Presentazione del corso di 10 incontri che terrò nell’Università Primo Levi di Bologna ogni martedì dal 13 ottobre (orario 18 - 20).
Le donne presenti nella letteratura antica possono essere figure secondarie oppure protagoniste o comprimarie.
Nei poemi greci vedremo che dove prevale la guerra, cioè nell’Iliade, tre figure femminili hanno la funzione di sostenere, consolare, moderare la furia bellicosa degli uomini quali mogli (Andromaca) o madri (Tetide, Ecuba).
Elena, l’amante, tende invece a biasimare Paride che schiva la guerra.
Nei poemi di avventura (Odissea e Argonautiche) le donne sono predominanti con la loro autorevolezza come Arete con Alcinoo o Penelope con i proci, oppure risolutive con le arti magiche come Circe e Medea.
Calipso tiene prigioniero Ulisse “lui solo, che bramava il ritorno e la sposa,/la veneranda ninfa Calipso tratteneva, splendida tra le dee,/in spelonche profonde, agognando che fosse suo sposo” (Odissea, I, 13 - 15) però, ricevuto l’ordine supremo di lasciarlo partire, non solo obbedì ma gli fornì un aiuto per il viaggio pericoloso.
La “nasconditrice solitaria” dunque è il tipo della dea abbandonata da un mortale.
Per quanto riguarda i poemi latini, analizzeremo a fondo il quarto libro dell’Eneide con la storia di Didone fatta innamorare da Venere e morire dalla spietatezza del “pio” Enea, poi prenderemo in considerazione altri tipi di donne in altri poemi: le mogli (Cornelia e Giulia), l’amante (Cleopatra) e la strega (Erichto) del poema Pharsalia di Lucano; quindi Antigone, Giocasta, Evadne, e pure la Sfinge della Tebaide di Stazio.
Le confronteremo con le medesime figure o prefigurazioni presenti in molte tragedie.
Nell’altro poema di Stazio, l’ Achilleide, vedremo la madre di Achille che cerca invano di tenere il figlio lontano la guerra di Troia , poi ricorderemo Deidamia che entra nella categoria delle donne abbandonate.
Bologna 13 settembre 2020. giovanni ghiselli
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