Waterhouse, Medea e Giasone |
Inizierò il poema di Apollonio Rodio dopo avere parlato ancora di Nausicaa, poi di Penelope nella seconda lezione del mio corso.
Argomento
Medea e Giasone
Medea è combattuta tra le
forze della repressione e quelle del represso: il primo monologo contiene un ejrrevtw vada in malora mandato a Giasone (III, v.466), il
terzo invece usa la stessa espressione indirizzata al pudor - ejrrevtw
aijdwv" - , 785 - e
e alla fama ( ejrrevtw ajglaivh 786). C'è anche un sogno (616 - 632) in cui il
desiderio si vede nella sua trasparenza: senza l'intervento della condensazione
e dello spostamento: Giasone era andato fin là per sposarla. Lei sconfiggeva i
tori e seguiva lo straniero.
La teoria dei sogni risale al medico
Erofilo[1] vissuto al tempo di Tolomeo I.
Faceva parte della scuola medica di
Alessandria derivata da quella ippocratica di Cos e sostenuta dal mecenatismo
dei Tolomei.
Apollonio dunque ha recepito una
novità della ricerca scientifica a lui contemporanea.
Secondo monologo nei vv. 636 - 644
che vedremo più avanti
Il terzo monologo (III, 770 - 801)
è considerato il primo monologo interiore della storia letteraria ed
è permeato da tendenze autodistruttive.
Nel successivo colloquio con
Giasone traspare il dislivello dell'investimento psichico da parte dei due
personaggi che ancora di più si differenziano nella reazione successiva
all'incontro.
All'inizio del IV libro Apollonio
confessa che la sua mente ondeggia in uno sgomento senza parole (IV, 3): non sa
se Medea lasciò la Colchide per amore o per terrore. Apollonio sceglie il
dilemma per significare la compresenza di desiderio e paura nell'animo di
Medea.
L'aggressività del IV libro è la
stessa carica erotica rovesciata a causa della frustrazione e il disinganno.
La distanza incolmabile tra il mondo
epico - omerico dell'eroismo marziale e il mondo antiepico degli Argonauti
viene visualizzata dall'apparizione di Eracle in Libia alla vista acutissima di
Linceo che credette di vederlo come si scorge o pare di scorgere la luna
annebbiata nel primo giorno del mese (IV, 1480). Significa la non
recuperabilità dell’eroe Eracle.
Giasone è l'antieroe della
società ellenistica. Nel campione di guerra omerico non manca mai la
fiducia nell'azione che sta compiendo. Nelle Argonautiche invece
l'impresa è sentita fin dall'inizio come vuota di senso e fonte di un'angoscia
paralizzante: gli Argonauti desiderano tornare ancora prima di essere
partiti. Giasone dice a Issipile che su di lui incombono imprese
angosciose ( lugroi; a[eqloi,I, 841) ed egli vuole solo la patria (I, 902).
Giasone è spesso in preda
all'angoscia "ajmhcanevwn" (II, 885) anche con sconforto sproporzionato
rispetto alla situazione oggettiva. Cerca di persuadere Eeta con la retorica,
ma il barbaro re propone le prove che gettano il ricercatore del vello d’oro
nella disperazione: "ajmhcanevwn kakovthti"(423).
L'impresa si compie solo grazie a
Medea.
Bologna 13 ottobre 2020 ore 23, 55.
giovanni ghiselli
p. s.
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Erasistrato, della scuola medica di Alessandria, fu il primo anatomista
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