Argomentibusto di Cesare, Antikensammlung, Berlino
Potino perde il momento opportuno per sbarazzarsi
di Cesare, l’occasione che bisogna acciuffare siccome è calva di dietro.
Cesare paragonato a Medea.
La guerra alessandrina tra Cesare e gli Egiziani.
La tenacia di Cesare lo trasforma da assediato in
assediante.
Il palazzo durante il banchetto era aperto a tutte le insidie ad
cunctas aula patebat - insidias 422 - 423. Ma i “mostri” egizian non
volevano un attacco notturno frettoloso trepidos in nocte tumultus (425) ne
caedes confusa mano permissaque fatis - te, te Ptolemaee trahat - perché una
strage indistinta e lasciata al caso non trascini anche te, Tolomeo. Perdono
l’occasione: visum famulis reparabile damnum - illam mactandi dimittere
Caesaris horam (429 - 430) sembrò a quei servi una perdita riparabile
lasciare passare l’ora opportuna per ammazzare Cesare
Cfr. Antonio e Cleopatra di Shakespeare (II 7, 81 - 83) dove
Menas dice a Sesto Pompeo che non sfrutta l’occasione di ammazzare i tre
compropietari del mondo three world - sharers ospiti nella sua
nave: “I’ll never follow thy pall’d fortune more - who seeks and will
not take, when once ‘tis offer’d - shall never find it more”, non seguirò
più la tua svigorita fortuna: chi cerca e non prende una cosa quando gli viene
offerta, non la troverà più.
Né bisogna dimenticare che l'occasione "è calva di dietro"[1].
Marlowe risale forse a Fedro (V, 8) che ricorda come gli antichi foggiarono
l’immagine del Tempo un uomo calvus, comosa fronte, nudo occipitio.
Tale immagine (effigies) occasionem rerum significat brevem.
Dunque continuò a vivere per il dono di Potino - vixit Pothini - munere
Caesar - dilatus in ortus Phoebeos Cesare rimandato fino al sorgere
del sole.
La mattina l’esercito egiziano avanza e Cesare raduna i suoi in una
parte molto piccola del palazzo. Il duce romano vaga per gli atri portandosi
dietro il re, pronto a lanciarne la testa contro i suoi servi se venissero a
mancare torce e giavellotti - missurusque tuum, si non sint tela nc ignes - in
famulos , Ptolomaee caput. (463 - 464).
Segue un paragone con Medea: Sic barbara Colchis/creditur ultorem metuens regnique
fugaeque/ense suo fratrisque simul cervice parata/expectasse patrem" (Pharsalia, X, 464 - 467),
così si crede che la barbara della Colchide temendolo quale vendicatore del
regno e della fuga, abbia aspettato il padre con la sua spada e nello stesso
tempo con la testa del fratello già pronta.
Se questo Cesare assomiglia alle donne di Euripide non aveva torto Pavese nel cogliere una forte
somiglianza tra le femmine umane e gli uomini d'azione: "Le donne hanno
una profonda fondamentale indifferenza per la poesia. Somigliano in questo
agli uomini d'azione - le donne sono tutti uomini d'azione"[2].
Cesare manda
un satelles regius per trattare, ma questo viene ucciso.
Nessun’altra terra o mare attraversati da Cesare hanno osato delitti tanto
grandi e mostruosi quantum - deliciae fecere tuae (477 - 478)
quanto fecero i tuoi eunuchi o Egitto.
Premit
undique bellum (478).
Ma i soldati che attaccano non hanno un progetto: è una caeca iuventus che
da nessuna parte assale con tutte le forze et nusquam totis incursat viribus
agmen - 484
Fata vetant,
murique vicem Fortuna tuetur (485) Il destino lo vieta e la Fortuna sta a
difesa come se fosse un muro.
Bologna 11
ottobre 2020, ore 13, 22 giovanni ghiselli
p. s
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[1] C. Marlowe, L'ebreo di Malta,
V, 2.
[2] Il mestiere di vivere , 14
ottobre 1940.
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