martedì 13 ottobre 2020

Le figure femminili nei poemi epici greci e latini. XV. "Argonautiche" di Apollonio Rodio IV

Waterhouse, Medea e Giasone
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Inizierò il poema di Apollonio Rodio dopo avere parlato ancora di Nausicaa, poi di Penelope nella seconda lezione del mio corso.

Argomento

Medea e Giasone

Medea è combattuta tra le forze della repressione e quelle del represso: il primo monologo contiene un ejrrevtw vada in malora mandato a Giasone (III, v.466), il terzo invece usa la stessa espressione indirizzata al pudor - ejrrevtw aijdwv" - , 785 - e e alla fama ( ejrrevtw ajglaivh 786). C'è anche un sogno (616 - 632) in cui il desiderio si vede nella sua trasparenza: senza l'intervento della condensazione e dello spostamento: Giasone era andato fin là per sposarla. Lei sconfiggeva i tori e seguiva lo straniero.

La teoria dei sogni risale al medico Erofilo[1] vissuto al tempo di Tolomeo I.

Faceva parte della scuola medica di Alessandria derivata da quella ippocratica di Cos e sostenuta dal mecenatismo dei Tolomei.

Apollonio dunque ha recepito una novità della ricerca scientifica a lui contemporanea.

 

Secondo monologo nei vv. 636 - 644 che vedremo più avanti

 

 Il terzo monologo (III, 770 - 801) è considerato il primo monologo interiore della storia letteraria ed è permeato da tendenze autodistruttive.

 Nel successivo colloquio con Giasone traspare il dislivello dell'investimento psichico da parte dei due personaggi che ancora di più si differenziano nella reazione successiva all'incontro.

All'inizio del IV libro Apollonio confessa che la sua mente ondeggia in uno sgomento senza parole (IV, 3): non sa se Medea lasciò la Colchide per amore o per terrore. Apollonio sceglie il dilemma per significare la compresenza di desiderio e paura nell'animo di Medea.

L'aggressività del IV libro è la stessa carica erotica rovesciata a causa della frustrazione e il disinganno.

La distanza incolmabile tra il mondo epico - omerico dell'eroismo marziale e il mondo antiepico degli Argonauti viene visualizzata dall'apparizione di Eracle in Libia alla vista acutissima di Linceo che credette di vederlo come si scorge o pare di scorgere la luna annebbiata nel primo giorno del mese (IV, 1480). Significa la non recuperabilità dell’eroe Eracle.

 Giasone è l'antieroe della società ellenistica. Nel campione di guerra omerico non manca mai la fiducia nell'azione che sta compiendo. Nelle Argonautiche invece l'impresa è sentita fin dall'inizio come vuota di senso e fonte di un'angoscia paralizzante: gli Argonauti desiderano tornare ancora prima di essere partiti. Giasone dice a Issipile che su di lui incombono imprese angosciose ( lugroi; a[eqloi,I, 841) ed egli vuole solo la patria (I, 902).

Giasone è spesso in preda all'angoscia "ajmhcanevwn" (II, 885) anche con sconforto sproporzionato rispetto alla situazione oggettiva. Cerca di persuadere Eeta con la retorica, ma il barbaro re propone le prove che gettano il ricercatore del vello d’oro nella disperazione: "ajmhcanevwn kakovthti"(423).

L'impresa si compie solo grazie a Medea.

 

Bologna 13 ottobre 2020 ore 23, 55. giovanni ghiselli

 

p. s.

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[1] Erofilo 335 - 280 , fondatore, con Erasistrato, della scuola medica di Alessandria, fu il primo anatomista

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