entrare in possesso del patrimonio paterno (…) La nuova forma familiare ci si presenta in tutta la sua severità tra i Greci. Mentre, come osserva Marx, il posto delle dèe nella mitologia ci riporta a un periodo precedente, in cui le donne avevano ancora una posizione di maggiore libertà e rispetto, nell’epoca eroica vediamo la donna già avvilita dal predominio dell’uomo e dalla concorrenza delle schiave. Si legga nell’Odissea, in quale maniera Telemaco richiami la madre al silenzio. In Omero, le giovani donne fatte prigioniere sottostanno alle voglie sessuali dei vincitori; i comandanti si scelgono, secondo il rango e l’ordine gerarchico, le più belle; l’intera Iliade , come si sa, verte intorno alla lite tra Achille e Agamennone dovuta ad una tale schiava (…) Queste ragazze vengono anche portate con sé in patria e nella casa coniugale, come, in Eschilo, Cassandra da Agamennone (…) Dalla moglie si pretende che sopporti tutto, ma che essa stessa osservi rigidamente la castità e fedeltà coniugale (…) Sono l’esistenza della monogamia, la presenza di giovani belle schiave, che sono proprietà dell’uomo con tutto quello che hanno, ad imprimere alla monogamia, fin dall’inizio, il suo carattere specifico, di essere cioè monogamia solo per la donna, ma non per l’uomo. E questo carattere lo conserva ancora oggi[1]”
Nell’ottimo film Miss Marx di Susanna Nicchiarelli (2020) riferito a Eleanor Marx (1855-1898), l’ultima figlia del filosofo, la più giovane , la più simile al padre, la più amata da lui, la protagonista dice “il matrimonio è un’istituzione obsoleta”, e l’attore che recita la parte di Friedrich Engels ribatte: “lo dici a noi?”.
“Noi” comprende lui stesso e la nutrice della ragazza presente nella scena. Di questa donna l’amico, coautore e mecenate di Marx passava per essere amante e pure padre di un loro figlio senza che si fossero mai sposati. Di fatto poi Engels dichiara che il figlio della collaboratrice di Karl Marx non era suo e in fin di vita confessa a Eleanor che il padre vero era lo stesso Karl gettando nella disperazione la figlia di Marx che aveva creduto suo padre un marito innamorato di sua madre dall’adolescenza alla morte e a lei sempre fedele.
Il film è molto bello. L’ho visto ieri sera per la seconda volta in una settimana. Mi ha spinto a riprendere in mano tanto Engels quanto Marx e a interessarmi di questa figlia del filosofo che ebbe una vita piena di eventi personali e storici importantissimi, eppure profondamente infelice e terminata con un suicidio.
Probabilmente ombreggiata e schiacciata dalla grandezza culturale e prepotentemente affettiva di tanto padre.
Il flm presenta anche gli eventi storici che hanno fatto epoca: dalla Comune di Parigi allo sfruttamento inumano del proletariato durante la rivoluzione industriale. Le musiche che accompagnano diverse scene vi si confanno. L’attrice Romola Garai è di un’espressività stupefacente. Recita soprattutto con gli occhi, in maniera meravigliosa.
giovanni ghiselli
[1]” (Engels, L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, IV edizione del 1891, trad italiana Newton compton, Roma, 1974, pp. 86-87)
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