PER VISUALIZZARE IL GRECO SCARICA IL FONT HELLENIKA QUI E GREEK QUIVaso attico raffigurante Peleo che consegna Achille a Chirone
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Tetide parla con Peleo e
gli promette aiuto ma gli rinfaccia uno sgarbo subìto da lui, uomo davvero
idiota, quando Achille era infante e lei, la madre, cercava di renderlo
immortale. Tetide e Demetra, nutrice di Demofoonte nell’Inno omerico a
Demetra, anticipano la vaccinazione mentre cercano di fortificare i figli.
Peleo e Metanira che le
ostacolano prefigurano i negazionisti del virus.
Il canto dell’aedo Orfeo
prevale su quello maligno delle Sirene. Tetide e le sue sorelle Nereidi aiutano
gli Argonauti guidando la nave come delfini, poi sollevandola come una palla
sopra le Plancte.
Era, la dea, ordina a
Iride, la sciarpa del cielo, di andare a chiamare Teti, poi dovrà andare da Eolo
ed Efesto perché non ostacolino la nave. Qevti" va da Era cui è
simpatica perché la Nereide aveva rifiutato l’amore di Zeus al quale interessa
sempre dormire con femmine, non importa se mortali o immortali.
Del resto Temi gli
aveva detto che Teti avrebbe generato un figlio più forte del padre e Zeus
voleva proteggere il suo potere.
Cfr. il motto “meglio
comandare che fottere”.
Era dice a Teti che
Achille, allevato dalle ninfe Naiadi presso il centauro Chirone, avrebbe
sposato Medea una volta giunto nei campi Elisi. Dunque la made di Achille
doveva aiutare la futura nuora nel passaggio attraverso le Plancte e tra
Cariddi e Scilla, figlia di Forco e di Ecate.
Teti promette e chiede
aiuto alle sorelle figlie di Nereo.
Qundi va dagli Argonauti
e parla a Peleo. Gli promette che le Nereidi aiuteranno la nave superare
Scilla, Cariddi e le Plancte. Gli chiede di non irritarla più come già fece.
Si era adirata, racconta
Apollonio, quando lei la notte bruciava nel fuoco le carni mortali di Achille e
di giorno gli ungeva il corpo di ambrosia per renderlo immortale. Ma Peleo come
la vide una notte gridò, mevga nhvpioς (875), davvero idiota, come fece
Metanira per Demetra e Demofoonte (cfr. L’Inno omerico a Demetra).
Secondo Frazer questo è
il paradigma mitico di pratiche domestiche di profilassi contro le malattie
infantili.
Cfr. la vaccinazione.
Il paradigma mitico
della vaccinazione
Favorevoli (Tetide e Demetra). Contrari (Peleo, Metanira e don Ferrante).
Teti si era adirata con Peleo, racconta Apollonio Rodio nelle Argonautiche.
Vediamo per quale ragione.
La madre di Achille in piena notte bruciava nel fuoco le carni mortali del
figlio e di giorno gli ungeva il corpo di ambrosia perché divenisse immortale e
gli stesse lontano l’odiosa vecchiaia (Argonautiche IV, 871 - 872).
Ma il padre del futuro eroe, come una volta di notte scorse Teti così
affaccendata, mandò un grido terribile a quella vista (874 - 875). Mevga
nhvpioς , commenta Apollonio (875) stupido davvero.
Anche Metanira la signora di Eleusi gettò un grido vedendo Demetra che di notte
celava il piccolo Demofoonte nella vampa del fuoco per renderlo immune da
vecchiezza e immortale (Inno omerico A Demetra, 233ss.)
Pure Demetra si infuriò e disse a Metanira: “O stolti esseri umani, incapaci di
prevedere il destino della gioia o del dolore che incombe!” (256 - 257)
Oggi è reputato stolto dai più chi non si vaccina e muore “ come un eroe del
Metastasio prendendosela con le stelle” (Manzoni, I promessi sposi,
capitolo XXXVII). Cfr. i negazionisti alla Trump o i seminegazionisti alla
Zangrillo.
Teti dunque aveva buttato a terra il bambino ed era sparita.
Peleo è
sconfortato ma riferisce ai compagni.
Partirono e arrivarono
all’isola di Antemòessa (presso Salerno?) dove le Sirene Acheloidi
incantano e uccidono con il loro canto soave
Le partorì ad Acheloo la
bella Tersicore musa della danza, ed erano in parte uccelli, in parte giovani
donne. Toglievano il ritorno ai naviganti consumandoli con dolce languore. Ma
questa volta sulla loro voce prevalse quella di Orfeo
Solo Bute saltò in acqua
per nuotare verso le ammaliatrici. Ma Afrodite lo salvò portandolo sul
promontorio Lilibeo, in Sicilia (919).
Poi Teti e le Nereidi
guidavano la nave in mezzo alle Plancte girando intorno ad Argo al pari di
delfini.
Come fanciulle che
giocano a palla sollevavano la nave sulle onde e fuori dalle rupi terribili
Quindi costeggiarono i
prati della Trinacria dove sono allevate le vacche del sole (964 - 965).
giovanni ghiselli
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