NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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sabato 31 ottobre 2020

"Argonautiche" di Apollonio Rodio. 15. IV (vv. 753-965)

Vaso attico raffigurante Peleo che consegna Achille a Chirone
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Tetide parla con Peleo e gli promette aiuto ma gli rinfaccia uno sgarbo subìto da lui, uomo davvero idiota, quando Achille era infante e lei, la madre, cercava di renderlo immortale. Tetide e Demetra, nutrice di Demofoonte nell’Inno omerico a Demetra, anticipano la vaccinazione mentre cercano di fortificare i figli.

Peleo e Metanira che le ostacolano prefigurano i negazionisti del virus.

Il canto dell’aedo Orfeo prevale su quello maligno delle Sirene. Tetide e le sue sorelle Nereidi aiutano gli Argonauti guidando la nave come delfini, poi sollevandola come una palla sopra le Plancte.

 

Era, la dea, ordina a Iride, la sciarpa del cielo, di andare a chiamare Teti, poi dovrà andare da Eolo ed Efesto perché non ostacolino la nave. Qevti" va da Era cui è simpatica perché la Nereide aveva rifiutato l’amore di Zeus al quale interessa sempre dormire con femmine, non importa se mortali o immortali.

 Del resto Temi gli aveva detto che Teti avrebbe generato un figlio più forte del padre e Zeus voleva proteggere il suo potere.

Cfr. il motto “meglio comandare che fottere”.

 

Era dice a Teti che Achille, allevato dalle ninfe Naiadi presso il centauro Chirone, avrebbe sposato Medea una volta giunto nei campi Elisi. Dunque la made di Achille doveva aiutare la futura nuora nel passaggio attraverso le Plancte e tra Cariddi e Scilla, figlia di Forco e di Ecate.

 

Teti promette e chiede aiuto alle sorelle figlie di Nereo.

 

Qundi va dagli Argonauti e parla a Peleo. Gli promette che le Nereidi aiuteranno la nave superare Scilla, Cariddi e le Plancte. Gli chiede di non irritarla più come già fece.

Si era adirata, racconta Apollonio, quando lei la notte bruciava nel fuoco le carni mortali di Achille e di giorno gli ungeva il corpo di ambrosia per renderlo immortale. Ma Peleo come la vide una notte gridò, mevga nhvpioς (875), davvero idiota, come fece Metanira per Demetra e Demofoonte (cfr. L’Inno omerico a Demetra).

 

Secondo Frazer questo è il paradigma mitico di pratiche domestiche di profilassi contro le malattie infantili.

Cfr. la vaccinazione.

 

Il paradigma mitico della vaccinazione
Favorevoli (Tetide e Demetra). Contrari (Peleo, Metanira e don Ferrante).
Teti si era adirata con Peleo, racconta Apollonio Rodio nelle Argonautiche. 
Vediamo per quale ragione.
La madre di Achille in piena notte bruciava nel fuoco le carni mortali del figlio e di giorno gli ungeva il corpo di ambrosia perché divenisse immortale e gli stesse lontano l’odiosa vecchiaia (Argonautiche IV, 871 - 872). Ma il padre del futuro eroe, come una volta di notte scorse Teti così affaccendata, mandò un grido terribile a quella vista (874 - 875). 
Mevga nhvpioς , commenta Apollonio (875) stupido davvero.


Anche Metanira la signora di Eleusi gettò un grido vedendo Demetra che di notte celava il piccolo Demofoonte nella vampa del fuoco per renderlo immune da vecchiezza e immortale (Inno omerico A Demetra, 233ss.)
Pure Demetra si infuriò e disse a Metanira: “O stolti esseri umani, incapaci di prevedere il destino della gioia o del dolore che incombe!” (256 - 257)
Oggi è reputato stolto dai più chi non si vaccina e muore “ come un eroe del Metastasio prendendosela con le stelle” (Manzoni, I promessi sposi, capitolo XXXVII). Cfr. i negazionisti alla Trump o i seminegazionisti alla Zangrillo.
Teti dunque aveva buttato a terra il bambino ed era sparita.

 

 Peleo è sconfortato ma riferisce ai compagni.

Partirono e arrivarono all’isola di Antemòessa (presso Salerno?) dove le Sirene Acheloidi incantano e uccidono con il loro canto soave 

Le partorì ad Acheloo la bella Tersicore musa della danza, ed erano in parte uccelli, in parte giovani donne. Toglievano il ritorno ai naviganti consumandoli con dolce languore. Ma questa volta sulla loro voce prevalse quella di Orfeo

Solo Bute saltò in acqua per nuotare verso le ammaliatrici. Ma Afrodite lo salvò portandolo sul promontorio Lilibeo, in Sicilia (919).

Poi Teti e le Nereidi guidavano la nave in mezzo alle Plancte girando intorno ad Argo al pari di delfini.

 Come fanciulle che giocano a palla sollevavano la nave sulle onde e fuori dalle rupi terribili

Quindi costeggiarono i prati della Trinacria dove sono allevate le vacche del sole (964 - 965).

 

 

giovanni ghiselli

 

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