martedì 15 settembre 2020

Una proposta rivolta alle femministe autentiche e agli uomini che amano le donne


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Quante si spacciano per femministe e quanti dicono di esserlo, senza esserlo, quando un uomo, ovvero un presunto essere umano ammazza o ferisce una donna, dicono in coro: tutti gli uomini sono così.

Io ribatto: chi è così, chi è violento, non è un uomo umano, è un individuo bestiale, un animale feroce.

Propongo alle femministe vere, intelligenti che sono tante, e agli uomini che amano le donne, e non siamo una minoranza infima, le citazioni seguenti:

Il tema di fondo delle Metamorfosi di Apuleio è come si diventa uomini. Il modello è Odisseo, ajnhvr il quale pollw`n d j ajnqrwvpwn i[den a[stea kai; novon e[gnw (Odissea, I, 3). Ulisse è ricordato come affamato di conoscenza, curioso di conoscere. La curiosità consente di aprirsi all’alterità ed è una spinta all’individuazione.

H. Hesse, Demian: "La vita di ogni uomo è una via verso se stesso, il tentativo di una via, l'accenno di un sentiero. Nessun uomo è mai stato interamente lui stesso, eppure ognuno cerca di diventarlo, chi sordamente, chi luminosamente, secondo le possibilità…Certuni non diventano mai uomini, rimangono rane, lucertole, formiche. Taluno è uomo sopra e pesce sotto, ma ognuno è una rincorsa della natura verso l'uomo"[1].

“Ricordate di certo la favola di Esopo, quando Prometeo, su precisa indicazione di Zeus, plasma uomini e animali. Allorché Zeus si rende conto che gli animali sono molto più numerosi degli esseri umani, ordina a Prometeo di trasformarne molti in uomini. E’ questo il motivo per il quale gli esseri umani che non hanno ricevuto la loro forma umana sin dall’origine, si ritrovano con un corpo d’uomo e l’anima d’una bestia”[2].

Pro;~ a[ndra skaio;n kai; qhriwvdh oJ lovgo~ eu[kairo~[3], la favola è appropriata all’uomo rozzo e brutale.

Pinocchio di Collodi va nel paese dei balocchi “dove c’è un’allegria, un chiasso, uno strillìo da levar di cervello! Insomma un tal pandemonio, un tal passeraio, un tal baccano indiavolato da doversi mettere il cotone negli orecchi per non restare assordati. Passavano le giornate in questa bella cuccagna di baloccarsi e divertirsi, senza mai vedere in faccia un libro, né una scuola”. Ma poi i ragazzi si trasformano in somarelli.

In Apuleio vita da asino è vita senza Iside. La vita consacrata a Iside è sacra alla conoscenza.

Sentiamo Plutarco in De Iside et Osiride. Il sacerdote delfico sostiene che la divinità - to; qei`on - non è beata per argento e oro ma ejpisthvmh/ kai; fronhvsei (351d) , per conoscenza e intelligenza

Plutarco etimologizza il nome Iside con oi\da - so - più precisamente il tempio jIsei`on con il futuro ei[somai - saprò - poiché vi conosceremo to; o[n, l’essere 352).

Inoltre  \Isin kalou`si para; to; i{esqai met j ejpisthvmh~ kai; fevresqai, kivnhsin ou\san e[myucon kai; frovnimon

 (375c) la chiamano Iside per il lanciarsi con sapere e da essere mosso in quanto ella consiste in un movimento animato e sapiente.

Lucio arriva a sognare Iside dopo avere preso su di sé la tragicità dell’esistere e avere raggiunto il culmine della disperazione.

 

giovanni ghiselli



[1] H. Hesse, Demian (del 1919), p. 54.

[2] Francesco de Stisi e Maria Leone, Luna, p. 172.

[3] Esopo, Promhqeu;~ kai; a[nqrwpoi , Prometeo e gli uomini (322).

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