NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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giovedì 15 ottobre 2020

"Filosofi lungo l'Oglio" XIII . L'educazione delle ragazze

ragazze ateniesi in casa
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Filosofi lungo l’Oglio XIII

 

Argomento

 

La figlia di Cnemone e l’educazione delle ragazze ateniesi in Senofonte e in Platone

 

Ottima invece è sua figlia, la quale "in conseguenza dell'educazione ricevuta non sa nulla di cattivo"(oujde; e}n - eijdui'a flau'ron - 35 - 36).

E' strano che una giovane crescendo in un'ambiente del genere possa fruire di una buona educazione, ma intanto, come specificherà più avanti Menandro, il padre è "selvaggio" - a[grio" sì, però è anche un "nemico della malvagità" ( misoponhvro" 388). Il “disumano” assai dunque può non essere cattivo. E’ un uomo nell’errore che arriva a capire con la sofferenza.

 Dietro l'approvazione di tale paideia per le fanciulle c'è la filosofia del Peripato: Barigazzi ci informa che Teofrasto in un frammento consiglia di tenere le bambine chiuse in casa perché crescano riservate e pudiche. La moglie infatti deve essere scelta per la modestia, la scarsa loquacità, e l'indole buona.

Alla donna dunque non servono grandi qualità intellettuali secondo tale concezione.

Affermazione dalla quale, sia chiaro, noi dissentiamo con forza.

Cfr. Senofonte, Economico (VII, 5).

 

Nella seconda parte di questa opera (cap. VII sgg.) Socrate riferisce un dialogo tenuto con Iscomaco che è un gentiluomo (kalo;" kai; ajgaqov") di campagna. Anch'egli considera l'agricoltura come la più nobile tra le attività economiche perché produce ricchezza e pure uomini nobili, pronti a difendere la patria

 

 Iscomaco dunque risponde a Socrate che gli ha domandato se sia stato lui stesso a educare sua moglie o se l’avesse sposata già ammaestrata dal padre e dalla madre.

Iscomaco risponde che quella ragazzina non aveva ancora 15 anni quando l’ha sposata - e[th me;n ou[pw pentekaivdeka gegonui'a h\lqe pro;" ejmev, e prima viveva sotto assidua cura perché vedesse il meno possibile, il meno possibile ascoltasse - wj" ejlavcista me;n o[yoito, ejlavcista d’ ajkouvsoito, e il meno possibile chiedesse - ejlavcista dj ejrhvsoito.

 Giunse già educata pepaideumevnh anche per quanto riguarda il ventre ajmfi; gastevra, immagino che intenda l’uso moderato del cibo.

Questo, continua Iscomaco, mi sembra il massimo dell’educazione sia per l’uomo sia per la donna - “mevgiston e[moige dokei' paivdeuma ei\nai kai; ajndri; kai; gunaikiv

Socrate poi domanda al marito se abbia educato la fanciulla per il suo ruolo di moglie insegnandole quanto doveva fare. Iscomaco risponde che prima di sposarla ha sacrificato e fatto voto di essere lui il maestro e lei l’allieva.

 

Nella Repubblica di Platone invece Socrate dice che la donna può partecipare ai compiti del guerriero (451d) Stessi compiti e stessa trofhv, allevamento e paideiva, formazione spirituale. Educazione alla musica e alla ginnastica 452a (V libro).

 

 

Aristotele nell' VIII libro dell’Etica Nicomachea scrive che i rapporti tra i coniugi devono basarsi sulla filiva, affetto che tra l’uomo e la donna esiste per natura. L’uomo è spinto dalla natura più ad accoppiarsi che ad associarsi politicamente e la famiglia è anteriore e più necessaria dello Stato.

 I coniugi si ripartiscono i compiti e si aiutano reciprocamente dopo avere messo in comune le proprie sostanze. In questa amicizia si trova tanto l’utile quanto il piacere. I loro rapporti devono essere rapporti di giustiza (1162 a)

 

 Un sentenza di Menandro ci ricorda che l’uomo è una creatura gradevole quando è davvero un uomo! - wj" cariven e[st j a[nqrwpo", a]n a[nqrwpo" h|/ (K.,852)

 

Torniamo al Dyskolos

La ragazza in questione è pure pia; anche per questo riesce simpatica a Pan il quale intende proteggerla e favorirla: al punto che ha fatto innamorare di lei "un giovane figlio di un uomo ricco"(39 - 40) che passava di là.

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