NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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sabato 10 ottobre 2020

Le figure femminili nei poemi epici greci e latini. XIII. "Argonautiche" di Apollonio Rodio


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La ricchezza di risorse di Odisseo polyméchanos e l’amechanía di Giasone. Torna l’interesse per le culture diverse già presente nel relativismo di Erodoto. Cresce l’attenzione per la natura che diventa il paradiso perduto dell’uomo civilizzato.

 

L'incertezza impotente deriva dal fatto che questi eroi non hanno reali motivazioni.

Si tratta di una saga straniante e labirintica, più simile all'Ulisse di Joyce che all'Odissea di Omero.

Bonnard in La civiltà greca (1964) dice che sembra di leggere non un poema epico, ma una guida per turisti colti.

 Nel catalogo delle navi, Apollonio aggiunge notizie curiose che formano una specie di manuale geografico per le scuole, monotono e inutile poiché la maggior parte dei personaggi non conterà nulla.

Nell'isola di Lemno, Ipsipile che seduce Giasone è la copia di Circe e Calipso. 

E' una poesia sensibile al fascino dei boschi e della carne giovane come quella di Ila accarezzato dalla luna e rapito dalla ninfa della sorgente dov'era andato ad attingere acqua (I, 1230 sgg).

L’attenzione per la natura cresce dalle Baccanti di Euripide in poi: nella poesia del terzo secolo diventa il paradiso perduto dell’uomo civilizzato

Gli episodi si susseguono senza legame tra loro: non c'è un eroe che conferisca unità alle avventure.

Giasone davanti alle difficoltà è colpito da ajmhcaniva (I, 460), impotenza.

Cfr. Iliade II 173, dove Atena chiama Odisseo polumhvcan j ” ricco di risorse - “Ulisse è l'eroe polùmetis (scaltro) come è polùtropos (versatile) e poluméchanos nel senso che non manca mai di espedienti, di pòroi , per trarsi d'impaccio in ogni genere di difficoltà, aporìa ...La varietà, il cambiamento della metis, sottolineano la sua parentela con il mondo multiplo, diviso, ondeggiante dove essa è immersa per esercitare la sua azione. E' questa complicità con il reale che assicura la sua efficacia"[1].

La realtà dei fatti può essere approvata e assecondata oppure confutata e combattuta, ma in ogni caso va prima capita.

 

Giasone non ha la baldanza né gli entusiasmi dell'eroe, ma vive in un limbo di mediocrità e cautela, tormentato da indecisioni che quasi paralizzano l'azione.

 Lo attanaglia un sentimento di impotenza e frustrazione.

 

Apollonio, come Erodoto, ama registrare le singolarità di un mondo altro, di culture diverse: i Colchi depongono sottoterra i cadaveri delle donne, ma appendono agli alberi quelli degli uomini; così l'aria ha parte uguale alla terra (III, 207 - 210).

Tra i Tibareni, quando le donne devono partorire, i maschi si mettono a letto e gemono, mentre che di loro si incinsero li accudiscono e preparano i bagni rituali del parto. E’ la couvade, la mimesi del parto fatta dagli uomini

I Mossimeli fanno tutto, sesso compreso coitus publicus, in mezzo alla strada come maiali al pascolo. Il re è infelice: se sbaglia un giudizio lo chiudono per tutto il giorno a digiuno

giovanni ghiselli

p. s

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[1]M. Detienne - J. P. Vernant, Le astuzie dell'intelligenza nell'antica Grecia , p. 3 e sgg.

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