PER VISUALIZZARE IL GRECO SCARICA IL FONT HELLENIKA QUI E GREEK QUIragazze ateniesi in casa
Filosofi lungo l’Oglio XIII
Argomento
La figlia di Cnemone e l’educazione delle ragazze
ateniesi in Senofonte e in Platone
Ottima
invece è sua figlia, la quale "in
conseguenza dell'educazione ricevuta non sa nulla di cattivo"(oujde; e}n - eijdui'a
flau'ron - 35 - 36).
E' strano
che una giovane crescendo in un'ambiente del genere possa fruire di una buona
educazione, ma intanto, come specificherà più avanti Menandro, il padre è
"selvaggio" - a[grio" sì, però è anche un "nemico della malvagità" ( misoponhvro" 388). Il “disumano” assai
dunque può non essere cattivo. E’ un uomo nell’errore che arriva a capire con
la sofferenza.
Dietro
l'approvazione di tale paideia per le fanciulle c'è la filosofia del Peripato:
Barigazzi ci informa che Teofrasto in un frammento consiglia di tenere le
bambine chiuse in casa perché crescano riservate e pudiche. La moglie infatti
deve essere scelta per la modestia, la scarsa loquacità, e l'indole buona.
Alla donna
dunque non servono grandi qualità intellettuali secondo tale concezione.
Affermazione
dalla quale, sia chiaro, noi dissentiamo con forza.
Cfr. Senofonte, Economico (VII,
5).
Nella seconda parte di questa opera (cap. VII sgg.) Socrate riferisce un
dialogo tenuto con Iscomaco che è un gentiluomo (kalo;"
kai; ajgaqov") di campagna. Anch'egli considera l'agricoltura come
la più nobile tra le attività economiche perché produce ricchezza e pure uomini
nobili, pronti a difendere la patria
Iscomaco
dunque risponde a Socrate che gli ha domandato se sia stato lui stesso a
educare sua moglie o se l’avesse sposata già ammaestrata dal padre e dalla
madre.
Iscomaco
risponde che quella ragazzina non aveva ancora 15 anni quando l’ha sposata - e[th me;n ou[pw
pentekaivdeka gegonui'a h\lqe pro;" ejmev, e prima viveva sotto assidua cura perché vedesse il
meno possibile, il meno possibile ascoltasse - wj"
ejlavcista me;n o[yoito, ejlavcista d’ ajkouvsoito, e il meno possibile chiedesse - ejlavcista dj
ejrhvsoito.
Giunse
già educata pepaideumevnh anche per quanto riguarda il ventre ajmfi;
gastevra, immagino
che intenda l’uso moderato del cibo.
Questo,
continua Iscomaco, mi sembra il massimo dell’educazione sia per l’uomo sia per
la donna - “mevgiston e[moige dokei' paivdeuma ei\nai kai; ajndri;
kai; gunaikiv”
Socrate poi
domanda al marito se abbia educato la fanciulla per il suo ruolo di moglie
insegnandole quanto doveva fare. Iscomaco risponde che prima di sposarla ha
sacrificato e fatto voto di essere lui il maestro e lei l’allieva.
Nella Repubblica di
Platone invece Socrate dice che la donna può partecipare ai compiti del
guerriero (451d) Stessi compiti e stessa trofhv, allevamento e paideiva, formazione spirituale. Educazione
alla musica e alla ginnastica 452a (V libro).
Aristotele nell' VIII libro dell’Etica Nicomachea scrive che i
rapporti tra i coniugi devono basarsi sulla filiva, affetto che tra l’uomo e la donna esiste per natura. L’uomo è spinto
dalla natura più ad accoppiarsi che ad associarsi politicamente e la famiglia è
anteriore e più necessaria dello Stato.
I coniugi si ripartiscono i compiti e si aiutano reciprocamente dopo
avere messo in comune le proprie sostanze. In questa amicizia si trova tanto
l’utile quanto il piacere. I loro rapporti devono essere rapporti di giustiza
(1162 a)
Un sentenza di Menandro ci ricorda che l’uomo è una creatura
gradevole quando è davvero un uomo! - wj" cariven e[st j
a[nqrwpo", a]n a[nqrwpo" h|/ (K.,852)
Torniamo
al Dyskolos
La ragazza
in questione è pure pia; anche per questo riesce simpatica a Pan il quale
intende proteggerla e favorirla: al punto che ha fatto innamorare di lei "un giovane figlio di un uomo ricco"(39
- 40) che passava di là.
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