Evelyn Herlitzius interpreta Ortrud |
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Fine della preghiera nera che viene esaudita. Erichto
minaccia agli dèi inferi. Il morto parla e racconta quello che ha visto, poi
conclude profetizzando la sconfitta dei pompeiani. Entrambi i duci della guerra
civile comunque combattono solo per una tomba bagnata una dalle acque del Nilo,
l’altra del Tevere. La guerra deciderà quale dei due finirà la vita in Egitto e
quale a Roma: et
ducibus tantum de funere pugna est (811)
Voglio sentire uno morto da poco, continua la preghiera
nera di Erichto: primo pallentis hiatu
- haeret adhuc Orci, è ancora fermo sulla prima apertura del pallido Orco. Licet has exaudiat
herbas 715 anche se ascolta il richiamo di queste erbe l’anima ad manes ventura
semel, verrà ai mani una volta sola per tutte. Il morto profetizzi al
figlio di Pompeo tutto quanto riguarda Magno: si bene de vobis
civilia bella merentur 718” Cfr. anche la preghiera nera di Ortrud
nel Lohengrin di Wagner.
Finita la preghiera, Etichto haec ubi fata caput
spumantiaque ora levavit (719). Le apparve l’ombra in piedi del
cadavere disteso - aspicit astantem proiecti corporis umbram (720).
Questa ha paura dei suoi arti senza vita e delle chiusure odiose del carcere
antico. Teme di rientrare nel suo petto squarciato e nelle viscere rotte dalla
ferita mortale.
Viene commiserato il miser, extremum cui
mortis munus inique eripitur, non posse mori! (724), cui viene
iniquamente strappato il dono estremo della morte: e non può morire.
Il morto indugia ed Erichto irataque morti - verberat
immotum vivo serpente cadaver (727) e attraverso le spaccature della
terra create con la sua cantilena, manibus inlatrat (729)
latra contro i morti e rompe i silenzi dei regni. Minaccia le furie Tisifone e
Megera chiamandole cagne dello Stige: le evocherà fino alla luce poi le
abbandonerà. Minaccia anche Ecate e Proserpina dicendo che potrebbe rivelare i
loro segreti: Ecate che cambia volto nel cielo (Diana, la luna) rispetto a
quello dell’Erebo; e alla figlia di Cerere quae te contagia
passam - noluerit revocare Ceres (il chicco di melograno).
Contro Plutone immittam Titana
ruptis cavernis (743), immetterò il sole, rotte le tue caverne et subito feriēre die (744)
sarai ferito dalla luce improvvisa. Poi minaccia di invocare un dio misterioso
che non teme nulla e osa spergiurare sulle acque di Stige. Un dio summum cui nomen
scire non licet.
Le minacce hanno successo: Protinus astrictus
caluit cruor (750), subito il sangue solidificato si riscaldò atraque fovit - vulnera (750
- 751) e riscaldò le nere ferite e corse per le vene fino alle membra estreme -
et in venas extremaque membra cucurrit (751). Et nova vita miscetur
morti (753 - 754). Tum omnis palpitat
artus - tenduntur nervi (754 - 755). Il cadavere non si alza dal
terreno poco alla volta ma terra repulsum est
erectumque semel, si rizza in un colpo solo (757). Lumina nudantur
distento rictu, allargatasi l’apertura delle palpebre
Assume l’aspetto di uno che sta morendo remanet pallorque
rigorque (759) rimane il pallore e la rigidità et stupet. La
bocca ancora non parla.
Eritto gli promette che se parlerà con chiarezza nessuno
potrà evocarlo di nuovo. Ne parce, precor: da
nomina rebus, - da loca; da vocem qua mecum
fata loquantur (773 - 774.
Il morto risponde che non ha fatto in tempo a vedere tristia Parcarum
stamina (777), però ha visto che una effera Romanos agitat
discordia Manes (780) una selvaggia discordia tiene in agitazione i
morti romani.
Vengono elencati diversi alti magistrati di Roma
già morti: vidi
Decios natumque patremque, - lustrales bellis animas (785 - 786), vite
espiatorie delle guerre, flentemque Camillum (786)
et Curios, Sullam de te, Fortuna
querentem, poi Scipio deplorat
libycis perituram –infaustam subŏlem (Metello Scipione); Cato maior,
Carthaginis hostis (789) nemico di Cartagine più grande di Scipione maeret fata nepotis
non srervituri piange il destino del nipote non disposto a servire.
Solum te, consul depulsis prime tyrannis - Brute,
pias inter gaudentes vidimus umbras (790 - 791).
I sovversivi
Abruptis, Catilina
minax fractisque catenis - exultat (793 - 794) Mariique truces,
nudique Cethēgi (Cetègo complice di Catilina) i due Mari padre e
figlio e i Cetegi nudi.
Vidi ego laetantis,
popularia nomina, Drusos (tribuni della plebe graccani promotori della
guerra sociali) legibus immodicos,
smodati nelle leggi sovversive, ausosque ingentia Gracchos e i
Gracchi che osarono smisurati progetti - le mani legate da eterni nodi di
acciaio e dentro il carcere di Dite - aeternis chalybis nodis et carcere
Ditis - constrictae plausere manus (797 - 798) hanno comunque potuto
applaudire.
Camposque piorum - poscit
turba nocens 798 - 799 La folla dei colpevoli reclama i campi elisi
delle anime pie.
Plutone prepara pene dure per il vincitore. I campi Elisi
invece sono aperti alla famiglia di Pompeo. Entrambi morranno presto: veniet quae misceat
omnis - hora duces (806 - 807). Properate mori affrettatevi
a morire e disprezzate gli imperatori divinizzati.
Cfr. Marco Aurelio che dice a se stesso: “ bada a non
cesarizzarti: “ o{ra mh;
ajpokaisarwqh'/" " ( A se stesso, VI,
30)
Quem tumulum Nili,
quem Thybridis alluat unda
Quaeritur, et ducibus
tantum de funere pugna est (810 - 811)
Si tratta di sapere quale tomba bagni l’onda del Nilo,
quale l’acqua del Tevere: i duci combattono per una tomba.
Voi disgraziati pompeiani abbiate paura dell’Europa,
dell’Africa e dell’Asia: la Fortuna ha assegnato le tombe ai vostri trionfi
Europam, miseri,
Libyamque Asiamque timete:
distribuit tumulos
vestris Fortuna triumphis (817 - 818).
Il soldato morto e resuscitato sale sul rogo dove viene
bruciato
Eritto allungò la notte mentre il cielo portava il colore
della luce.
Così poterono tornare non visti alle tende.
Fine VI libro
Giovanni ghiselli
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