domenica 13 settembre 2020

La sottospecie dei violenti. Il necessario risorgimento della scuola con la rinascita dell'umanesimo

Michela Marzano

Per limitare la violenza dei gruppi imbestiati a parer mio non basta denunciare la prepotenza dei maschi come fa Michela Marzano nel quotidiano “la Repubblica” di oggi 13 settembre 2020 (p. 16)

 Un articolo intitolato “Il branco degli uomini vili” nota che gli “Eventi diversi rispondono però alla stessa logica assurda e assassina che si scatena quando un gruppo di individui spesso giovani, quasi sempre maschi, si ritrovano insieme e, dopo aver designato una vittima - spesso femmina o disabile o straniera - si accaniscono brutalmente contro di lei”. La fonte della violenza non è il genere quasi tutto maschile degli stupratori che non sono “uomini vili” siccome non appartengono alla specie umana, casomai a una sottospecie.

Tanti giovani, femmine come la due ragazzine stuprate a Pisticci (Matera) e maschi come Willy ammazzato a Colleferro, hanno subito questa violenza disumana.

La bestialità degli uomini retrocessi alla furia belluina del branco di animali predatori si è ripetuta in pochi giorni.

Continuo a credere che la sottospecie umana dei violenti sia figlia dell’ignoranza e se è vero che la maggioranza degli stupratori è costituita da maschi, non è vero che la maggior parte dei maschi, o addirittura la quasi totalità è violenta. E’ una violenza affermarlo, gentile Michela che come l’arcangelo tuo omonimo fai “la vendetta del superbo strupo”.

Tutte le malvagità e le brutture manifestate da non pochi uomini e alcune donne sono parti mostruosi dell’ignoranza fecondata da amanti a lei congeniali. La difesa dunque è la scuola, l’educazione, la cultura.

Con questa non intendo l’erudizione di chi ha imparato a memoria molte nozioni e le sa tutte male siccome non le ha capite, non le ha trasformate in pensieri intelligenti e in atti buoni .

Cultura è quella formazione che educa al rispetto, alla carità, alla compassione. L’uomo è una creatura inquietante, un deinovn, come canta il celeberrimo primo stasimo dell’Antigone di Sofocle: può volgersi al bene oppure al male. L’uomo come problema dalla soluzione non facile. L’esito risente certo non poco della predisposizione, ma ancora più dall’educazione.

Sentite le parole che Platone attribuisce a Protagora: “Ingiustizia, empietà e assenza di virtù politica vengono punite “o[ti ge oi{ ge a[nqrwpoi hjgou'ntai paraskeuasto;n ei\nai ajrethvn” (Protagora, 324), poiché gli uomini pensano che la virtù sia acquisibile. Si punisce per correggere e distogliere dal commettere ingiustizia: “kai; toiauvthn diavnoian e[cwn dianoei'tai paideuth;n ei\nai ajrethvn” (324b), e chi la pensa in questo modo crede che la virtù sia insegnabile. Se gli Ateniesi, come gli altri, puniscono i colpevoli di ingiustizia, ciò significa che anche loro sono tra quelli i quali considerano la virtù acquisibile e insegnabile.

Credo che il criterio della scelta delle nostre azioni dipenda dall’idea che abbiamo della felicità. Allora vanno cambiati i modelli che vengono proposti ai giovani e messi continuamente davanti ai loro occhi quali emblemi e viatici della gioia di vivere: automobili lussuose, abiti firmati, cene fastose, insomma la ricchezza e un’indifferenza afasica che prelude alla prepotenza. Queste sono le immagini false e tossiche spacciate da tanta pubblicità. Viceversa il lavoro serio e faticoso che magari ottiene risultati buoni ma non è lautamente pagato significa, nella volgarità attuale, meschinità del lavoratore, debolezza, incapacità di farsi valere.

Questa mala educazione deve essere smontata da una buona paideia.

Sicché auspico un risorgimento della scuola attraverso una rinascita della lettura, dell’apprendimento e della comprensione dei classici: da Omero agli ottimi autori del Novecento che ci hanno insegnato a diventare uomini umani salvandoci da quante sirene maligne ci invitavano a degradarci in bestie feroci.

 

Bologna 13 settembre 2020, giovanni ghiselli 

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