domenica 11 ottobre 2020

Lucano LXV. Pharsalia X (vv. 422-485)

busto di Cesare, Antikensammlung, Berlino
Argomenti

Potino perde il momento opportuno per sbarazzarsi di Cesare, l’occasione che bisogna acciuffare siccome è calva di dietro.

Cesare paragonato a Medea.

La guerra alessandrina tra Cesare e gli Egiziani.

La tenacia di Cesare lo trasforma da assediato in assediante.

 

Il palazzo durante il banchetto era aperto a tutte le insidie ad cunctas aula patebat - insidias 422 - 423. Ma i “mostri” egizian non volevano un attacco notturno frettoloso trepidos in nocte tumultus (425) ne caedes confusa mano permissaque fatis - te, te Ptolemaee trahat - perché una strage indistinta e lasciata al caso non trascini anche te, Tolomeo. Perdono l’occasione: visum famulis reparabile damnum - illam mactandi dimittere Caesaris horam (429 - 430) sembrò a quei servi una perdita riparabile lasciare passare l’ora opportuna per ammazzare Cesare

 

Cfr. Antonio e Cleopatra di Shakespeare (II 7, 81 - 83) dove Menas dice a Sesto Pompeo che non sfrutta l’occasione di ammazzare i tre compropietari del mondo three world - sharers ospiti nella sua nave: “I’ll never follow thy pall’d fortune more - who seeks and will not take, when once ‘tis offer’d - shall never find it more”, non seguirò più la tua svigorita fortuna: chi cerca e non prende una cosa quando gli viene offerta, non la troverà più.

Né bisogna dimenticare che l'occasione "è calva di dietro"[1].

Marlowe risale forse a Fedro (V, 8) che ricorda come gli antichi foggiarono l’immagine del Tempo un uomo calvus, comosa fronte, nudo occipitio. Tale immagine (effigies) occasionem rerum significat brevem

 

Dunque continuò a vivere per il dono di Potino - vixit Pothini - munere Caesar - dilatus in ortus Phoebeos Cesare rimandato fino al sorgere del sole.

 La mattina l’esercito egiziano avanza e Cesare raduna i suoi in una parte molto piccola del palazzo. Il duce romano vaga per gli atri portandosi dietro il re, pronto a lanciarne la testa contro i suoi servi se venissero a mancare torce e giavellotti - missurusque tuum, si non sint tela nc ignes - in famulos , Ptolomaee caput. (463 - 464).

 

Segue un paragone con Medea: Sic barbara Colchis/creditur ultorem metuens regnique fugaeque/ense suo fratrisque simul cervice parata/expectasse patrem" (Pharsalia, X, 464 - 467), così si crede che la barbara della Colchide temendolo quale vendicatore del regno e della fuga, abbia aspettato il padre con la sua spada e nello stesso tempo con la testa del fratello già pronta.

 

Se questo Cesare assomiglia alle donne di Euripide non aveva torto Pavese nel cogliere una forte somiglianza tra le femmine umane e gli uomini d'azione: "Le donne hanno una profonda fondamentale indifferenza per la poesia. Somigliano in questo agli uomini d'azione - le donne sono tutti uomini d'azione"[2]. 

 

Cesare manda un satelles regius per trattare, ma questo viene ucciso. Nessun’altra terra o mare attraversati da Cesare hanno osato delitti tanto grandi e mostruosi quantum - deliciae fecere tuae (477 - 478) quanto fecero i tuoi eunuchi o Egitto.

 

Premit undique bellum (478). Ma i soldati che attaccano non hanno un progetto: è una caeca iuventus che da nessuna parte assale con tutte le forze et nusquam totis incursat viribus agmen - 484

Fata vetant, murique vicem Fortuna tuetur (485) Il destino lo vieta e la Fortuna sta a difesa come se fosse un muro.

 

Bologna 11 ottobre 2020, ore 13, 22 giovanni ghiselli

 

p. s

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[1] C. Marlowe, L'ebreo di Malta, V, 2.

[2] Il mestiere di vivere , 14 ottobre 1940.

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