mercoledì 21 ottobre 2020

"Argonautiche" di Apollonio Rodio. 5. I canto (591-910)

Εβγάτης | Λήμνος (Evgatis, Lemnos) - mygreekportfolio
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Argomento

Il viaggio degli Argonauti fino a Lemno: l’isola della donne che hanno ammazzato tutti i maschi. Giasone compie l’aristia non eroica bensì erotica coin Issipile, tanto per tenersi in esercizio. Poi partì da Lemmo con gli altri “Lasciolla quivi, gravida, soletta”, commenta Dante che mette Giasone nell’inferno tra i seduttori.

 

Segue la prima parte del viaggio con aitia di nomi: Afete è il nome che prese la spiaggia dalla partenza di Argo (591) cfr. ajfivhmi “lascio andare”.

Poi costeggiano l’Ossa e l’Olimpo. Vedono il monte Athos sull’estremità della terza penisola calcidica, quindi arrivano a Lemno dove l’anno prima le ardite femmine spietate avevano ucciso i maschi poiché per fastidio delle mogli si erano presi per amanti le schiave portate via dalla Tracia.

Era covlo~ aijnov~, rabbia tremenda, di Cipride: da lungo tempo gli uomini non le rendevano più gli onori dovuti (614). Ammazzarono non solo i mariti ma tutti i maschi. Cfr. l’ Ippolito di Euripide.

La sola Ipsipile risparmiò il padre Toante, mettendolo sul mare dentro una cassa di pescatori.

Cfr. le Supplici di Eschilo, e il mito delle Danaidi con Ipermestra che risparmia Linceo

 

Le assassine di Lemno temevano l’arrivo dei Traci e quando videro la nave corsero sulla spiaggia: sembravano le Baccanti mangiatrici di carne cruda.

Gli Argonauti mandarono l’araldo Etalide figlio di Ermes che gli aveva donato una incorrotta memoria di tutte le cose (o{~ oiJ mnh`stin povre pavntwn a[fqiton, 644)

Issipile raduna l’assemblea e propone di aiutare gli Argonauti mandando cibo senza riceverli in città perché non conoscano mevga e[rgon ejrevxamen (662) la cosa enorme che abbiamo fatto e una cattiva fama non cada su di noi.

Parla poi la nutrice Polisso seduta tra quattro vergini dal capo canuto (cfr. le Forcidi e i neonati dell’età del ferro).

Donne senza uomini si trovano in una situazione abnorme.

Il bianco capo delle vergini è il segno di un mondo capovolto, Cfr. l’etrà del ferro di Esiodo.

Polisso, la nutrice di Issipile, infatti dice che le donne senza uomini non se la cavano

Di me, fino ad ora le Chere hanno avuto ribrezzo (690) me ta; nu`n pefrivkasi Kh`re~ ma l’anno prossimo non ci sarò. Frivssw divenrto irto, increspato - frivx increspatura.

La applaudirono e parlò di nuovo Ipsipile: intende mandare un messaggio alla nave

Va Ifinoe che invita il capo a parlare.

Giasone si fa bello per la sua aristia erotica piuttosto che eroica: si mette addosso un mantello più splendido del sole nascente, rosso con bordi di porpora con sopra effigiati molti episodi. Segue l’e[kfrasi~ del mantello con i Ciclopi che fabbricano le folgori per Giove; quindi i figli di Antiope Anfione e Zeto che costruiscono le mura di Tebe: Zeto con la forza, Anfione con la musica trascinavano massi.

 Si vedevano anche i Teleboi pirati di Tafo che massacravano i fratelli di Alcmena poi vendicati da Anfitrione. Inoltre la gara di Pelope contro Enomao. Ippodamia era nel carro di Pelope, Mirtilo guidava il carro di Enomao cui però si spezza il mozzo -

Poi Tizio, figlio di Zeus, che cerca di violentare Leto e viene ucciso da Apollo.

Infine Frisso che sembrava parlare con il montone. Atena aveva

 regalato il mantello a Giasone. Con la destra prese la lancia donatagli da Atalanta quando lo incontrò sul Menalo 770

 La ragazza voleva seguirlo, ma Giasone non la volle temendo che scatenasse rivalità amorose tra gli Argonauti 773

Giasone mentre si appressava sembrava un astro fulgente che fa gioire la vergine innamorata di un uomo lontano. In città le donne lo guardano, ma lui tiene gli occhi bassi. Non ha ancora individuato il sumfevron (cfr. Medea)

 

Issipile, come lo vide arrossì, e abbassò gli occhi, poi gli disse che dopo essere state neglette a lungo dai maschi, li cacciarono in Tracia. Nasconde il massacro.

Quindi lo invita a restare offrendogli anche il trono di Toante.

Ma Giasone ringrazia e dice: Su di noi incombono imprese angosciose (lugroi; a[eqloi, I. 840)

Nell’epica antica c’era la fiducia totale nell’impresa da compiere

Quindi gli Argonauti vanno in città e si accoppiano con le donne, tranne Eracle che anzi li richiama al dovere ricordando che devono compiere l’impresa e meritare la gloria,

Giasone, se vuole, può restare nel letto di Issipile

Le donne ronzano attorno agli uomini come api sui fiori e piangono augurando un felice ritorno. Issipile augura il bene a Giasone e a sé il ritorno di lui o almeno di avere un figlio da lui

Quindi gli chiede di ricordarla e di lasciare intanto una parola buona

Giasone dice che vorrebbe tornare in patria se gli dèi lo liberassero da quella impresa (902 - 903, cfr. Enea a Didone). Se nascerà un figlio e lui morrà, Issipile lo mandi a Iolco perché conforti i nonni. Quindi partì con gli altri (910)

Bologna 21 ottobre 2020, ore 12

Sono tornato un’ora fa da Brescia dove ho trovato un pubblico molto attento. Ne ho tratto grande soddisfazione. Ringrazio la professoressa Francesca Nodari la direttrice artistica del festival “Filosofi lungo l’Oglio”. Mi ha fatto un grande piacere vedere tante persone interessate al racconto dei classici.

 

giovanni ghiselli

 

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