NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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martedì 1 dicembre 2020

Una fase di stallo e di attesa come questa del dicembre 2020

Lucano, Pavese, Coleridge

 

Le navi di Cesare salpano da Brindisi ma cade il vento. 48 a. C. gennaio

 

Phoebo labente sub undas, mentre Febo scivolava sotto le onde e si vedevano prima sidera poli (Lucano Pharsalia, V, 424) i marinai sciolgono le navi. Et luna iam suas fecerat umbras (425)

Ma una volta lasciata la terra, il vento cade e subentra una saeva quies pelagi (442), una calma crudele del mare.

 Il mare non è mosso “non horrore tremit, non solis imagine vibrat” (446) non è increspato da brividi, non vibra per il riflesso del sole. Le navi sono inchiodate fixae carinae (447) ed esposte a rischi: le navi nemiche, la fame.

Nova vota timori- sunt inventa novo (450-451) nuovi desideri sono trovati per paure nuove. 

Pregano che arrivino tempeste pur di uscire da quel torpore stagnante. Ma non si vedono onde minacciose e naufragii spes omnis abit (455) se ne va ogni speranza di fare naufragio. Speranza paradossale che sopravviene quando la paura è indeterminata e imprecisa.

“Più il dolore è determinato e preciso, più l’istinto della vita si dibatte, e cade l’idea del suicidio” (Cesare Psavese, Il mestiere di vivere, 18 agosto 1950)

 Cfr. The Rime of the Ancient Mariner di Samuel Taylor Coleridge (1798):

Day after day, day after day,

We stuck, nor breath nor motion;

As idle as a painted ship

Upon a painted ocean”  (Parte II, 33-36)

 giorno dopo giorno, giorno dopo giorno, rimanemmo conficcati  (cfr. fixae carinae) , non alito, non moto, inerti come una nave dipinta su un oceano dipinto.

 

giovanni ghiselli

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