domenica 6 settembre 2020

Il virus, la corsa notturna e la trama ferrea del Fato.




Al tramonto del sole andrò a correre sulla riva del mare quando la luna avrà allungato la spiaggia verso gli scogli che frangono i flutti sollevati dal vento. A quell’ora la gente è già sfollata in cerca di cibo.
Cerco di evitare i contagi, ma so bene che il virus e la sua azione letale fa parte della series implexa cusarum, la serie concatenata delle cause che forma la trama, l’ordito di ferro del Fato.
La coscienza del Destino immutabile del resto allevia ogni mio timore.
Quando arrivo nella zona che noi pesaresi chiamiamo “sottomonte”,  già rabbuiata dalla notte incipiente, non mi spaurano nemmeno per poco i latrati furiosi dei cani, né gli ululati lontani e cupi dei lupi, né il verso male ominoso del gufo, né il sibilare di serpi inquiete appostate nei pressi della ferrovia, e non mi sbigottisce il lamento intermittente delle onde frantumate dagli scogli sull’altro lato, né il lugubre verso dei tanti  gabbiani affamati in cerca di un cibo qualunque. So che non può accadermi nulla che non sia stato prefissato da sempre e per sempre.
gianni

Nessun commento:

Posta un commento

Ifigenia CLIX. Il sogno angoscioso e la sua interpretazione.

  La notte tra l’11 e il 12 agosto feci un sogno angoscioso. Mi vedevo a Pesaro nella casa delle zie, mentre studiavo e aspettavo un...