PER VISUALIZZARE IL GRECO SCARICA IL FONT HELLENIKA QUI E GREEK QUIfrontone occidentale del tempio di Zeus a Olimpia
Argomento
La lezione degli antichi viene dalla letteratura, dalla storia, dalla
filosofia e dalle arti figurative
Per quanto
riguarda la letteratura abbiamo già visto diversi autori.
Per le arti
figurative segnalo il frontone occidentale del tempio di Zeus a Olimpia e
l’altare di Pergamo dove si vede la lotta tra il caos e il cosmo con la vittoria
dell’ordine sul guazzabuglio, della bellezza sull’orrore, della cultura sulla
barbarie, dell’umanità sulla ferinità.
I Titani e i
giganti, i centauri di Olimpia che infliggono violenza alle donne dei Lapiti
sono gli eterni nemici della cultura
Per quanto
concerne la storia, credo che non conoscerla infici la nostra crescita in
termini culturali e pure umani
L’ignoranza
del passato è una limitazione mentale che impedisce di progettare il futuro.
Lo afferma
Cicerone nell'Orator [1]: "Nescire autem quid ante quam
natus sis acciderit, id est semper esse puerum. Quid enim est aetas hominis,
nisi ea memoria rerum veterum cum superiorum aetate contexitur? "
(120), del resto non sapere che cosa sia accaduto prima che tu sia nato
equivale ad essere sempre un ragazzo. Che cosa è infatti la vita di un uomo, se
non la si allaccia con la vita di quelli venuti prima, attraverso la memoria
storica?
La storia universale e l'idea dell'unità, in
Polibio Posidonio, Cicerone, Hermann Hesse.
Polibio (II sec. a. C.) afferma l'universalità della sua
storia polemizzando con le scelte più o meno monografiche degli altri
storiografi: per esempio condanna Teopompo (378 - 306) per le Storie
Filippiche.
Queste del resto scoprono la "centralità di Filippo, in tutto
analoga alla 'scoperta' polibiana della centralità dell'espansionismo
romano".
Così Canfora che poi aggiunge:" E' dunque quella polibiana, una disputa
alquanto nominalistica nei confronti dei predecessori. Oltre tutto, nonostante
le insistenti proclamazioni, il racconto polibiano finisce ben presto col
suddividersi in teatri di operazioni; ed in particolare le vicende della lega
achea danno corpo ad un racconto minuzioso e settoriale (veri e propri jAcaikav) quanto mai stridente con l'organicismo di grande respiro del programma
generale.
Il fatto è che Polibio ripercorre la strada tucididea.
Polibio replica la 'scoperta'
tucididea (manifestata nel proemio) del convergere - come Tucidide si esprime -
di "quasi tutti gli uomini" nell'ingranaggio di un unico evento
"grandissimo". Per Tucidide tale evento è la guerra
peloponnesiaca (...) per Polibio tale evento è l'espansione romana tra la
seconda punica e Pidna (con una "introduzione" costituita dalla prima
punica). Dunque Polibio non 'inventa' la ricetta per risolvere le aporie in cui
si dibatte chi tenti la strada della storia universale, sì piuttosto constata che in certi momenti della
storia politico - militare delle nazioni si determina un annodamento (sumplevkesqai[2]) degli eventi"[3].
E' una constatazione, aggiungo, dalla quale partono o cui arrivano anche
diversi autori di drammi, di romanzi e di film che nelle loro opere mostrano
intrecci o “annodamenti” degli eventi causati dal destino cieco o
provvidenziale, a seconda delle fedi o delle ideologie.
Quello dell'intreccio insomma è un criterio dal quale non può prescindere
chi scrive.
La concatenazione e l'intreccio in ogni caso
rimandano all'idea dell'unità che è una meta inseguita,
anche come scopo personale, da altri autori: Hermann Hesse per esempio scrive:" In nulla al mondo,
infatti, io credo così profondamente, nessun'altra idea mi è più sacra di
quella dell'unità, l'idea che l'intero cosmo è una divina unità e che tutto il
dolore, tutto il male consistono
solo nel fatto che noi, singoli, non ci sentiamo più come parti inscindibili
del Tutto, che l'io dà troppa importanza a se stesso. Molto dolore avevo
sofferto in vita mia"[4].
A questo punto diamo di nuovo la parola a Canfora che individua in un
"geniale continuatore" di Polibio, Posidonio di Apamea, filosofo stoico e storico" maestro di
Cicerone "la soluzione ad un livello ben più alto, dell'aporia della
'storia universale'.
Le Storie dopo Polibio di Posidonio[5] non sono
conservate, ma ve ne è traccia notevole nella benemerita Biblioteca di Diodoro: e soprattutto nel proemio diodoreo sono sviluppati
pensieri che sembrano risalire appunto al proemio posidoniano. Innanzi
tutto l'idea stoica della storia
universale come proiezione della fratellanza universale che collega
in un nesso solidale - come membra di un unico corpo, secondo l'espressione
senecana - tutti gli esseri umani. La storia universale "riconduce ad
un'unica compagine gli uomini, divisi tra loro nello spazio e nel tempo, ma
partecipi di un'unica reciproca parentela" (Diodoro, I, 1, 3).
Oltre che "strumento
della provvidenza divina (uJpourgoi;
th'" qeiva" pronoiva") ", perciò gli storici sono anche benefattori del genere umano: e la storiografia - prosegue
Diodoro - oltre ad essere profh'ti"
th'" ajlhqeiva" è anche
"madrepatria della filosofia (mhtrovpoli"
th'" filosofiva")" (I, 2, 2).
Allora se le leggende mitiche relative all'Ade contribuiscono al
sentimento religioso, bisogna supporre che la storia possa preparare i
caratteri umani alla kalokajgaqiva (I, 2,
2).
Vediamo alcune altre parole di Diodoro[6]:"e[peita
pavnta" ajnqrwvpou", metevconta" me;n th'" pro;"
ajllhvlou" suggeneiva", tovpoi" de; kai; crovnoi"
diesthkovta", ejfilotimhvqesan uJpo; mivan kai; th'" aujth;n
suvntaxin ajgagei'n, w{sper tine;" uJpourgoi; th'" qeiva"
pronoiva" genhqevnte" " (1, 1, 3), poi essi[7] aspirarono
a ricondurre tutti gli uomini che partecipano ad una comunanza di stirpe tra
loro, ma sono separati da luoghi e da tempi, a una solo e medesimo sistema ,
come se fossero in un certo senso aiutanti della divina provvidenza.
L'idea della fratellanza tra tutti gli uomini si trova anche in Cicerone,
allievo latino di Posidonio, e, indirettamente, di Panezio che fu maestro di
Scipione Emiliano, e dal 129 a. C. primo maestro della Stoà. Cfr . De Officiis III, 25 citato sopra
[1] Del 46 a.
C.
[2]I, 3, 4.
[3]L. Canfora, Storia Della Letteratura
Greca , p. 527.
[4]H. Hesse, La Cura , p. 77.
[5] di Apamea, 135 - 50 a. C. ca.
[6] Primo secolo a. C. (80 - 20
circa)
[7] Gli autori di storie universali cui
tutti gli uomini devono gratitudine (1, 1, 1).
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