NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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sabato 17 ottobre 2020

L’impolitico e il Ciclope

Da scolaro negli anni Cinquanta, poi da studente negli anni Sessanta e da insegnante fino a tutti gli anni Settanta, ho sentito dire più volte da maestri, professori, poi dai presidi: “a scuola non si fa politica”

Rispondevo che la vita di quanti non si curano della polis è un'esistenza precivile, da Ciclope.

Vediamo come era questa  

 

 Polifemo e i suoi simili sono ingiusti e violenti, non piantano, non arano, ma là tutto nasce inseminato e inarato

 "non hanno assemblee deliberative, nè leggi- ajgorai; boulhfovroi ou[te qevmiste"

ma abitano sulle cime di alti monti

in caverne profonde, e ciascuno dà leggi

ai figli e alle mogli, né si curano l'uno dell'altro" oujd j ajllhvlwn ajlevgousi-(Odissea , IX, 112-115).

 

Vediamo anche il  Polifemo di Euripide

Nel  Ciclope  Euripide porta sulla scena il noto episodio omerico del IX canto dell’Odissea.

Questo dramma satiresco si può attribuire agli ultimi anni della vita del poeta, dopo la fallimentare spedizione in Sicilia[1], in un momento delicato per il destino della democrazia ateniese. 

Polifemo, dopo essersi ingozzato dei compagni di  Odisseo intende divorare anche il loro capo, e  fa una predica all’”ometto” dicendo che la ricchezza è l’unico dio per le persone sagge (oJ plou`to~, ajnqrwpivske, toi~ sofoi`~ qeov~, v. 316). Più avanti, coerentemente con questa visione crassamente materialistica, il Ciclope aggiunge che sacrifica le greggi a se stesso kai; th`/ megivsth/ gastri; th`/de daimovnwn (v. 335), e a questa pancia, la più grande tra le dèe.  Zeus per i saggi è mangiare e bere tutti i giorni e non prendersela per niente (lupei`n de; mhdevn, v. 338). Devono invece piangere i legislatori che con le leggi hanno complicato la vita umana: “oi] de; tou;~ novmou~ e[qento poikivllonte~ ajnqrwvpwn bivon” (v. 338-339).   

  

E' questo il ritratto dell'uomo impolitico e del tutto asociale che la grecità, almeno quella della democrazia ateniese  , biasima: Tucidide (II, 40, 2) fa dire a Pericle:"Siamo i soli infatti a considerare non tranquillo ma inutile (oujk ajpravgmona, ajll ; ajcrei'on) chi non si interessa degli affari pubblici".

giovanni ghiselli



[1] …alla spedizione ateniese in Sicilia fanno pensare le insistite allusioni all’ambientazione del dramma nell’isola.

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