domenica 25 ottobre 2020

Kafka, "Il processo". Capitolo IV. L'amica della signorina Bürstner

locandina della mostra Sulla Soglia – Visioni in chiaroscuro di Ferrara
Argomento

Tutto si svolge sulla soglia o accanto alla finestra dove si vivono momenti di crisi. La via della fuga da una vita “normale” deve essere sempre a disposizione

A Kafka, come a Dostoevkij, interessa il tempo pieno di significati per lo più tragici, mentre i due scrittori non sono interessati a quello biografico, insignificante delle persone “normali”.

 

K voleva parlare con la Bürstner che lo evitava. Lui voleva aspettava sempre i passaggi di lei che però lo schivava. Le scrisse anche, ma non ebbe risposta. Una mattina, spiando dal buco della serratura della propria stanza, vide che la Montag, una tedesca che insegnava francese, traslocava dalla camera dove abitava in quella della Bürstner.

La Montag era debole, scialba e un po' zoppicante. Ciabattava tra le due stanze trasferendo la sua roba.

 La Grubach portò la colazione a K spiegandogli che la Montag andava a vivere con la Bürstner. Quindi la padrona di casa si scusò per avere criticato una sua pensionante. Si mise anche a piangere.

K la scusa dicendo che c'è stato un malinteso e lui non se l'è presa. Tuttavia la Grubach ribadisce che ha detto solo quanto ha visto con i suoi occhi. Appena si sentiva un poco più libera, l'affittacamere diceva qualcosa di inopportuno (p.114). K non la cacciò ma era indispettito le fece capire che la sua presenza era superflua.

La cameriera viene a dire che la Montag vorrebbe parlare con K. Lo aspettava nella sala da pranzo. K ebbe l'impressione che quella brutta ragazza fosse in qualche maniera mescolata a ogni cosa, in modo comunque ripugnante

La sala da pranzo era lunga, con una sola finestra sotto la quale arrivava la tavola. La montag dice che l'ha mandata l'amica. Fissava K nelle labbra e lui pensò che usurpasse già un potere sulle parole che avrebbe detto.

La Bürstne dunque le ha detto di riferire a K che un loro colloquio non recherebbe vantaggio a nessuno. Lui deve essere contento di tanta chiarezza perché "è un tormento anche la minima incertezza nella più futile delle occasioni". K guardò fuori dalla finestra e vide il sole.

Mente si avvicinava alla porta entrò il capitano Lanz, nipote della Grubach. Era un quarantenne dal viso paffuto e abbronzato. Fece il baciamano alla Montag. K interpretò il baciamano come un segno che volevano tenerlo lontano dalla Bürstner. La Montag esagerava la propria importanza e quella della spiegazione richiesta ma cercava di girare la cosa come se fosse K a esagerare. Lui però"sapeva che la Bürstner era una piccola dattilografa e non avrebbe potuto resistergli a lungo".

K si mosse verso camera sua ma sentì una risatina della Montag e decise di fare una sorpresa a quei due. Bussò nella camera della Bürstner. Nessuno rispose. Aprì la porta: vide due letti e tre sedie sovraccariche di biancheria. Quindi chiuse la porta e gli fu penoso vedere la Montag e il capitano che discorrevano sulla soglia della sala da pranzo. Facevano finta di non guardarlo ma lui si sentiva osservato.

Questo stare sulla soglia in continuo sospetto è una situazione presente anche nei romanzi di Dostoevkij: significa che una vita usuale non è possibile.

 

giovanni ghiselli

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