Per masticare e digerire il cibo
necessario al corpo sono indispensabili le due file dei denti. Quella che sta
sopra e quella di sotto.
Cfr. Marco Aurelio, imperatore
(161-180 d. C.) e filosofo, che scrive: noi siamo nati per darci
aiuto reciproco ("pro;" sunergivan"), come i piedi, le mani, le palpebre, come le
due file dei denti. Dunque l'agire uno a danno dell'altro è cosa
contro natura ("to; ou\n ajntipravssein ajllhvloi" para; fuvsin"). (A se stesso ,
II, 1)
Per masticare e digerire il
pane della cultura, benefica a tutte la persone umane, è necessaria
la sinergia tra il docente e i discenti che si ascoltino, si guardino in
faccia, arrivino persino a scambiarsi i ruoli.
Homines dun docent discunt e
viceversa.
Non dobbiamo dimenticare che
l'insegnamento e l'apprendimento sono interdipendenti: "homines, dum
docent discunt "[1] mentre
si insegna si impara. Dagli studenti ho imparato e imparerò sempre molto:
"Quaeris quid doceam? etiam seni esse discendum"[2], vuoi
sapere che cosa insegno? che anche un vecchio deve imparare.
Dobbiamo dirlo ai nostri allievi:
“Si ripaga male un maestro, se si rimane sempre scolari”[3].
Tutti gli insegnanti,
tutte le persone per bene, non dovrebbero mai smettere di imparare :"semper
homo bonus tiro est ", l'uomo onesto fa tirocinio per
tutta la vita, ha scritto Marziale[4] (12,
51, 2).
E già Solone: Invecchio imparando
sempre molte cose " ( ghravskw d j ajei; polla;
didaskovmeno", fr.22 D., v.
7).
giovanni ghiselli
p.s
Sto andando dai miei allievi della
Primo Levi. Ho molto da raccontare. Finirò il capitolo sull’Odissea e
inizierò quello sulle Argonautiche. Credo che susciterò il loro
interesse e penso che imparerò a mia volta diverse cose da loro
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Anche questi lettori, pur distanti,
sono in qualche modo miei allievi.
Io cerco sempre di offrire molto a
chi ascolta o mi legge e anche quelli che per la distanza non possono fruire di
tutto, ricevono comunque qualche cosa di buono, di utile e piacevole per loro.
Lo capisco dal fatto che continuano a leggermi.
[1] Seneca, Epist.,
7, 8.
[2] Seneca, Epist., 76,
3.
[3] F.
Nietzsche, Così parlò Zarathustra, p. 92.
[4] 40ca- 104 d. C.
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