C’è ancora chi sostiene che le discoteche devono essere aperte perché i ragazzi hanno il diritto di divertirsi. A parte che la discoteca non è divetente per molti ragazzi, e non certo per i peggiori, i giovani possono divertirsi come preferiscono purché non danneggino se stessi e gli altri. Dunque abbiano tutta la libertà ma non l’arbitrio della licentia. Non mi abbasso a fare i nomi dei mascalzoni che vanno in televisione a bestemmiare offendendo la memoria dei molti morti per virus e le faticose tribolazioni dei tanti lavoratori stremati per il servizio reso ai malati.
Non pochi di questi occupati nella sanità per giunta ci hanno lasciato la vita.
I giovani non possono e non devono divertirsi a questo costo.
Cito alcune parole di un’ode di Pindaro che dovrebbero leggere quanti vogliono le discoteche aperte. Naturalmente tale canaglia non lo farà, ma i miei lettori magari andranno a leggere questa ode intera e tutte le altre di Pindaro,
Giasone dunque si reca nel palazzo di Pelia che è suo zio e ha usurpato il trono del fratello Esone, padre del futuro argonauta. Il nipote parlando con pacatezza dice al prepotente usurpatore che le menti dei mortali sono più svelte ad approvare un lucro ingannevole piuttosto che la giustizia ( qnatw'n frevne~ wjkuvterai-kevrdo~ aijnh'sai pro; divka~ dovlion, Pitica IV, vv. 247-248), ma poi strisciano verso un amaro giorno dopo la festa.
Allora dobbiamo conciliare i nostri impulsi con il benessere pubblico e tessere prosperità futura (uJfaivnein loipo;n o[lbon, 251).
Se i contagi aumenteranno ancora, ci saranno tanti altri morti sia per il virus sia per una immane catastrofe economica.
In fede
giovanni ghiselli
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